Tratto da Ecoblog
Energie rinnovabili fanno il 36% della produzione elettrica da gennaio a ottobre
La produzione rinnovabile è aumentata del 22% rispetto allo scorso anno e quella da fonte fossile è calata di un ulteriore 14%. Il sorpasso potrebbe avvenire tra il 2014 e il 2015. Per questo è giunta l'ora di non sussidiare più le fonti fossili e di varare un nuovo piano per il fotovoltaico di famiglia
A dispetto di tutti i profeti di sventura e i falsi ambientalisti antieolico, le energie rinnovabili continuano la loro crescita sul territorio italiano: da gennaio ad ottobre acqua, sole e vento hanno contribuito per oltre 80 TWh alla produzione elettrica nazionale, il 22% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
La quota rappresenta il 35,7% della produzione totale, un nuovo record, dopo il 28% del primo trimestre e il 33,8% di fine agosto. Buone le performance di tutti i settori con l’idroelettrico a + 26% rispetto al 2012, l’eolico a +20% e il fotovoltaico a + 18,6%, nonostante il dissennato stop imposto nel 2012 dal governo Monti e dal suo ministro “fossile” Corrado Passera.
Il fotovoltaico in particolare ha già superato da solo i 20 TWh di produzione, un traguardo impensabile
fino a poco tempo fa: nel 2010 la produzione è stata di soli 2 TWH e
negli anni precedenti non era nemmeno conteggiata separatamente.
Il termoelettrico ha proseguito il suo trend decrescente, -14% rispetto allo scorso anno e -30%
rispetto a 5 anni fa. Questo significa meno importazioni di
combustibili fossili e meno emissioni di CO2. Tuttavia, non dobbiamo
dimenticare che il peso del carbone è aumentato nel mix elettrico, dai 39 TWh del 2005 ai 42 TWh nel 2012. Questo non è tollerabile.
Le fonti rinnovabili invece non sono un costo per l’Italia, ma una risorsa: quanto viene pagato dallo stato in incentivi ritorna raddoppiato in minori importazioni, più export, appiattimento della domanda e nuovi posti di lavoro.Con questo trend il sorpasso delle rinnovabili sulle fossili dovrebbe avvenire tra il 2014 e il 2015. Dovremo attendere fino ad allora per vedere la fine dei sussidi alle imprese fossili e il varo di un vero piano energetico sostenibile?
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Leggi anche su QualEnergia l'altra faccia della medaglia :
Agli Stati Generali della
green economy un ministro
del secolo scorso
Gli Stati generali della green economy tenutisi a Ecomondo, a Rimini, mostrano un'Italia convinta che l'economia verde sia la via maestra per uscire dalla crisi.
.
E dentro questo successo un ruolo fondamentale lo hanno svolto gli Stati generali della green economy organizzati
dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile presieduta da Edo Ronchi. Anche
qui straordinaria la partecipazione che ha concluso un lungo percorso di
elaborazione (originale anche nel metodo) delle associazioni di imprese
che hanno dato vita al Consiglio nazionale della green economy e il cui
frutto sono le 10 proposte del dibattito.
Però ... sì, di fronte al bel successo di questi giorni riminesi si delinea un gigantesco "però" che ha le sembianze dell'attuale ministro dello Sviluppo Economico. C'è infatti un solo aggettivo per commentare l'intervento con cui Zanonato ha concluso gli Stati generali della green economy: sconcertante.
E così anche da Rimini si esce con la convinzione che sia più urgente che mai affrontare il nodo della rappresentanza politica dei temi, delle esigenze, di quelle 10 proposte che gli Stati Generali hanno generosamente offerto e che il ministro padovano, simbolo di una politica inadeguata, ha lasciato cadere nel nulla.
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