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06 novembre 2013

Centrale di Vado Ligure, il blitz della Procura. "L’inchiesta è stata secretata."

   Tratto da Il Secolo XIX online

Centrale, il blitz della Procura


Giovanni Ciolina
Savona - «L’inchiesta è stata secretata.
In questo momento abbiamo bisogno della massima riservatezza per procedere nel lavoro investigativo. Siamo nella fase più delicata».
Il procuratore della Repubblica Francantonio Granero alza la guardia con il consueto garbo, ma di fatto conferma come l’inchiesta su Tirreno Power sia entrata nel vivo dopo l’iscrizione nel registro degli indagati di tre personaggi nell’ambito del management aziendale per disastro ambientale.
Riserbo adottato con lo stesso legale di Tirreno Power, Fausto Mazzitelli, che ieri si è presentato a palazzo per avere informazioni. L’inchiesta però è viva.
 E che il lavoro dei consulenti prosegua nonostante il deposito della perizia lo dimostra il blitz effettuato l’altro giorno nella centrale di Vado Ligure da parte di un consulente chiamato a verificare i dati inerenti le emissioni e acquisire ulteriore documentazione.
Una presenza che non è passata inosservata in centrale, ma sulla quale nessuno rilascia dichiarazioni. Neppure indiscrezioni sono ammesse in questa fase della vicenda, dettagli capaci di suggerire l’eventuale percorso che il procuratore Granero e il sostituto Chiara Maria Paolucci vogliono percorrere in questa storia. 
A cominciare dal numero degli indagati. Al momento sono ufficialmente tre, ma l’entità delle iscrizioni sembra destinata a lievitare con il prosieguo del lavoro della polizia giudiziaria.
L’inquinamento ambientale potrebbe prevedere anche responsabilità al di fuori del management aziendale.
I vertici di Tirreno Power continuano a ribadire la bontà e soprattutto il rispetto dei parametri prescritti per il funzionamento della centrale vadese, ma a quel punto, come hanno sottolineato i comitati ambientalisti nell’esposto presentato dall’avvocato Ceruti, bisognerà accertare l’eventuale esistenza di responsabilità da parte degli incaricati dei controlli.
Resta da capire se e come la Procura si muoverà su questo versante, anche perché, se disastro ambientale c’è stato, qualcosa non avrebbe funzionato nella procedura delle varie concessioni. Insomma, il caso Tirreno Power si annuncia come un complicatissimo insieme di scatole cinesi da aprire per verificarne la sorpresa. Al momento, però, sembra prematuro lanciarsi in qualsiasi ipotesi, anche se il caso dell’Ilva di Taranto insegna e non è escluso che l’inchiesta avviata dalla procura savonese possa ricalcarne, anche solo in parte, alcuni passaggi.
Come non è escluso che i blitz di consulenti e uomini della polizia giudiziaria possano ripetersi nelle prossime settimana con una continua escalation. Il tema è caldo al sesto piano. Caldissimo, proporzionale alla segretezza che da due giorni avvolge tutti gli aspetti della vicenda. Lo stesso procuratore Francantonio Granero non ha nascosto la sua intenzione di dedicarsi anima e corpo all’inchiesta per arrivare a una conclusione in tempi più rapidi possibili.
Troppo delicata la posta in palio (la salute della gente) e soprattutto molti gli interessi in gioco per potersi permettere di procedere a cuor leggero.

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