MAL’ARIA: INQUINAMENTO ATMOSFERICO......
Un ambiente sempre più inquinato
Tratto da geograficamente
CI RUBANO ANCHE L’ARIA
di Ferruccio Sansa, da “Il Fatto Quotidiano” del 18/02/2013
“Gol”. Matteo e i suoi compagni di
squadra alzano le braccia al cielo. Non fanno più caso alla ciminiera
alta duecento metri sopra la loro testa, con quel filo di fumo che esce
giorno e notte.
“Qui bisognerebbe metterci un cartello, vietato
respirare”, sorride amaro Attilio Parodi che a Vado Ligure, ai piedi
della centrale a carbone Tirreno Power, ci abita da una vita.
Poi si
tocca la bocca, con la mano scende fino ai polmoni, “Quella roba mi è
entrata dappertutto”, conclude. E ti mostra lo studio dell’Agenzia
Europea dell’Ambiente. Vado è quel punto giallo sulla carta, una delle
emergenze del Paese. Per l’Ue, non per le autorità italiane che hanno
autorizzato l’ammodernamento e il potenziamento dell’impianto.
Eccoci a pochi chilometri da Savona,
un bel vento di tramontana fa limpida l’aria e ti pare impossibile che a
ogni respiro ti butti dentro veleno. Eppure è così, in Liguria ci sono tre centrali a carbone: Vado, Genova e La Spezia.
Quasi tutta la regione è “coperta”, stando agli studi americani: gli effetti del carbone arrivano a 48 chilometri.
Siamo in Liguria, ma potremmo essere ovunque in Italia. Secondo il dossier “Ecosistema rischio industrie” di Legambiente(legambiente.it/sites/default/files/docs/ecositemarischio_industriale 013.pdf) sono 1.152 gli impianti industriali che trattano sostanze pericolose in quantità tali da rientrare nelle leggi nate dopo il disastro di Seveso.
Ben 739 comuni (quasi uno su dieci) hanno nei loro confini una bomba che potrebbe esplodere. Nessuna regione è risparmiata, ma alcune stanno peggio: la Lombardia ha il record di 289 insediamenti, seguita da Veneto (116) Piemonte (101) ed Emilia Romagna (100).
ECCOLI, I NEMICI INVISIBILI della nostra salute. A rivelarne la pericolosità sono solo i numeri, le statistiche. “In Italia mancano indagini epidemiologiche serie”,
spiega l’epidemiologo Valerio Gennaro, uno dei maggiori esperti. Spesso
ci si deve affidare a studi non ufficiali, magari commissionati dalle
società proprietarie degli impianti.
“Ho visto ricerche con tanto di
timbri e firme di esperti secondo le quali in prossimità di acciaierie e
industrie chimiche c’era un’aria come sulle Dolomiti”, butta lì
Gennaro. Poi magari scopri che sugli stessi quotidiani abbonda la pubblicità
delle industrie sotto accusa. Che in alcuni casi sponsorizzano politici
e amministrazioni locali.......
Attilio Parodi alza di nuovo gli occhi verso la ciminiera di Vado:
“Sono pochi gli italiani che possono ritenersi al sicuro. Eppure nei
programmi dei partiti la voce ambiente non è la più corposa. Forse anche
gli elettori pensano ad altro”. (Ferruccio Sansa)......
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