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17 luglio 2013

Grandi industrie, l’ira di Nichi Vendola : «Non rispettano la salute»

Tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno

Grandi industrie, l’ira di Nichi: «Non rispettano la salute»
di Massimiliano Scagliarini.

BARI - La centrale Enel di Cerano non è stata sottoposta a valutazione di impatto ambientale, e nell’Aia non sono stati esaminati i profili sanitari. 
Eppure l’Enel, insieme agli altri colossi Enipower e Edipower, ha impugnato il regolamento pugliese sulla valutazione del danno sanitario.
E così mentre a Roma il Tar del Lazio discuteva i tre ricorsi (rinviati a data da destinare), a Bari il presidente Nichi
Vendola ha lanciato la sua nuova sfida: «I giganti industriali del Paese - accusa - non possono giocare di furbizia o fuggire dalle proprie responsabilità ben sapendo che ci sono altri sarcofagi da scoperchiare».


Nel mirino del governatore finiscono gli altri casi simili all’Ilva, cui la Regione (con la legge 21/2012 e il regolamento 24) vuole imporre lo stesso principio già applicato al siderurgico: chi provoca disastri ambientali deve farsi carico (anche) dei danni alla salute.

Con l’Ilva è andata bene, tanto che la valutazione del danno sanitario è stata recepita sia nell’Aia sia nel Decreto 231. Enel, Edipower e Enipower, gestori delle altre grandi centrali (le prime due a Brindisi, le altre due a Taranto) sarebbero destinati allo stesso percorso. Ma stanno provando a opporsi, forse perché - dice la Regione - temono che emerga un nesso di causalità potenzialmente devastante.
Il capo dell’avvocatura regionale, Vittorio Triggiani, tra i più profondi conoscitori del settore, ha consegnato a Vendola una relazione che evidenzia una serie di circostanze. 
Nelle autorizzazioni ambientali rilasciate in sede ministeriale, il concetto di danno sanitario non è minimamente contemplato.
Di più: nelle commissioni Ippc non c’era nemmeno un medico. Eppure le società, nei loro ricorsi, ritengono che la valutazione del danno sanitario chiesta dalla Puglia sia «inutile» proprio perché hanno già ottenuto l’Aia.
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