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14 maggio 2013

Allarme sul clima, "il mondo in una nuova zona di pericolo".VERSO IL PUNTO DEL NON RITORNO

Tratto da Ecologiae

Ambiente, raggiunto picco massimo CO2 nella storia

Valentina Ierrobino
Previsione CO2 2100
I cambiamenti climatici stanno alterando il clima e mettendo in pericolo gli ecosistemi del Pianeta. A causare questo è l’inquinamento dovuto alle attività umane. Si è sempre parlato di ciò ma mai si erano date notizie tanto allarmanti sulla presenza di anidride carbonica nell’atmosfera, che ha raggiunto il suo picco massimo nella storia. Per monitorare il fenomeno e cercare soluzioni reali al cambiamento in atto l’Istituto di Oceanografia del Mauna Loa Observatory nelle Hawaii ha creato una pagina Twitter in cui ha pubblicato i dati raccolti dal 1958 ad oggi.
CO2 nella storia

Il giorno 9 maggio 2013 l’ente di ricerca ha riportato i livelli di CO2 più alti della storia, ben 400,03 parti per milione (ppm).
 

Dalla notizia allarmante si spera, con la pubblicazione dei grafici e dei dati, che i governi di tutto il Pianeta possano intervenire con leggi e normative ad hoc per fermare, davvero, i cambiamenti climatici e offire una migliore qualità della vita.
 Il numero altissimo di ppm nell’atmosfera vuol dire che nell’ultimo secolo i livelli di CO2 sono aumentati come non mai nella storia! Già a pochi anni dalla rivoluzione industriale del 1780 la concentrazione di CO2 era di circa 280, dunque aumentata di 40 ppm rispetto all’era pre-industriale. 
Da allora ad oggi i valori sono quasi raddoppiati con conseguenze sulla biodiversità, il clima e la vita stessa di organismi animali e vegetali incalcolabile.



Solo nel Pliocene erano stati raggiunti livelli di CO2 così elevati e questo si era tradotto in aumento delle temperature terrestri di circa 3-4 gradi, e di un aumento dei livelli del mare di circa 40 metri. Questo  dunque lo scenario che ci aspetta se non interveniamo al più presto. 
 Il direttore dell’Istituto di ricerca Grantham sui cambiamenti climatici ha dichiarato che con l’inquinamento stiamo creando un clima preistorico in cui le società umane si dovranno confrontare con enormi rischi per la sopravvivenza e che solo attraverso la riduzione delle emissioni di CO2 saremo in grado di evitare queste catastrofiche conseguenze.
[Fonti: Treehugger; Greenpeace]

Tratto da Il Cambiamento

Cambiamenti climatici: “record storico di CO2”

La concentrazione dell’anidride carbonica in atmosfera ha superato oggi le 400 parti per milione (ppm), un livello altissimo che rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme rispetto ai cambiamenti climatici in corso nel Pianeta.
“La nostra dipendenza dalle fonti fossili ci ha condotti oltre l’ennesima soglia di distruzione del clima” ha dichiarato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. 

“Ciò che siamo purtroppo riusciti a fare in poco più di un secolo aveva richiesto alla natura, in altre ere, migliaia di anni.
 Tuttavia gli imprenditori delle fonti fossili e i governi che garantiscono le loro fortune economiche, continuano a progettare un futuro di energie sporche, spingendo il cambiamento climatico verso un punto di non ritorno. 
 E questo nonostante l’alternativa per una vera rivoluzione energetica esista, oggi, e sia concreta e praticabile: è nelle fonti rinnovabili e nell’efficienza energetica”.
Lo scenario Energy [R]evolution 2012 di Greenpeace mostra come proteggere il clima superando il ricorso alle fonti fossili, riducendo le emissioni di CO2 e preservando, al contempo, la sicurezza energetica.
 Un profondo cambiamento nelle modalità di produzione e consumo dell’energia consentirebbe la creazione – nei soli comparti del riscaldamento e dell’elettricità – di sei milioni di posti di lavoro.
In poco più di un secolo la nostra dipendenza dalle fonti fossili ha modificato le condizioni climatiche e ambientali che hanno garantito l’intera civilizzazione umana. I cambiamenti del clima si stanno determinando a una velocità tale da sfidare ogni eventuale capacità di adattamento umano. Già molte popolazioni sono in sofferenza, in diverse regioni del Pianeta, per gli impatti del cambiamento climatico.
Purtroppo, come Greenpeace ha documentato in un recente rapporto, sia le compagnie che fanno business con le fonti fossili che i governi che autorizzano i loro progetti sono all’opera per aumentare i livelli di sfruttamento dei giacimenti di carbone, petrolio, sabbie bituminose e gas. 
Si tratta di progetti attivi in tutte le regioni del globo, dalla Cina al Canada, dall’Australia all’Artico, che rischiano di consegnarci a un futuro in cui il caos climatico sarà la regola quotidiana e non più l’eccezione.....

Il tasso di crescita della concentrazione di CO2 in atmosfera è senza precedenti. Se le emissioni di gas serra continueranno con questo ritmo il pianeta raggiungerà le 1.000 ppm nel giro di 100 anni, laddove – invece - aumenti di concentrazione di solo 10 ppm richiedevano, nelle ere passate di più intensi cambiamenti climatici, 1000 o più anni.

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