DEI SOLITI ESPERTI...
Tratto da Altraeconomia
L'energia e la fine dell'era fossile.
Le grandi utility dell'energia annunciano -in Italia- esuberi tra il personale e la chiusura di impianti di produzione.
Una situazione largamente prevedibile, cui non è stata data risposta
adeguata. Anzi, si è continuato a costruire nuove centrali a carbone e
olio combustibile, nonostante il calo dei consumi e il boom delle
rinnovabili
Sembra finita anche l'era del posto di lavoro sicuro all'Enel. Da mesi, infatti, all'interno dell'ex monopolista, oggi multinazionale dell'energia, si parla di esuberi e la cifra sembra vicina al 10% di tutti gli occupati in Italia. ......
Ma il problema non riguarda solo Enel: la francese Gdf Suez chiuderà cinque gruppi a ciclo combinato in Olanda ed Ungheria per un totale di 2,1 GW (2.100 MW equivalenti a tre centrali di medie dimensioni), dopo averne già chiusi in passato 5,2 GW; i tedeschi di Eon hanno annunciato la chiusura in Europa di 11 GW non più redditizi e riguardo all’Italia hanno rimandato al 2015 (ma sembra più un addio che un rinvio) la prevista costruzione di un gruppo a carbone da 410 MW nella centrale sarda di Fiumesanto in sostituzione dei due gruppi esistenti a olio combustibile ormai obsoleti e fuori mercato. ... .....
Del resto, i consumi elettrici sono in caduta libera da tempo ed ogni mese è il segno meno a dominare i rapporti di Terna, la società che assicura trasmissione in alta tensione e dispacciamento dell'elettricità. A gennaio i consumi erano calati del 2,4%, a febbraio hanno segnato un -5,1% rispetto a dodici mesi prima (il calo reale è stato
dell’8,1%,....... Inoltre all'interno del paniere di fonti produttive cresce sempre più la quota delle fonti rinnovabili: se il meteo è bello cala l'idrico ma brilla il sole, se piove come in questo primo trimestre 2013, aumenta l'idroeletrico (+43% a febbraio rispetto a un anno prima).
Morale della favola: per le centrali che
bruciano fonti fossili si riduce sempre più la fetta della torta e sempre più centrali spengono le loro caldaie.
In sé la cosa non è negativa, perché meno fossili bruciati significa meno inquinamento e meno emissioni di CO2, oltre che meno import di gas dall'estero.
......Il problema è -quindi- che gli amministratori delegati e gli esperti tutti non l'avevano previsto.
Ma questa situazione era imprevedibile solo per chi credeva ciecamente che i consumi sarebbero saliti senza tregua all'infinito e per chi non ha mai dato una chance all'energia eolica e fotovoltaica.
...... Ma la lettura politico-imprenditoriale degli eventi fu di altra natura: “Servono nuovi impianti” si ripeté insistentemente ed il blackout del 28 settembre 2003 diede ulteriore impeto all'impresa.
Complessivamente vennero autorizzati, con le procedure previste dalla legge 55/02 (o dal precedente DPCM del 27 dicembre 1988), 45 impianti di produzione con un incremento della potenza complessiva di circa 24.000 MW elettrici. Poi a cantieri aperti, e nella maggior parte dei casi ormai conclusi, avvenivano due importanti cambiamenti: la domanda elettrica rallentava la sua crescita per trasformarsi in decrescita ed esplodeva la genereazione da fonti rinnovabili.
Il primo effetto della contrazione è stato quello di mandare fuori regime i normali impianti a vapore (olio combustibile e gas) ...... Poi è seguita la crisi stessa dei cicli combinati:...... troppo poche per recuperare i costi. Infatti il 20 luglio 2010, Simone Mori, uno dei top manager di Enel, davanti all’Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG), dichiarava che “l’attuale livello dei prezzi non consente la piena copertura dei costi di produzione degli impianti a ciclo combinato di nuova realizzazione”.
Si badi bene che parliamo di luglio 2010, quando il sole produceva ancora solo 251 GWh di corrente e non 2 mila come a maggio 2012, pertanto è inutile dare la colpa al fotovoltaico come Assoelettrica ha invece sostenuto: questa crisi è figlia di una mancata pianificazione e dell’errata previsione degli imprenditori rispetto alla crescita dei consumi elettrici.
È da sottolineare che alla crisi del gas non corrisponde alcun calo produttivo delle centrali a carbone poichè il prezzo del carbone è diminuito di un quarto negli ultimi dodici mesi ed è ai minimi da tre anni........
