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08 settembre 2012

BRINDISI : Sull' incontro con le associazioni ambientaliste e la delegazione del PD

Tratto da Noalcarbone

Sull' incontro con le associazioni ambientaliste e la delegazione del PD


Giovedì 6 settembre il movimento No al Carbone ha partecipato all’incontro sul futuro del polo energetico brindisino tra le Associazioni Ambientaliste e una delegazione del PD composta dal Senatore Tomaselli, dal Consigliere Regionale Pino Romano, dal Cons. Provinciale Baldassarre e i Consiglieri Comunali S. Brigante ed Elefante.
In merito a tale incontro è nostro parere che se esistono dei punti di convergenza questi riguardano il no ribadito al progetto del rigassificatore, la chiusura della centrale Edipower e la necessità che vadano consolidati gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione nel settore dell’energia.

Rimaniamo molto perplessi invece circa la capacità di porre in maniera forte ed inequivocabile, nelle “trattative” con Enel, una questione per noi fondamentale e cioè: per quanto tempo ancora Brindisi dovrà essere sottomessa alla schiavitù del carbone e ai danni derivanti dal suo utilizzo abnorme?
La vita residua di quella centrale non dovrebbe essere superiore ai 10-15 anni e l’avvio della costruzione del pur necessario carbonile coperto, annunciato da lunghissimo tempo e unanimemente acclamato come soluzione di tutti i problemi, procede a rilento e sembra oggi un “nullaosta” politico che consente a quell’azienda di poter continuare ad operare, negli anni a venire, utilizzando un combustibile che, nonostante tutte le precauzioni e gli accorgimenti adottati, ha avuto degli effetti devastanti sul nostro territorio tanto che 12 suoi dirigenti più due imprenditori del carbone il 12.12.12 saranno a giudizio con ipotesi di reato molto gravi.

Dal nostro punto di vista invece deve rappresentare inevitabilmente l'inizio di un percorso di ambientalizzazione che gradualmente e nel giro di pochi anni deve concludersi con la conversione a gas dell'impianto.

Alla luce degli accadimenti all’Ilva di Taranto, dei chiari segnali lanciati sulla situazione di Brindisi dagli stessi magistrati e degli allarmanti dati sanitari che riguardano soprattutto i bambini e le malformazioni neonatali, non possiamo permettere che la politica giunga ancora in ritardo rispetto agli avvisi di garanzia.
E’ davvero possibile, nel 2012, immaginare il nostro futuro pensando di produrre energia da carbone in quantità tali da procurare inevitabili conseguenze sulla salute e da portare al collasso qualsiasi territorio?
 Rassegnati a tenersi un “mostro” trasportatore di 12 km lungo la costa!?

Bisogna porsi oggi il problema ed iniziare a chiedere ad Enel di avviare il rinnovo degli impianti prima che la loro obsolescenza completa ci porti ad affrontare in ritardo le probabili ripercussioni sull’occupazione (Edipower docet). Dobbiamo cercare ora di dare una svolta decisiva per avviare quel processo che porti finalmente alla riconversione totale a gas della centrale Enel entro 5 o 6 anni al massimo. Se si ritiene valida l’opzione di conversione a gas per Edipower non si capisce perché non debba esserlo per la centrale di Brindisi sud.

Nello specifico dei temi dell’incontro riteniamo che, ancora una volta, rimanga indefinita la quantità di carbone che si considera necessario abbattere subito e tale da ottenere un iniziale, significativo e certo miglioramento delle condizioni ambientali. 

Pensiamo che per raggiungere quest' obbiettivo non sia sufficiente affidarsi ad un non meglio definito "utilizzo, ora e per il futuro, delle migliori tecnologie" che appare più un mesto auspicio che una seria e ferma volontà di ottenere quei normali accorgimenti "tecnologici" che quell’azienda, se avesse davvero avuto a cuore la salute dei cittadini e un minimo di etica, avrebbe dovuto adottare già tanti e tanti anni fa........

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