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25 giugno 2013

1) Clima : "E' il momento di agire".La svolta 'verde' di Obama. 2) LA SVOLTA .....POCO VERDE ITALIANA":centinaia di milioni di euro per la lobby elettrica "


Obama rilancia la battaglia contro i cambiamenti climatici


Il discorso di Barack Obama sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sulla politica energetica, a prescindere dagli specifici obiettivi, è un segnale forte alle lobby dei fossili, ai negazionisti del clima e al Congresso. Un messaggio che chiede a tutti di sentirsi coinvolti: un appello alla mobilitazione dei cittadini per stimolare politiche virtuose di imprese e governi locali.
C’era grande attesa per il discorso di Obama sul clima sia per i riflessi sulle politiche interne, sia per le sorti dell’accordo globale sulle emissioni da raggiungere nei prossimi 18 mesi.
La necessità di un segnale forte era auspicata da molti per riuscire a raggiungere l’obiettivo indicato dagli Usa a Copenaghen (-17% al 2020 rispetto al 2005, vedi grafico) ed era largamente prevedibile, visto l’impegno sul “global warming” assunto dal presidente all’atto della sua rielezione........
Obama è uno splendido comunicatore e il suo discorso alla Georgetown University, andato oltre le previsioni di larga parte del mondo ambientalista, segnerà il futuro della politica sul clima degli Usa e darà un impulso ad una eco-diplomazia internazionale in panne.
Sull’inutilità di discutere la fondatezza dei rischi il presidente è stato tranchant. Il 97% dei ricercatori è convinto dell’emergenza clima e, del resto,  gli Usa stanno già drammaticamente subendo le conseguenze di un mondo più caldo. ...
Occorre dunque agire subito. Ma il presidente sa che il Congresso è bloccato e quindi disegna una strategia di attacco (The President's Climate Action Plan - pdf) su più versanti che prescinde da un improbabile accordo bipartisan. Utilizza le sue leve, ad iniziare dall’Environmental Protection Agency, che già ha emanato norme che dovrebbero raddoppiare l’efficienza dei veicoli per la metà del prossimo decennio, e che ora riceve il mandato di definire limiti alle emissioni delle centrali a carbone.
“Obama lancia la battaglia al carbone”, è il commento di molti. E, in effetti, la riduzione delle emissioni di CO2 di un parco obsoleto come quello degli Usa è una priorità assoluta. Vengono poi alcuni annunci, come l’accelerazione delle autorizzazioni di progetti solari ed eolici sui terreni federali e l’impegno a fornire con le rinnovabili il 20% dell’elettricità di tutte le strutture governative entro il 2020 (qui avrebbe potuto osare di più).
Verrà inoltre data assistenza ai piani che diverse città e Stati stanno definendo per limitare i danni dei cambiamenti climatici. New York e New Orleans, ad esempio, hanno già subito impatti per decine di miliardi di dollari e si stanno attrezzando contro i rischi futuri.
Si rivolge poi ai molti Stati che da una costa all’altra si sono dati propri obiettivi sull’efficienza e sulle rinnovabili e alle oltre 1.000 città impegnate a contenere le emissioni climalteranti.  Si deve partire da lì, dalle buone pratiche sul territorio. It’s just time for Washington to catch up with the rest of the country. È il governo che deve inseguire. 
Ma c’è di più. Obama sa che, senza una forte spinta dal basso, i potenti interessi contrari bloccherebbero le politiche più avanzate. Fa quindi appello mobilitazione dei cittadini per stimolare l’avvio di politiche virtuose di imprese, governi locali, del Congresso stessoArriva a pronunciare la parola eversiva “Divest”, uno degli slogan di un movimento che sta facendo proseliti in molte università e città statunitensi con l’obiettivo di spostare i propri investimenti dalle multinazionali dei fossili alle rinnovabili......
Infine, è importante l’impatto del discorso a livello internazionale. I critici avevano evidenziato come la riduzione dell’uso interno del carbone negli ultimi due anni aveva comportato un aumento delle esportazione di questo combustibile. Su questo punto Obama prende un impegno forte: non finanziare più centrali a carbone all’estero sprovviste di tecnologia di cattura e sequestro del carbonio, una soluzione al momento solo sperimentale. Se anche la Banca Mondiale seguisse questa linea, gli scenari elettrici cambierebbero molto nei prossimi anni.
Ma il cuore della battaglia sul clima verrà dal raggiungimento di un accordo globale sul clima. Obama vuole che gli Usa riprendano la leadership nelle trattative, una posizione che avvicina la possibilità di un successo entro il 2015. Anche perché la Cina, sempre più lanciata sulle rinnovabili e sulla green economy, ha progressivamente cambiato atteggiamento.
La vecchia Europa, da sempre capofila delle battaglie sul clima, ultimamente si era un po’ appannata come dimostrano le defatiganti discussioni sugli obiettivi al 2030. La nuova posizione Usa rafforzerà la definizione di targets più ambiziosi.
We need a plan to lead the world in a coordinated assault on a changing climateRipartiamo da qua, anche nel nostro paese.
Obama durante il suo discorso