Ma aldilà di questa indispensabile ristrutturazione le imprese elettriche devono urgentemente ripensare il loro ruolo poiché è finita un'epoca e se non vogliono condannarsi a un lento declino devono mutare pelle.
“..... il sistema sta diventando altro” scrive Aldo Bonomi; per i big player dell’energia si
tratta di affrontare questa metamorfosi, di mutare business (per usare le loro logore parole), “fungere da fertilizzatori della green economy territoriale”......
La strada è una: nei mercati maturi, come quello italiano, non ci sarà più spazio per nuove centrali fossili, le utility dovranno inventarsi altri prodotti, potrebbero offrire, in partnership con gli istituti di credito, prodotti pensati per incentivare i propri clienti ad investire in efficienza energetica e aiutarli ad attuare progetti di riqualificazione energetica.
Smart grid e mobilità elettrica sono due altri possibili settori di sviluppo, di certo quello che è inutile
che facciano (come invece fanno da tempo) è elemosinare sussidi per mantenere una situazione insostenibile o tentare di bloccare lo sviluppo delle rinnovabili, come sta facendo il presidente di Assoelettrica, Chicco Testa col suo recente pamphlet contro il solare fotovoltaico.
Leggi l'articolo integrale
* Roberto Meregalli, roberto@beati.org, cura il sito www.martinbuber.eu. Il suo ultimo libro è "Energia, un nuovo inizio"
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Tratto da Articolo Tre
Beyond Coal. Gli Usa cercano di abbandonare le centrali a carbone
Con
il progetto Beyond Coal, si sta cercando di far chiudere entro il 2020,
negli Stati Uniti, oltre 500 centrali a carbone per sostituirle con
impianti puliti quali eolico, solare e geotermico. Una volontà
ecologista che aiuta a vivere in modo più salutare.
01 aprile 2013 – L'iniziativa Beyond Coal
è nata grazie al sindaco di New York Michael Bloomberg e ai
responsabili dell'organizzazione ambientalista statunitense Sierra Club.
Il loro obiettivo è quello di far chiudere, entro il 2020, un terzo
delle centrali a carbone di tutti gli States per
sostituirle con impianti a energia rinnovabile che non danneggino la
salute dei cittadini e rovinino il pianeta.
Per raggiungere questo obiettivo, il primo
cittadino della Grande Mela ha messo a disposizione 50 milioni di
dollari che hanno portato alla chiusura di 142 impianti a cui se ne aggiungerà un altro ormai prossimo alla fine attività.
In questo modo si sono eliminati 50.000
MegaWatt di energia sporca prodotta dal carbone, riducendo le emissioni
come se di colpo 39.100.930 automobili avessero smesso di circolare per
le strade d'America. In termini di salute si stima che si preverranno
6.000 attacchi cardiaci, 60.000 attacchi d'asma, 3.600 morti per un
risparmio complessivo per la sanità di 1,7 miliardi di dollari.
A sostituire gli impianti inquinanti ci saranno
50.000 MegaWatt prodotti da pale eoliche e si calcola che tra vento e sole si potrà fornire energia a oltre 12 milioni di case.
50.000 MegaWatt prodotti da pale eoliche e si calcola che tra vento e sole si potrà fornire energia a oltre 12 milioni di case.
....Il carbone è responsabile di un terzo delle emissioni di carbonio negli Stati Uniti, che tradotto significa 13.000 morti premature ogni anno e una spesa aggiuntiva per la sanità di 100 miliardi di dollari.
Per raggiungere il proprio scopo, Beyond
Coal sostiene e appoggia gli attivisti locali affinché combattano per la
chiusura di vecchie centrali a carbone e si impegnino a non farne
costruire di nuove.
Gli obiettivi che il gruppo si è dato per
ritenersi soddisfatto della propria lotta sono tre:
riuscire a far
chiudere entro il 2020 oltre 500 centrali a carbone, un terzo del totale
di tutto i territorio federale;
sostituire la produzione persa con fonti alternative
quali eolico, solare e geotermico;
fermare l'estrazione di carbone da luoghi come gli Appalachia e il Wyoming's Powder River Basin.
fermare l'estrazione di carbone da luoghi come gli Appalachia e il Wyoming's Powder River Basin.
Perchè uno dei Soliti Esperti......del carbone accusa un' Associazione Seria come il Sierra Club,appoggiata da solidissimi studi scientifici, di straparlare ?!?
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