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02 dicembre 2013

1)SALUTE ,IL REGNO UNITO HA PAURA DEL CARBONE. 2 )BRINDISI:IL CARBONE NELLA FILIERA ALIMENTARE.

  Tratto da Valori.it

Salute, il Regno Unito ha paura del carbone

I vecchi impianti a carbone ogni anno sono responsabili di 1.600 decessi prematuri nel Regno Unito. Lo afferma un rapporto della Health and Environment Alliance, che arriva proprio in giorni cruciali a livello politico.
Stando allo studio, pubblicato in partnership con Greenpeace e riportato dal Guardian, nel territorio britannico il bilancio dell’inquinamento atmosferico dovuto al carbone è pesantissimo. Oltre ai 1.600 decessi, si parla di 68 mila giorni di cure mediche e 363.366 giornate lavorative perse. Il costo per l’economia del Paese è dunque stimato, ogni anno, in una cifra compresa fra 1 e 3 miliardi di sterline.
Senza dubbio questi dati contribuiranno ad accendere il dibattito, proprio in corrispondenza del voto previsto per mercoledì al Parlamento di Londra su un emendamento che porrebbe fine a una “scappatoia” legale finora usata dalle vecchie centrali a carbone, che ad oggi possono continuare a operare se riducono almeno in parte le emissioni. Se i parlamentari daranno il loro via libera, in sintesi, gli impianti più inquinanti e dannosi per la salute saranno invece obbligati a chiudere i battenti prima del previsto.  
2 Dicembre 2013

Tratto da Noalcarbone

IL CARBONE NELLA FILIERA ALIMENTARE.

carciofeti a Cerano
Si è svolta stamattina un' altra udienza del processo Enel con le deposizioni di alcuni contadini proprietari dei terreni "sporchi" e sequestrati nel 2007 a seguito dell'ordinanza del sindaco Mennitti. Inizia l' interrogatorio con il  primo agricoltore che descrive la difficile vita quotidiana della sua famiglia costretta a tenere le finestre chiuse anche d' estate per ripararsi dalle polveri di carbone che invadono la zona, ...........
L'interrogatorio prosegue e l'agricoltore dichiara che lui e tutta la sua  famiglia soffrono di asma bronchiale e allergie.
Si susseguono le deposizioni degli altri agricoltori e il quadro che emerge diventa sempre più inquietante. 
Parla un imprenditore proprietario di grandi appezzamenti di terreno coltivati a carciofi, meloni gialli e ortaggi di stagione, alternandoli, perchè così si fa in agricoltura. Oggi le sue terre non valgono niente e le coltiva solo in inverno, perchè dice: -negli ortaggi invernali si nota meno la polvere-. Nel 2003 racconta di essersi recato in centrale e di aver parlato con un dirigente perchè il suo raccolto era invendibile. 
Racconta di aver ricevuto come risarcimento la somma di 4000 euro alla quale è seguita nel 2007 una seconda transazione di 45000 euro. Queste transazioni effettuate attraverso assegni circolari prevedevano la distruzione del raccolto e la non divulgazione dei documenti. 
Un altro agricoltore dichiara: -Quando ci siamo accorti di quello che stava accadendo alla nostra terra e alla nostra vita ci siamo uniti e abbiamo formato un Comitato per chiedere un risarcimento danni all'Enel, ma quando in seguito ho visto come stavano andando le cose con le proposte inaccettabili dell'Enel, ne sono uscito-.

Dalle deposizioni di questa prima trance degli agricoltori  viene fuori una verità sconcertante che  tutti noi, cittadini di questo territorio, da tempo temevamo e che oggi è stata confermata: sulle nostre tavole da anni ci sono prodotti inquinati, immessi sul mercato in maniera illecita, abbattendone i prezzi e utilizzando spesso intermediari.

La prossima udienza sarà il 18 dicembre con le deposizioni di altri 10 agricoltori.

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