Tratto da IL SECOLO XIX di OGGI
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SBARCA A VADO IL CARBONE KILLER
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Savona - C’è allerta a Vado Ligure per i continui sbarchi di Pet-coke «un carbone derivato dalla distillazione del petrolio» e che come lo definisce Wikipedia ha «un alto potere calorifico e basso contenuto in ceneri che lo rendono un buon carburante ma il suo elevato tenore di zolfo ne fa un combustibile altamente inquinante.
Occorre pertanto impiegarlo in ambiti in cui siano presenti adeguati filtri di depurazione dei fumi per evitare la dispersione di sostanze inquinanti nell’aria».
Proprio questi aspetti hanno spinto alcuni cittadini a presentare un esposto alla magistratura affinché venga fatta chiarezza su due aspetti particolari: l’osservazione delle norme di legge nelle operazioni di sbarco e stoccaggio «trattandosi di sostanza altamente pericolosa» e quelle di sicurezza ambientale e sanitaria per le eventuali emissioni dei gas di scarico.
Anche perché una delle principali destinazioni del Pet Coke sbarcato da 14 navi nell’arco del 2013 è stata laval Bormida (118.644 tonnellate), mentre solo 97.640 sono rimaste stoccate a Vado (Tirreno Power e fino al 2013 anche al Terminal Rinfuse).
L’argomento è stato comunque accolto con la massima attenzione al sesto piano del palazzo di giustizia dove i temi dell’ambiente sono particolarmente sentiti e l’inchiesta su Italiana Coke è da pochi giorni passata nelle mani del pool di magistrati (il procuratore Francantonio Granero e il sostituto Chiara Maria Paolucci) che si sta occupando da almeno due anni dell’inchiesta del disastro ambientale di Tirreno Power. Il fascicolo aperto e seguito a lungo da Danilo Ceccarelli (in trasferta in Kosovo) prevedeva le ipotesi di inquinamento atmosferico e delle acque che restano comunque d’attualità. Anzi. Il procuratore Granero vuole andare a fondo sulla vicenda.
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