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30 maggio 2013

Giudicare gravi i 'crimini ambientali contro l'umanità' e rendere omogenee le pene in Ue

Tratto da  Adnkronos
Al lavoro sulle sfide di uno sviluppo sostenibile

Giudicare gravi i 'crimini contro l'umanità' e rendere omogenee le pene in Ue


Bruxelles, 29 mag. - (Adnkronos) - Estendere le competenze della Corte Penale Internazionale dell'Aja ai più gravi reati ambientali così da poterli giudicare quali crimini contro l'umanità, e istituire il Tribunale Penale Europeo dell'Ambiente per rendere omogeneo il contrasto e l'applicazione delle pene sul territorio europeo e, soprattutto, render possibile l'applicazione di quelle sanzioni. Sono i due obiettivi principali per raggiungere i quali da alcuni anni la International Academy of Environmental Sciences e poi la Fondazione Sejf -­Supranational Environmental Justice Foundation, stanno portando avanti un complesso lavoro legislativo e diplomatico.
Questo è stato anche il tema dell'audizione che si è tenuta oggi a Bruxelles, tra il presidente della fondazione Sejf, Antonino Abrami, e i rappresentanti della Globe International, l'organismo internazionale tra parlamentari europei che ha lo scopo di produrre politiche e legislazioni a favore della tutela dell'ambiente e di contrasto ai mutamenti climatici. ''La giornata di oggi - spiega Antonimo Abrami, ex magistrato alla Corte d'Appello di Venezia e docente universitario - è propedeutica verso una riforma che appare sempre più urgente e che è ormai nella coscienza dei popoli, ancor prima che nelle scelte politiche delle istituzioni.
 Per risolvere la 'questione ambiente' che è al centro della politica della sostenibilità è necessario prima di tutto considerare l'aspetto della responsabilità di chi lo distrugge o di chi lo danneggia. Un'emergenza che si scontra con l'inadeguatezza dell'attuale sistema giurisdizionale".  
........."Nonostante gli importanti passi in avanti compiuti con la direttiva europea del 2008 - conclude Abrami - serve uno scatto in avanti ulteriore per garantire a livello europeo un sistema sanzionatorio uniforme e a livello mondiale un riconoscimento del 'Disastro ambientale intenzionale' come crimine contro l'umanità''. Il convegno di Venezia del 21 giugno prossimo sarà l'occasione per presentare le proposte della fondazione Sejf per una riforma della tutela ambientale su scala internazionale e per una legislazione ambientale che deve tener conto di diversi aspetti.  
Si va da una scala delle urgenze ambientali nei diversi continenti alla necessità di elaborare un codice europeo ed internazionale dell'ambiente che formuli alcune definizioni base per definire le priorità ambientali; dall'importanza del riconoscimento della responsabilità ambientale del mondo dell'impresa, alla necessità di rendere imprescindibili i principi del ''chi inquina paga'', di precauzione, prevenzione, sostenibilità in tutti campi dell'industria e dell'economia.

Taranto, 15 mag. (Adnkronos) - "L'evoluzione dell'inchiesta 'Ambiente svenduto' conferma che i reati di corruzione e concussione se perpetrati in campo ambientale rappresentano indirettamente una seria minaccia per la salute dei cittadini".
 Lo afferma Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia..........

"Purtroppo assistiamo sempre piu' spesso - continua Tarantini - ad attivita' illecite accompagnate da un sistematico ricorso alla corruzione di amministratori pubblici e rappresentanti politici, funzionari incaricati di rilasciare autorizzazioni o di effettuare controlli. Non dimentichiamoci che tra le molte vittime della corruzione vi sono quanti pagano con la vita o con la salute l'arricchirsi di funzionari pubblici a libro paga dei corruttori. Lodevole il lavoro della magistratura tarantina che cosi' facendo contribuisce, insieme ad altre Procure, a diminuire il tasso di depenalizzazione dei reati di corruzione. 
Nel nostro Paese, infatti, la corruzione - sottolinea il presidente di Legambiente - rischia di trasformarsi in un crimine senza pena. Se si ipotizza che i protagonisti ne ponderino razionalmente costi e benefici attesi, le occasioni favorevoli e l'inefficacia dei controlli segnalano che smistando tangenti si puo' guadagnare molto rischiando poco o nulla. La credenza che la corruzione sia prassi corrente e che l'onesta' non paghi finisce per tradursi da sola in realta'
Se invece si diffonde la convinzione che la legge della tangente non sia senza scampo si puo' cominciare a intraprendere un cammino che sia davvero diverso e che avvii al cambiamento".
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