Vado Ligure, la paura contagia la politica
Sono passate tre settimane dalle ultime anticipazioni sulla consulenza tecnica chiesta dalla procura di Savona. L’indagine epidemiologica rivelerebbe un incremento di malattie mortali nella popolazione del “comprensorio” savonese: mille morti in più, in un arco temporale di 10 anni e in un raggio di circa 48 chilometri dalla centrale Tirreno Power di Vado. L’impianto a carbone e le sue ciminiere alte 200 metri: loro sono sotto osservazione. Sui numeri resta il condizionale, per il momento il segreto istruttorio non permette di renderli pubblici. Da palazzo di Giustizia nessuna smentita. Il 26 settembre il procuratore capo Francantonio Granero, davanti alle telecamere: «Dalle risultanze del lavoro dei nostri esperti emerge che c’è stato un danno per la salute». È l’ultima dichiarazione pubblica del capo della procura. Che starebbe stringendo i tempi per chiudere la prima fase dell’inchiesta. A lui il compito di capire se sarà necessario iscrivere qualcuno nel registro degli indagati con l’accusa di disastro ambientale e omicidio colposo. Questo lo scenario, la centrale di Vado produce energia elettrica bruciando carbone da quasi quarant’anni, dal 1974.
Savona - «I nuovi partigiani sono quelli che si battono contro la centrale a carbone di Vado Ligure». La frase di Don Gallo è scritta sul manifesto, appeso davanti allo scaffale delle guide turistiche, nel seminterrato della libreria Ubik, in corso Italia, nel centro di Savona. Il Don, buonanima, la pensava così. Due sere fa, in quel seminterrato, erano parecchi i nuovi partigiani: 46 seduti, in ogni angolo, un’altra ventina in piedi, vanno e vengono. Due sere fa erano passati 20 giorni da quando una battaglia silenziosa ha messo l’amplificatore. Dal 19 settembre qualcosa è cambiato. E la paura, probabilmente, è aumentata. Fino a impadronirsi dei pensieri di una città.
L’inchiestaSono passate tre settimane dalle ultime anticipazioni sulla consulenza tecnica chiesta dalla procura di Savona. L’indagine epidemiologica rivelerebbe un incremento di malattie mortali nella popolazione del “comprensorio” savonese: mille morti in più, in un arco temporale di 10 anni e in un raggio di circa 48 chilometri dalla centrale Tirreno Power di Vado. L’impianto a carbone e le sue ciminiere alte 200 metri: loro sono sotto osservazione. Sui numeri resta il condizionale, per il momento il segreto istruttorio non permette di renderli pubblici. Da palazzo di Giustizia nessuna smentita. Il 26 settembre il procuratore capo Francantonio Granero, davanti alle telecamere: «Dalle risultanze del lavoro dei nostri esperti emerge che c’è stato un danno per la salute». È l’ultima dichiarazione pubblica del capo della procura. Che starebbe stringendo i tempi per chiudere la prima fase dell’inchiesta. A lui il compito di capire se sarà necessario iscrivere qualcuno nel registro degli indagati con l’accusa di disastro ambientale e omicidio colposo. Questo lo scenario, la centrale di Vado produce energia elettrica bruciando carbone da quasi quarant’anni, dal 1974.
Leggi l'articolo integrale
Dopo la Perizia della Procura di Savona sui mille morti sospetti,cresce l' allarme.Indagini verso la conclusione.
VADO ,LA PAURA CONTAGIA ANCHE LA POLITICA.
La Regione:"Senza lavori,potremmo rivedere le autorizzazioni per il carbone".

Immagine tratta da "Il Secolo XIX "in edicola oggi a pag 7. L' articolo è di Giampiero Timossi
Dopo la Perizia della Procura di Savona sui mille morti sospetti,cresce l' allarme.Indagini verso la conclusione.
VADO ,LA PAURA CONTAGIA ANCHE LA POLITICA.
La Regione:"Senza lavori,potremmo rivedere le autorizzazioni per il carbone".
Nessun commento:
Posta un commento