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19 febbraio 2013

Polveri di carbone della Tirreno Power quindici indagati per la Centrale di Vado Ligure

Tratto da La Repubblica 

Polveri di carbone della Tirreno Power quindici indagati per la Centrale di Vado

E' questa l' ipotesi alla base di un' inchiesta per traffico illecito di rifiuti pericolosi avviata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Genova dopo le segnalazioni giunte dalla procura di Savona. Al momento sarebbero quindici le persone indagate e tra questi almeno due dei massimi responsabili del contestato impianto della Tirreno Power di Vado Ligure. Con loro anche i titolari di due società di smaltimento di rifiuti e alcuni autotrasportatori. 
Il procuratore capo Michele Di Lecce ha affidato il fascicolo al pm Giovanni Arena. E ieri mattina i carabinieri del Noe di Genova affiancati dai colleghi di Savona hanno acquisito documenti alla centrale termoelettrica. I militari hanno prelevato la documentazione relativa al ciclo produttivo dell' impianto e in particolare quella riguardante il trasferimento delle ceneri del carbone dalla centrale ad alcune aziende piemontesi specializzate nello smaltimento. Accertamenti sono in corso anche su queste imprese per capire se avessero o meno registrato materiale in realtà mai arrivato. L' indagine mira ad accertare se siano stati commessi reati ambientali e amministrativi..... (Marco Preve) Leggi l'articolo integrale

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Tratto da La Republica .it

Ceneri di carbone nel sottossuolo
18 indagati per traffico di rifiuti

  articolo del 30 ottobre 2012 di CHIARA SPAGNOLO
C’erano le ceneri della centrale Enel di Cerano e quelle di Edipower, i rifiuti pericolosi della Tampieri di Faenza e della Italgreen di Monopoli, persino i resti dello smantellamento dell’area ex Dow all’interno del petrolchimico di Brindisi.
FOTO I RILIEVI FOTOGRAFICI DEL NOE

Secondo la Dda di Lecce le due aziende, che operano nel settore dello smaltimento dei rifiuti, erano il ricettacolo di tonnellate di sostanze pericolosissime che arrivavano da diverse parti della Puglia ma anche dalla Calabria e dall’Emilia Romagna, compattate e interrate senza alcun trattamento. Trecentomila, almeno, hanno calcolato i carabinieri del Noe di Lecce, le tonnellate di rifiuti finite illegalmente nel sottosuolo brindisino, in esecuzione di un disegno criminoso che aveva una duplice finalità: risparmiare e quindi guadagnare.


Per mesi i militari del Noe, guidati dal maggiore Nicola Candido, li hanno osservati mentre caricavano il materiale sui camion e lo portavano nelle due aree finite sotto sequestro, interrandolo in tutta fretta in zone inadeguate a riceverlo e senza alcun trattamento preventivo. Nella terra rossa di Brindisi sarebbe finito di tutto, ceneri pesanti e leggere derivanti dalla combustione di carbone o biomasse: 70.000 tonnellate, solo per dirne una, sarebbero arrivate direttamente da Cerano alla Euroscavi e 15.000 alla Fimab, circa 5.000 tonnellate sarebbero state conferite invece dalla Edipower a Francavilla. Allo stato non risulta che rappresentanti di Enel o Edipower siano indagati, dal momento che le indagini non hanno portato alla luce la consapevolezza di un illecito smaltimento dei rifiuti da parte delle società produttrici (a parte la Tampieri di Faenza e la Italgreen di Monopoli), ma l’esclusivo affidamento dell’attività di trasporto verso le discariche a ditte che risultano coinvolte nell’inchiesta.

Gli accertamenti hanno però consentito di verificare che il sistema di illeciti era piuttosto variegato e comprendeva anche il cosiddetto “giro di bolla”, ovvero l’emissione di formulari fantasma, che attestavano falsamente il conferimento di rifiuti a Euroscavi o Fimab da parte di aziende che, in realtà, avrebbero smaltito in altre zone a costi notevolmente ridotti. Dietro le azioni osservate per anni dai carabinieri, insomma, c’era un sistema complesso e molto vasto. Certificato anche da una serie di consulenze disposte dalla Procura, a seguito di analisi del sottosuolo e carotaggi, dalle quali è emersa la pericolosità dell’attività messa in atto. .....

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