Tratto da Manduria oggi
TARANTO - Sull'inquinamento ambientale, documento di Confcommercio, Coldiretti e di Claai
....Confcommercio, Coldiretti e
C.l.a.a.i. esprimono la necessità che la politica e le forze sociali si
facciano portatrici di una vision del territorio e dello sviluppo che
traguardi mete che vadano oltre la ‘grande fabbrica’, e la monocultura
industriale, e che superino la tendenza a circoscrivere all’immanente,
all’equazione
“ambientalizzazione fabbrica = lavoro”
l’azione di
pressing sul Governo.
L’intervento della Magistratura ha il
grande merito di aver fatto quello che la politica ed i sindacati in
decenni e decenni di industria non sono stati capaci -o non hanno
voluto- fare: quel che è accaduto in queste settimane rappresenta una
svolta copernicana nel rapporto tra la grande fabbrica ed il territorio,
dalla quale non si può -e non si deve!!- tornare indietro.
“Cambiare
tutto, per non cambiare nulla”, la citazione meridionalista più
ripescata in queste settimane, ma sarebbe la peggiore jattura per
la comunità jonica, la sconfitta delle sconfitte: l’annientamento morale
della comunità locale. ..
In questi giorni si sta parlando
di: ambientalizzazione della fabbrica, di posti di lavoro, di ripresa
della produzione dell’acciaio, di autorizzazione AIA, come se il
problema fosse solo ed esclusivamente come fare per superare le
prescrizioni, insomma tutto ruota attorno alla fabbrica.
Ma oltre il
dilemma ‘Ilva Si, Ilva No’, esiste un altro dramma di cui nessuno parla:
il furto di futuro che i nostri giovani hanno subito e subiranno per
chissà quanti decenni.
Le risorse per la bonifica destinate dallo Stato e dall’Ilva sono irrisorie e non rappresentano nulla rispetto ai guasti che questo territorio ha subito e continuerà a subire : le malattie, le produzioni mitilicole distrutte, i capi di bestiame abbattuti sono ciò che sappiamo e abbiamo visto, ma c’è dell’altro di cui non si parla ed è quello che accadrà dopo l’acciaio.
Confcommercio, Coldiretti e
C.l.a.a.i. riservandosi di analizzare tali temi in modo dettagliato e di
avanzare le proprie proposte in un documento pubblico, sollecitano:
1) un ruolo propositivo delle forze
politiche in merito ai temi del recupero ambientale e dello sviluppo
economico del territorio che vada al di là del tema ILVA;
2) un coinvolgimento di tutte le
forze sociali ed economiche sui temi dell’ambiente e dello sviluppo
(coinvolgimento che non può essere limitato ai sindacati e a
Confindustria che in questi anni hanno guardato solo agli interessi di
parte: grande industria, lavoratori occupati, imprese dell’appalto);
3) una pianificazione delle strategie
di sviluppo economico che faccia riferimento alle altre risorse del
territorio (il mare, l’agricoltura, il turismo, il commercio,
l’artigianato ) unica vera ‘industria pulita’;
4) risorse adeguate al danno strutturale e d’immagine subito dal territorio in ambito nazionale ed internazionale;
5) rilancio della Pianificazione
strategica di Area Vasta, inadeguatamente sostituita dalla Consulta per
lo Sviluppo che ha invece proposto nuovi investimenti a forte impatto
ambientale (Tempa Rossa, Cementir) su cui sarebbe opportuno avviare un
ripensamento.
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