Tratto da Peacelink
Fondo Antidiossina e PeaceLink nuovamente alla Commissione Europea
Antonia Battaglia, Alessandro Marescotti e Fabio Matacchiera tornano a Bruxelles per un incontro con la commissione europea
12 luglio 2013 - Alessandro Marescotti
Con noi era
presente anche l'onorevole Monica Frassoni, particolarmente attenta alle
questioni ambientali europee.
Questa importante missione si iscrive nel solco nella nostra
cooperazione con la Commissione Europea, al fine di trovare una
soluzione equa e viabile per il caso Ilva, a supporto della legalità e
del rispetto delle norme europee.
Abbiamo portato dentro i palazzi della Commissione Europea le immagini impressionanti delle emissioni notturne e diurne e degli scarichi in mare dell'Ilva, abbiamo mostrato le foto raccapriccianti dei necrofori che, nel cimitero di Taranto, sono costretti a proteggersi dalle sostanze inquinanti che hanno intriso i terreni, indossando le tute di protezione integrale
"Inaccettabile": cosi' il Direttore Generale Karl Falkenberg ha commentando le immagini.
Abbiamo esposto - tra l'altro - anche le informazioni del dossier aggiornato che alleghiamo a questo comunicato.
Forte è stata la sottolineatura delle ragioni di legalita' e le informazioni scientifiche per cui la magistratura è intervenuta.
I cittadini di Taranto hanno diritto ad essere tutelati con una rigorosa, celere ed efficace attuazione delle direttive europee.
Abbiamo evidenziato la grottesca situazione per cui le autorita' italiane non hanno ancora attuato il principio di "chi inquina paga" previsto dalla direttiva 35 del 2004 e richiamato dalla direttiva 75 del 2010.
Il governo italiano, invece di imporre l'attuazione dell'Aia, sta apprestando una seconda legge di aiuto all'Ilva, allo scopo di evitare la tempistica delle attuali prescrizioni.
Abbiamo evidenziato alla Commissione Europea la grave azione del governo che, invece di imporre il rispetto delle prescrizioni ad un'azienda inadempiente, pensa al contrario di modificarle, tramite una nuova legge per garantire all'azienda di inquinare come prima.
Appena arrivati in Italia abbiamo scoperto che sarebbe stato stilato un piano industriale da 1,8 miliardi di euro: una cifra assolutamente insufficiente.
La sola copertura dei parchi minerali costa 1 miliardo di euro a cui va aggiunta l'impermeabilizzazione e la bonifica del terreno sottostante e della messa in sicurezza della falda.
Se con una nuova legge il governo intende aggirare le attuali prescrizioni autorizzative, è chiaro che si potrebbe gererare un contenzioso di enorme e imprevedibile portata, in quanto la sentenza della Corte Costituzionale condizionava la prosecuzione dell'attivita' produttiva dell'Ilva alla attuazione puntuale e integrale di tutte le prescrizioni dell'Aia.
Mentre noi eravamo a Bruxelles, contemporaneamente Lidia Giannotti e Fulvia Gravame, in rappresentanza di PeaceLink, erano convocate al Senato della Repubblica in audizione, sempre sul caso Ilva, per la conversione in legge dell'attuale decreto.
Nonostante l'estate, siamo mobilitati per vigilare e per svolgere un ruolo di cittadinanza attiva, per dare voce alle ragioni della salute e della legalita'
Per Peacelink e per Fondo Antidiossina
Antonia Battaglia
Alessandro Marescotti
Fabio Matacchiera
PER VEDERE IL DOSSIER
https://docs.google.com/document/d/1U__qAzQs20a6QO8UY8Xc9GtTLCCDZGjoIrPbp0Pnyok/edit
TRATTO DAL BLOG DEL COMITATO PER TARANTO
La rivolta dei pollicini
Immobili deprezzati, 140 in causa
Sono 140 le cause intraprese nei confronti dell’Ilva, dell’ex presidente Emilio Riva e dell’ex direttore Luigi Capogrosso (coinvolti nell’inchiesta per disastro ambientale), per chiedere il risarcimento per il deprezzamento commerciale subito dal proprio immobile a causa dell’inquinamento.
Lo rendono noto i consiglieri comunali di Taranto Aldo Renna (movimento Condemi) e Giovanni Ungaro (indipendente). Le cause, dicono, "sono ormai giunte nella fase finale. Da lunedì della prossima settimana, infatti, il Collegio dei Periti nominato dal Giudice istruttore, composto da tre esperti, inizierà il sopralluogo sugli immobili del rione Tamburi delle persone in causa, al fine dell’accertamento dei danni".
I due consiglieri criticano il sindaco di Taranto Ippazio Stefano per "quel che non ha fatto per la proprietà pubblica dal 2005 ad oggi, rimandando di anno in anno e di avvocato in avvocato".
