Tratto da La Stampa
"Ecco come fermeremo il carbone"
Illustrato alla Ubik il ricorso al Tar del Lazio contro l'ampliamento della centrale Gli ambientalisti contestano
di Roberto Pavanello
Marco Stevanin e Matteo Ceruti. è in loro che
ripone grandi speranze la Rete savonese fermiamo il carbone che combatte
contro l'ampliamento della centrale Tirreno Power di Vado. Stevanin è
infatti l'uomo che, con il suo Studio Terra, ha realizzato la perizia
tecnica che si contrappone all'Autorizzazione integrata ambientale,
Ceruti è l'avvocato che ha redatto il ricorso al Tar del Lazio in 14
punti per bloccare il via libera ai lavori.
Ieri i due professionisti hanno illustrato alla Ubik,le motivazioni del ricorso, dichiarandosi ottimisti sul suo successo. A portare il loro sostegno (sempre in collegamento) anche Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf, e Alessandro Giannì, direttore campagne di Greenpeace Italia, in rappresentanza delle associazioni nazionali che hanno sottoscritto il ricorso.
Ieri i due professionisti hanno illustrato alla Ubik,le motivazioni del ricorso, dichiarandosi ottimisti sul suo successo. A portare il loro sostegno (sempre in collegamento) anche Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf, e Alessandro Giannì, direttore campagne di Greenpeace Italia, in rappresentanza delle associazioni nazionali che hanno sottoscritto il ricorso.
In massima
sintesi, gli ambientalisti contestano l'impatto sull'ambiente e sulla
salute che ha la centrale così com'è e come sarà, anche dopo gli
interventi giudicati migliorativi dalla Tirreno Power, ma non per i
ricorrenti.
«E' un provvedimento
autorizzativo che viene meno alle sue funzioni», in questo modo
l'avvocato ha definito l'Aia, indicando i punti sui cui si basa il
ricorso (punti evidenziati anche da Stevanin): «In questa Autorizzazione
ci sono errori procedurali e di sostanza. I primi non hanno consentito
un' adeguata pubblicazione e conoscenza di tutti gli atti sia nella fase
istruttoria dell'Aia che nella sua fase conclusiva. Per quanto riguarda
la sostanza non vengono rispettati i criteri emissivi e ambientali
indicati non solo alle normative italiane, ma anche alle migliori
tecnologie disponibili a livello internazionale.
Altra anomalia è
l'utilizzo dell'olio combustibile, che non era nemmeno previsto», «e che
- sottolinea Stevanin - passa da 16 mila litri ad un consumo di 1
milione e 200 mila tonnellate.
Su un territorio colpito come questo,
un'Aia del genere non dovrebbe essere concessa».
La
Tirreno Power resta ferma sulle sue posizione e ribadisce che «l'Aia ha
imposto investimenti e migliorie ambientali di straordinaria rilevanza
economica per gli interventi sulle unità esistenti che consentirebbero
di trasformare la centrale di Vado Ligure quale la più avanzata in
Europa per tecnologie adottate»
Dato, però contestato dal ricorso: toccherà quindi al Tribunale stabilire quali delle due posizioni sia nel giusto.
_______________________
Nessun commento:
Posta un commento