Tratto da Il Fatto Quotidiano
Diminuiamo le malattie non i diritti.
Vogliamo risparmiare sulla sanità e far crescere il
diritto alla salute? Bene…prima di ogni altra cosa bisogna diminuire
significativamente le malattie.
E’ un’idea ovvia alla quale però i
nostri ministri, i governatori, gli assessori, i direttori generali non
pensano mai. .......
Evitare le malattie è un passaggio obbligato per ogni paese previdente saggio e civile.
In Europa si stanno discutendo due idee: “invecchiare in salute” e “la salute in tutte le politiche”. Come fare?
1) riunificare in una unica strategia le tante tecniche e i tanti
approcci che producono salute. Esiste la prevenzione (la rimozione delle
cause), la previsione (la valutazione dei rischi), la
promozione(informazione sociale), la predicibilità (la costruzione delle
condizioni per la salute) e altri approcci,altre metodologie, altre
tecniche;
.........
7) oltre ai “diritti alla salute “si devono ammettere i “doveri per la salute”.
Per dovere intendo null’altro che un lavoro di responsabilizzazione, di
coinvolgimento di sensibilizzazione, di crescita culturale. I cittadini
per primi hanno il dovere di impegnarsi per il loro benessere e vanno
aiutati in questo senso.
Concludendo: la salute è una risorsa naturale
che partecipa alla crescita della ricchezza di un paese, fare salute
significa fare ricchezza. Essa va prodotta come qualsiasi altra risorsa
naturale.
La salute partecipa allo sviluppo sostenibile di un paese.
Con
la salute quale ricchezza si possono ridurre significativamente le
spese sanitarie senza danneggiare i diritti.
Evitare le malattie è un passaggio obbligato per ogni paese previdente saggio e civile.
Noi sappiamo che l' Ordine dei Medici è Ente sicuramente super partes, come recita l'art 4 del Codice Deontologico "L'esercizio della medicina è fondato sulla libertà e sull'indipendenza della professione che costituiscono diritto inalienabile del medico.
Il medico nell’esercizio della professione deve attenersi alle conoscenze scientifiche e ispirarsi ai valori etici della professione, assumendo come principio il rispetto della vita, della salute fisica e psichica, della libertà e della dignità della persona; non deve soggiacere a interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura.
In mezzo a tante altre voci più o meno interessate, più o meno suggestionate, vogliamo semplicemente ricordare alcune precise ed inequivocabili affermazioni dell'Ordine dei Medici di Savona in un documento ufficiale “nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale
si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media
regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche,
cardio e cerebrovascolari” e ancora a proposito dei gruppi 3 e 4 a carbone “minaccia reale e consistente per la salute e per la vita dei cittadini della provincia di Savona”.
Con queste premesse, possiamo evitare di batterci per scongiurare altri decenni di carbone?
Nessun commento:
Posta un commento