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24 giugno 2013

Fiume Santo:Gruppi inquinanti, chiesta ancora........ la proroga

POVERA ITALIA E .........POVERI ITALIANI .MA LE LEGGI SONO UN OPTIONAL?

Tratto da La nuova Sardegna

Gruppi inquinanti, chiesta la proroga

Lettera di Terna al prefetto per il funzionamento ulteriore di 700 ore per gli impianti in deroga. Rischi per il territorio.
di Gianni Bazzoni
SASSARI. Le sorprese a Fiume Santo non finiscono mai. E il problema non è rappresentato solo dall’atteggiamento di E.On che continua a non rispettare gli impegni assunti per migliorare la situazione ambientale e produttiva del polo energetico del nord Sardegna. 
Stavolta è Terna - la società che gestisce in sicurezza la Rete di trasmissione nazionale - a giocare una carta che merita attenzione. Nei giorni scorsi i dirigenti di Terna hanno inviato una lettera al prefetto Salvatore Mulas con la quale annunciano la richiesta di altre 700 ore di proroga per i gruppi 1 e 2 di Fiume Santo, obsoleti e già in deroga da anni ai limiti ambientali.
Si tratta, dunque, di una richiesta per continuare a inquinare nel nome delle esigenze della collettività. Quei gruppi di produzione, alimentati a olio combustibile, devono cessare l’attività entro il 31 dicembre 2013 e sono diventati famosi nel territorio proprio per il pesante impatto ambientale, sottolineato in maniera drammatica dal gravissimo incidente dello sversamento in mare - su circa 100 chilometri di costa - di 50 tonnellate di olio nel mese di gennaio 2011(il processo per deturpazione ambientale e altri reati a carico di dirgenti di E.On è nella fase iniziale e proseguirà a ottobre).

Unione europea. Secondo le indiscrezioni trapelate ieri, pare che Terna abbia “suggerito” al prefetto di andare oltre il governo italiano e interessare Bruxelles in modo da superare i limiti previsti dalla normativa comunitaria. In effetti, i parametri attuali (quelli stabiliti nell’Autorizzazione al funzionamento della centrale di Fiume Santo), sono imposti come necessaria conseguenza di una direttiva europea. Quindi, per superarli sarebbe necessaria una procedura di infrazione con l’Unione europea.

Il precedente. Terna aveva già chiesto e ottenuto, circa un anno fa, al prefetto di Sassari un provvedimento simile, sempre motivandolo con esigenze di stabilità della rete elettrica. Insomma, interessi generali della comunità che, a quanto pare, viaggiano in una sola direzione. E non certo a beneficio del territorio....

I rischi. E.On che, come hanno più volte denunciato i sindacati e le istituzioni, continua a registrare profitti importanti dalla centrale di Fiume Santo, da anni ha limitato al minimo indispensabile la manutenzione dei due impianti in deroga. E in quelle condizioni, i gruppi 1 e 2, rappresentano una minaccia continua in un territorio dove i rischi ambientali non mancano di certo....

Gli enti locali. Le istituzioni e il territorio combattono da tempo, senza successo, contro l’esercizio dei gruppi 1 e 2 a olio combustibile, che hanno superato i limiti delle emissioni da parecchi anni, e che hanno continuato a funzionare anche oltre le deroghe ambientali.

Il ministero. Resta da chiedersi quale sia il ruolo del ministero dell’Ambiente in questa incredibile situazione, visto che ha concesso le autorizzazioni all’esercizio della centrale.
 Possibile che vada tutto bene? E di fronte alla nuova richiesta di deroga, a parte il costo economico, c’è un territorio chiamato a sopportare un nuovo danno ambientale annunciato.  
Anche in questo caso tutto regolare?
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