L’esorbitante conto dei sussidi alle fossili
Cap and trade? Carbon Tax? Sistema Ets? Secondo un nuovo studio del Fondo monetario internazionale nessuna di queste soluzioni è la migliore per risolvere la crisi climatica riducendo drasticamente le emissioni di anidride carbonica.
La strada più sicura ed economica sarebbe invece un taglio netto ai sussidi che vengono a tutt’oggi pagati alle fonti fossili.
Il Fondo stima poi in 1,4 bilioni la somma il mondo paga annualmente per dare alle fonti fossili un prezzo falsato, un prezzo, ovvero, che non tiene conto dei danni ambientali e climatici prodotti dall’energia sporca.
Costi, quelle delle “esternalità” delle
fonti fossili, che vengono stimati convenzionalmente in 24 dollari per
ogni tonnellata di anidride carbonica immessa in atmosfera.I paesi ai
quali questa pratica costa più di tutti, sottolinea ancora la ricerca,
sono gli Usa (502 miliardi di dollari l’anno), la Cina (279) e la Russia (116 ).
L’Fmi si mostra comunque consapevole che tagliare questa piaga non è semplice. .....Leggi l'articolo integrale
Leggi anche il nostro post dell' 8 gennaio
Tutto per Enel il 'regalo' alle centrali a olio combustibile
Circa 250 milioni di euro dalle bollette
degli italiani per rendere solo disponibili dal 1° gennaio al 31 marzo
2013, e con un preavviso di 48 ore, la produzione di vecchie e
inquinanti centrali a olio combustibile. Obiettivo è fronteggiare
un'eventuale emergenza gas. Dall'elenco dell'Autorità risulta che il
'monopolista' di questi impianti è Enel.
Alla fine il
provvedimento si traduce in un grande favore a chi possiede queste
centrali a olio combustibile.
Per prevenire le "situazioni di emergenza gas",
infatti, si prevedono incentivi per le centrali a olio combustibile
(cioè a petrolio) e per rimettere in funzione questi impianti vecchi,
inquinanti e spesso posizionati in zone ad alto densità abitativa, sono
previste "deroghe alla normativa sulle emissioni in atmosfera o alla
qualità dei combustibili" e le centrali "sono esentate dall'attuazione
degli autocontrolli previsti nei piani di monitoraggio, con deroga alle
prescrizioni nelle autorizzazioni integrate ambientali", addirittura
superando "gli obblighi relativi alla presentazione di piani di
dismissione”.
“Un vero e proprio
regalo alle lobby del petrolio con i soldi dei cittadini”, secondo
Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente.
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