Tratto da Mentiinformatiche
Sorgenia, la zavorra dei De Benedetti......
di Gionata Picchio e Gaia Scacciavillani
Galeotta fu la privatizzazione delle Genco. E chissà cosa sarebbe successo se invece di aggiudicarsi una fetta della più piccola, Carlo De Benedetti fosse entrato come voleva anche nelle sorelle maggiori. Da sola la ex Interpower, in cui l’editore di Repubblica puntò 145 milioni nel 2002 per possederne il 39 per cento in scia al decreto Bersani approvato dal governo D’Alema (Enrico Letta all’Industria), sta mettendo a dura prova i piani energetici di famiglia.
Da una parte incombe l’inchiesta per
disastro colposo sulla centrale di Vado Ligure della partecipata Tirreno
Power, la ex Interpower. Dall’altra ci sono 1,7 miliardi di debiti di
Sorgenia da mesi oggetto di trattativa con le banche (Mps, Intesa,
Unicredit e Mediobanca in testa) alle quali viene chiesto
un riscadenziamento, uno stralcio e una boccata d’ossigeno da 100 milioni di garanzie.
un riscadenziamento, uno stralcio e una boccata d’ossigeno da 100 milioni di garanzie.
La partita più urgente è quella dei debiti della Tirreno: i
revisori si rifiutano di certificare i bilanci. ........
Ora Sorgenia capeggia, con Enel, un gruppo di imprese che fa
lobby sul governo per il capacity payment, un sussidio salva-conti
pagato dalle bollette: un primo tentativo già nel 2012 con una norma
inserita nel dl 83/12 dal Pdl. Oggi un nuovo emendamento dei relatori in
Senato alla legge di Stabilità, corretto dal Nuovo Centro Destra, che
mette il sussidio a carico delle fonti verdi. La norma, ribattezzata
“ammazza-rinnovabili” – 500 milioni di cui un centinaio per Sorgenia –
provoca una rivolta tra gli ambientalisti. Anche i ministri Zanonato e
Orlando la criticano. Il 4 dicembre rappresentanti di Enel e Sorgenia
incontrano il presidente della commissione Bilancio della Camera
Francesco Boccia (Pd) per chiedere di mantenere l’emendamento. Lunedì
notte il compromesso: salta l’ammazza-rinnovabili e il sussidio lo
deciderà il ministero dello Sviluppo su proposta dell’Autorità.
Resta il nodo copertura: i consumatori sono i maggiori indiziati.
Resta il nodo copertura: i consumatori sono i maggiori indiziati.
INTANTO
arrivano altri conti da pagare. A Tirreno Power, riferiscono i revisori
in calce al bilancio 2012, manca “evidenza del supporto da parte
degli azionisti (i francesi di Gdf al 50% prima di Cir che è al 39%,
ndr) per assicurare la continuità aziendale”. Gli stessi amministratori
avevano ammesso che i primi risultati del 2013 non lasciavano presagire
nulla di buono sul rispetto dei cove nants , poi sforati, con il rischio
di una richiesta di rientro dalle banche, aggiungendo che, “in ogni
caso i flussi finanziari generati attualmente dalla società […] non
consentono la restituzione del finanziamento in un’unica soluzione alla
prevista scadenza del 30 giugno 2014”. Da allora la trattativa col pool
capitanato da Unicredit non ha fatto grandi passi in avanti. Meno
urgente, ma più rilevante, l’intesa con i creditori per la partita da
1,7 miliardi (metà scadono nel biennio) che vede maggiormente esposta
Mps nel doppio ruolo di creditore e socio di Sorgenia. Un primo round è
per oggi, con la presentazione del piano del nuovo ad, Andrea Mangoni.
Qualcuno ipotizza per Sorgenia anche il salvataggio di sistema con i
francesi di Edison- Edf in prima linea. In cambio, avrebbero dal governo
Letta l’avallo a comprare asset italiani della tedesca E.On. Con i
francesi l’ingegnere vanta storiche relazioni cordiali come riferiva la
stessa Repubblica il 13 novembre 2002 evidenziando il ruolo degli ottimi
rapporti tra De Benedetti e Gérard Méstrallet di Gdf nella riuscita
dell’operazione Interpower.Qui l'articolo integrale
Oggi su il Fatto Quotidiano
In edicola sul Fatto del 18 dicembre: “Un guaio chiamato Sorgenia”.
Sulle quattro pagine de il Fatto Economico troverete un’inchiesta su Sorgenia,
la società energetica alle prese con 1,7 miliardi di euro di debiti e
un difficile negoziato con le banche che ora si affida al sostegno della
politica.La proprietà appartiene alla famiglia De Benedetti che deve fare i conti con il boom delle rinnovabili e il crollo della domanda che hanno reso gli investimenti una fonte di perdite.
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