Su tg Rai 3 Liguria delle 19,30 gli ultimi aggiornamenti sul sequestro dei gruppi a carbone della centrale Tirreno Power.
Apprendiamo dall' edizione delle ore 14 del Tg 3 Liguria che e' stato avviato lo spegnimento della centrale .
Da domani i due gruppi saranno spenti.
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Tratto da Tg Com 24Tirreno Power, disposto sequestro della centrale elettrica a carbone
E' emerso il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall'Aia. Avviato lo spegnimento degli impianti di Vado Ligure (Savona)
- E' stato disposto il sequestro per la Tirreno Power, centrale elettrica a carbone di Vado Ligure (Savona). La decisione è stata presa dal gip di Savona, Fiorenza Giorgi, su richiesta della Procura. Gli accertamenti avrebbero fatto emergere il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e l'azienda sta già provvedendo a spegnere gli impianti. Resta in funzione quello a gas, non soggetto all'Aia.Oltre al superamento di alcuni limiti imposti dall'Aia, il sequestro sarebbe scattato anche per l'assenza del "sistema di monitoraggio a camino", che avrebbe dovuto essere realizzato entro il 14 settembre 2013.
Il gip spiega nell'ordinanza che la centrale potrà ripartire dopo che si sarà messa in regola, introducendo tecnologie adeguate.
Qui l'articolo integrale
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Tratto da Il Secolo XIX
Tirreno Power, sequestrata la centrale a carbone di Vado.
Il gip accoglie la richiesta della procura, che indaga per disastro doloso. I carabinieri negli impianti
Savona - La centrale elettrica a carbone Tirreno Power è sotto sequestro. I carabinieri sono entrati poco prima delle 13 negli impianti di Vado Ligure e Quiliano e dopo il sequestro hanno fatto eseguire l’ordinanza che prevede anche il commissariamento della centrale.Il giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi ha detto sì all’istanza presentata nei giorni scorsi dalla Procura della Repubblica di Savona che indaga sull’impianto di Vado Ligure.
Una richiesta maturata dopo le verifiche compiute dagli esperti del Ministero e della Procura. Verifiche che secondo gli inquirenti dimostrerebbero il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall’Autorizzazione integrata ambientale.
Il provvedimento non dovrebbe però portare alla chiusura degli impianti, ma a una sorta di commissariamento per impedire che vengano commessi eventuali nuovi reati. Il sequestro, dunque, non riguarda il gruppo elettrogeno alimentato a metano che assicura circa metà della potenza, ma solo i due gruppi alimentati a carbone.
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Tratto da La Stampa
11/03/2014
- su richiesta della Procura
Sequestrata la centrale Tirreno Power
Nel mirino della magistratura ci sarebbe il mancato rispetto di alcuni
limiti imposti dalla Autorizzazione integrata ambientale
Sull’attività di Tirreno Power sono aperti due filoni d’inchiesta, una per disastro ambientale e una per omicidio colposo. Risultano indagati per disastro ambientale Giovanni Gosio, ex direttore generale, dimessosi alcune settimane fa, e il direttore dello stabilimento Pasquale D’Elia. Ci sarebbe anche un terzo indagato di cui non si conosce il nome. Secondo la procura di Savona, i fumi della centrale hanno causato 442 morti tra il 2000 e il 2007.
Per il procuratore Granero la centrale avrebbe causato anche «tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d’asma tra il 2005 e il 2012».
Continua leggere sull'articolo integrale
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Leggi l' articolo su La Repubblica Genova Tratto da Il Corriere.it
LA DECISIONE DEL GIP
Tirreno Power, sotto sequestro la centrale a carbone
La richiesta era partita dalla Procura: nel mirino decine di morti sospette tra il 2000 e il 2007
_______Tratto da Il Sole 24 ore
Vado Ligure, disposto il sequestro della centrale Tirreno Power. In corso lo spegnimento dei gruppi a carbone
Il gip del tribunale di Savona, Fiorenza Giorgi, ha accolto la richiesta della Procura di sequestrare la centrale elettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure. Dagli accertamenti svolti sarebbe emerso il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall'Aia. Il gip ha dato mandato ai carabinieri di effettuare il sequestro. In ogni caso, secondo quanto si apprende, l'eventuale esecuzione del provvedimento cautelare non porterebbe al blocco della centrale. Qui l'articolo integrale
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Leggi su Il Fatto Quotidiano
Sorgenia, ancora guai per De Benedetti. Chiusa la centrale Tirreno di Vado Ligure.