La questione si sta "concludendo" grazie a "140 umili cittadini che ogni giorno lottano, per il sostentamento della propria famiglia, ma soprattutto – dicono i consiglieri - per sopravvivere e convivere con l’inquinamento, che perdura imperioso e cinico, e nessuna legge sembra fermare se non l'azione della Magistratura".(GdM)
Abbiamo portato dentro i palazzi della Commissione Europea le immagini impressionanti delle emissioni notturne e diurne e degli scarichi in mare dell'Ilva, abbiamo mostrato le foto raccapriccianti dei necrofori che, nel cimitero di Taranto, sono costretti a proteggersi dalle sostanze inquinanti che hanno intriso i terreni, indossando le tute di protezione integrale
"Inaccettabile": cosi' il Direttore Generale Karl Falkenberg ha commentando le immagini.
Abbiamo esposto - tra l'altro - anche le informazioni del dossier aggiornato che alleghiamo a questo comunicato.
Forte è stata la sottolineatura delle ragioni di legalita' e le informazioni scientifiche per cui la magistratura è intervenuta.
I cittadini di Taranto hanno diritto ad essere tutelati con una rigorosa, celere ed efficace attuazione delle direttive europee.
Abbiamo evidenziato la grottesca situazione per cui le autorita' italiane non hanno ancora attuato il principio di "chi inquina paga" previsto dalla direttiva 35 del 2004 e richiamato dalla direttiva 75 del 2010.
Il governo italiano, invece di imporre l'attuazione dell'Aia, sta apprestando una seconda legge di aiuto all'Ilva, allo scopo di evitare la tempistica delle attuali prescrizioni.
Abbiamo evidenziato alla Commissione Europea la grave azione del governo che, invece di imporre il rispetto delle prescrizioni ad un'azienda inadempiente, pensa al contrario di modificarle, tramite una nuova legge per garantire all'azienda di inquinare come prima.
Appena arrivati in Italia abbiamo scoperto che sarebbe stato stilato un piano industriale da 1,8 miliardi di euro: una cifra assolutamente insufficiente.
La sola copertura dei parchi minerali costa 1 miliardo di euro a cui va aggiunta l'impermeabilizzazione e la bonifica del terreno sottostante e della messa in sicurezza della falda.
Se con una nuova legge il governo intende aggirare le attuali prescrizioni autorizzative, è chiaro che si potrebbe gererare un contenzioso di enorme e imprevedibile portata, in quanto la sentenza della Corte Costituzionale condizionava la prosecuzione dell'attivita' produttiva dell'Ilva alla attuazione puntuale e integrale di tutte le prescrizioni dell'Aia.
Mentre noi eravamo a Bruxelles, contemporaneamente Lidia Giannotti e Fulvia Gravame, in rappresentanza di PeaceLink, erano convocate al Senato della Repubblica in audizione, sempre sul caso Ilva, per la conversione in legge dell'attuale decreto.
Nonostante l'estate, siamo mobilitati per vigilare e per svolgere un ruolo di cittadinanza attiva, per dare voce alle ragioni della salute e della legalita'
Per Peacelink e per Fondo Antidiossina
Antonia Battaglia
Alessandro Marescotti
Fabio Matacchiera
PER VEDERE IL DOSSIER
https://docs.google.com/document/d/1U__qAzQs20a6QO8UY8Xc9GtTLCCDZGjoIrPbp0Pnyok/edit
TRATTO DAL BLOG DEL COMITATO PER TARANTO
La rivolta dei pollicini
Immobili deprezzati, 140 in causa
Sono 140 le cause intraprese nei confronti dell’Ilva, dell’ex presidente Emilio Riva e dell’ex direttore Luigi Capogrosso (coinvolti nell’inchiesta per disastro ambientale), per chiedere il risarcimento per il deprezzamento commerciale subito dal proprio immobile a causa dell’inquinamento.
Lo rendono noto i consiglieri comunali di Taranto Aldo Renna (movimento Condemi) e Giovanni Ungaro (indipendente). Le cause, dicono, "sono ormai giunte nella fase finale. Da lunedì della prossima settimana, infatti, il Collegio dei Periti nominato dal Giudice istruttore, composto da tre esperti, inizierà il sopralluogo sugli immobili del rione Tamburi delle persone in causa, al fine dell’accertamento dei danni".
I due consiglieri criticano il sindaco di Taranto Ippazio Stefano per "quel che non ha fatto per la proprietà pubblica dal 2005 ad oggi, rimandando di anno in anno e di avvocato in avvocato".
La questione si sta "concludendo" grazie a "140 umili cittadini che ogni giorno lottano, per il sostentamento della propria famiglia, ma soprattutto – dicono i consiglieri - per sopravvivere e convivere con l’inquinamento, che perdura imperioso e cinico, e nessuna legge sembra fermare se non l'azione della Magistratura".(GdM)
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