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22 gennaio 2014

L' Espresso : Brindisi, neonati con anomalie cardiache per colpadell'inquinamento

Tratto da L' Espresso

Brindisi, neonati con anomalie cardiache per colpa dell'inquinamento.

Un neonato che viene al mondo in quella zona rischia di nascere con malformazioni cardiache molto più che in altri paesi europei. In uno studio, il ruolo giocato dall'esposizione all'anidride solforosa delle donne incinte.


Esiste un legame fra l’esposizione delle donne incinte all’anidride solforosa e il rischio per i neonati di avere malformazioni congenite al cuore. Lo ha ipotizzato un team di ricercatori analizzando i dati epidemiologici relativi ai bambini nati vivi fra il 2001 e il 2010 nella zona di Brindisi in uno studio, che verrà pubblicato su “Environmental Research”.
Il lavoro pubblicato ora è nato qualche anno fa quando scienziati dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa e di Lecce, dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima di Bologna e di Lecce e dell’Unità Operativa di Neonatologia dell’Ospedale Perrino di Brindisi hanno scoperto che un neonato che viene al mondo in questa zona rischia di nascere con un’anomalia cardiaca molto di più di quanto non rischi un qualsiasi altro europeo.
Come mai, si sono chiesti i ricercatori? Intorno alla città pugliese insistono un porto, una centrale a carbone e un polo petrolchimico, diverse strutture ad alto impatto ambientale che hanno spinto gli scienziati a cercare di capire se l’inquinamento atmosferico potesse giocare un ruolo in questa faccenda.
E a rispondere che, effettivamente, ce l’ha.
«I livelli di anidride solforosa che abbiamo rilevato si mantengono entro i limiti di legge, con un andamento che presenta dei picchi», spiega Cristina Mangia, ricercatrice che ha partecipato allo studio. Ed è proprio andando a vedere cosa succedeva durante questi picchi alle gestanti fra la terza e l’ottava settimana di gravidanza - il periodo ritenuto di maggiore suscettibilità del feto - che i ricercatori hanno scoperto la relazione: una volta venuti alla luce, questi neonati presentavano un rischio superiore alla media di sviluppare anomalie congenite del cuore e difetti del setto ventricolare.

Lo studio è stato condotto confrontando le storie dei bambini affetti dalla malformazione con quelle dei bambini sani, e considerando anche le condizioni socio-economiche delle madri.

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