Tratto da Rainews24

La svolta 'verde' di Obama

  Washington, Stati Uniti:Ecco la svolta 'verde' di Barack Obama, che vuole offrire agli Stati Uniti la leadership nella lotta contro i cambiamenti climatici, oltre a quella contro la fame nel mondo.
....Barack Obama propone una vera 'svolta' verde della sua agenda per il secondo mandato, con obiettivi precisi: entro il 2020 il 20% dell'energia elettrica consumata dal governo federale arrivera' da fonti rinnovabili.
Per centrare l'obiettivo, che ridurra' di molto il cambio climatico globale, il presidente americano mette mano al portafoglio: sono pronti 8 miliardi di dollari in garanzie sui prestiti per i progetti finalizzati a ridurre le emissioni da carbone e da altre materie prime fossili.....

"Gli Stati Uniti - scandisce Obama - vogliono essere il Paese leader globale nella lotta al cambio climatico. Non e' ne' giusto, ne' sicuro - ha aggiunto - che le centrali elettriche emettano quantita' illimitate di anidride carbonica
 nell' atmosfera.
 Dobbiamo fermarle".......
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Tratto da Rsi.ch

Obama, "USA leader per il clima"

Nel mirino della Casa Bianca le centrali a carbone


"Gli Stati Uniti pagano già il prezzo del riscaldamento globale e devono diventare un paese guida nella lotta ai cambiamenti climatici", ha detto Barack Obama alla Georgetown University.
"Dobbiamo agire per i nostri figli e nipoti", ha affermato nel suo discorso il presidente, che ha dato mandato all'agenzia nazionale di protezione dell'ambiente di preparare misure per ridurre le emissioni di CO2 delle 1'400 centrali a carbone che alimentano la rete elettrica del paese.
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LA SVOLTA .....POCO VERDE ITALIANA 

Tratto da Il Fatto Quotidiano

Enel e la guerra da 2 miliardi l’anno. Aiuti finanziati da bollette e rinnovabili

Il ministero dello Sviluppo di Flavio Zanonato è pronto ad andare incontro al settore, o meglio, ai produttori tradizionali.

Enel e la guerra da 2 miliardi l’anno. Aiuti finanziati da bollette e rinnovabili
Dove si trovano 2 miliardi all’anno per la 
lobby elettrica? Uno dei decreti Sviluppo del 
governo Monti dovrebbe imporre a ministero e Autorità 
di scaricare una parte del peso sui produttori di 
rinnovabili, molto avvantaggiati in questi anni: si tratta 
di redistribuire dall’ energia verde a quella normale.
Ma se il sostegno elettrico arriverà davvero a 2 miliardi all’anno, una grossa parte del costo finirà per forza in bolletta, pagato da tutti i consumatori. Il negoziato
 tra ministero dello Sviluppo e Autorità
 dell’Energia e lobby del settore è ancora agli inizi.
Ma perfino l’Antitrust di Giovanni Pitruzzella ha 
offerto una sponda alle richieste di aiuto dagli operatori termoelettrici, i quali hanno subito colto
 il messaggio un po’ in codice. Lo spettatore più 
interessato di questa partita è l’Enel, il primo 
produttore elettrico nazionale.
Assicurazione o sussidio?
Il 22 maggio Paolo Scaroni e Fulvio Conti, amministratori delegati di Eni ed Enel, sono andati a Bruxelles per fare pressione, assieme ai loro omologhi internazionali, perché anche a livello europeo si 
affermi l’approccio del capacity payment.
 Anzi, capacity market, come viene chiamato ora per 
allontanare l’idea che si tratti di un sussidio.
 Le rinnovabili hanno messo fuori mercato le 
centrali termoelettriche tradizionali, che in questo quadro potrebbero pure essere chiuse.............
Leggi l' articolo integrale 
Il Fatto Quotidiano del 19 giugno 2013

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