Tratto da Valori.it
Salute, il Regno Unito ha paura del carbone
I vecchi impianti a carbone ogni anno sono responsabili di 1.600 decessi prematuri nel Regno Unito. Lo afferma un rapporto della Health and Environment Alliance, che arriva proprio in giorni cruciali a livello politico.
Stando allo studio, pubblicato in partnership con Greenpeace e riportato dal Guardian, nel territorio britannico il bilancio dell’inquinamento atmosferico dovuto al carbone è pesantissimo. Oltre ai 1.600 decessi, si parla di 68 mila giorni di cure mediche e 363.366 giornate lavorative perse. Il costo per l’economia del Paese è dunque stimato, ogni anno, in una cifra compresa fra 1 e 3 miliardi di sterline.
Senza dubbio questi dati contribuiranno ad accendere il dibattito, proprio in corrispondenza del voto previsto per mercoledì al Parlamento di Londra su un emendamento che porrebbe fine a una “scappatoia” legale finora usata dalle vecchie centrali a carbone, che ad oggi possono continuare a operare se riducono almeno in parte le emissioni. Se i parlamentari daranno il loro via libera, in sintesi, gli impianti più inquinanti e dannosi per la salute saranno invece obbligati a chiudere i battenti prima del previsto.
Stando allo studio, pubblicato in partnership con Greenpeace e riportato dal Guardian, nel territorio britannico il bilancio dell’inquinamento atmosferico dovuto al carbone è pesantissimo. Oltre ai 1.600 decessi, si parla di 68 mila giorni di cure mediche e 363.366 giornate lavorative perse. Il costo per l’economia del Paese è dunque stimato, ogni anno, in una cifra compresa fra 1 e 3 miliardi di sterline.
Senza dubbio questi dati contribuiranno ad accendere il dibattito, proprio in corrispondenza del voto previsto per mercoledì al Parlamento di Londra su un emendamento che porrebbe fine a una “scappatoia” legale finora usata dalle vecchie centrali a carbone, che ad oggi possono continuare a operare se riducono almeno in parte le emissioni. Se i parlamentari daranno il loro via libera, in sintesi, gli impianti più inquinanti e dannosi per la salute saranno invece obbligati a chiudere i battenti prima del previsto.
2 Dicembre 2013
Tratto da Noalcarbone
IL CARBONE NELLA FILIERA ALIMENTARE.
carciofeti a Cerano |
L'interrogatorio
prosegue e l'agricoltore dichiara che lui e tutta la sua famiglia
soffrono di asma bronchiale e allergie.
Si susseguono le deposizioni degli altri agricoltori e il quadro che emerge diventa sempre più inquietante.
Parla
un imprenditore proprietario di grandi appezzamenti di terreno
coltivati a carciofi, meloni gialli e ortaggi di stagione, alternandoli,
perchè così si fa in agricoltura. Oggi le sue terre non valgono niente e
le coltiva solo in inverno, perchè dice: -negli ortaggi invernali si nota meno la polvere-.
Nel 2003 racconta di essersi recato in centrale e di aver parlato con
un dirigente perchè il suo raccolto era invendibile.
Racconta di aver
ricevuto come risarcimento la somma di 4000 euro alla quale è seguita
nel 2007 una seconda transazione di 45000 euro. Queste transazioni
effettuate attraverso assegni circolari prevedevano la distruzione del
raccolto e la non divulgazione dei documenti.
Un
altro agricoltore dichiara: -Quando ci siamo accorti di quello che
stava accadendo alla nostra terra e alla nostra vita ci siamo uniti e
abbiamo formato un Comitato per chiedere un risarcimento danni all'Enel,
ma quando in seguito ho visto come stavano andando le cose con le
proposte inaccettabili dell'Enel, ne sono uscito-.
Dalle
deposizioni di questa prima trance degli agricoltori viene fuori una
verità sconcertante che tutti noi, cittadini di questo territorio, da
tempo temevamo e che oggi è stata confermata: sulle nostre tavole da
anni ci sono prodotti inquinati, immessi sul mercato in maniera
illecita, abbattendone i prezzi e utilizzando spesso intermediari.
La prossima udienza sarà il 18 dicembre con le deposizioni di altri 10 agricoltori.
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