Il Gip accoglie la richiesta della Procura di Savona: non sarebbero stati rispettati i limiti imposti dall'autorizzazione integrata ambientale sulle emissioni.
Qui l' articolo integrale
_____________Leggi su AdnKronos
Vado Ligure, sequestrata la centrale a carbone Tirreno Power
ultimo aggiornamento: 11 marzo, ore 14:28
Genova - (Adnkronos) - Nel mirino della magistratura ci sarebbe il mancato rispetto di alcuni parametri ambientali. L'ordinanza, disposta dal gip Fiorenza Giorgi, comporta lo spegnimento temporaneo dei gruppi a carbone.
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Leggi su Il Secolo XIX
Sequestro della centrale Tirreno Power, «Gravi omissioni della politica»
Savona - Dall’ordinanza di sequestro cautelativo della centrale termoelettrica Tirreno Power di Vado potrebbero emergere nuovi spunti d’indagine. Lo si apprende da fonti investigative. L’ordinanza, secondo quanto appreso, metterebbe in evidenza una «costante e sistematica violazione della normativa» compiuta per «profitto». Non è escluso dunque che dopo la decisione del giudice per le indagini preliminari che ha disposto il sequestro su richiesta della procura l’indagine sulla centrale, che a oggi ha cinque indagati per disastro doloso, possa espandersi su altri filoni d’inchiesta.......
Altre immagini da pagina 7
da pag 11
Da pag 12
12 marzo 2014
Alcune immagini tratte da La Stampa oggi in edicola
Dalla prima pagina
da pag 49
Immagini tratte da Il Fatto Quotidiano del 12 marzo
Dalla prima pagina
Tratto da Il Corriere della Sera
Da pag 16 e 17
13 marzo
. Il gip: Politica complice|, L’ordinanza
Caso Tirreno Power, «A Vado Ligure la politica era complice»
di Giampiero Timossi
Vado Ligure - Quarantacinque pagine, un atto di accusa. Nel decreto che dice (temporaneamente) stop al carbone nella centrale di Vado Ligure, ci sono i dati raccolti dai periti nominati dalla Procura di Savona e il lavoro investigativo dei procuratori Francantonio Granero e Chiara Maria Paolucci. Ma quello che sembra aprire nuovi scenari sono l’analisi e la sintesi di Fiorenza Giorgi, il giudice per le indagini preliminari che due giorni fa ha messo la firma sulle 45 pagine del decreto di sequestro preventivo . Giudizi netti.
La promessa di eseguire i lavori previsti dall’Autorizzazione Integrata Ambientale? “Il tipico specchietto per le allodole”. E poi i metodi usati da Tirreno Power, l’accusa già rivolta a 5 suoi dirigenti, indagati per “disastro ambientale doloso”, cioè voluto. E infatti il giudice scrive: “E’ stato ampiamente evidenziato, che la condotta tenuta dalle società che si sono succedute nella gestione della centrale di Vado Ligure (Interpower Spa e Tirreno Power Spa) è stata costantemente e sistematicamente caratterizzata da reiterate inottemperanze alle prescrizioni, sia negli anni antecedenti al rilascio dell’AIA, sia nel periodo successivo al rilascio della stessa”.
Poi, sempre nella pagine conclusive del provvedimento, ecco nero su bianco quanto già sottolineato due giorni va dal gip, che aveva parlato di “gravi omissioni della politica”. E’ il terzo livello, un interesse a fare chiarezza che il giudice Giorgi ribadisce anche nel suo decreto: “Nella neghittosità degli organi pubblici chiamati a svolgere attività di controllo e che lungi dal sanzionare le dette intemperanze hanno ritardato in modo abnorme l’emissione dei dovuti provvedimenti ed emesso alla fine una AIA estremamente vantaggiosa e frutto di un sostanziale compromesso in vista della costruzione di un nuovo gruppo a carbone, che si presenta come meramente ipotetica non preoccupandosi da ultimo di imporre l’adempimento delle prescrizioni in ordine alla collocazione del Sistema Monitoraggio Emissioni (Sme)”.
Le inadempienze della Tirreno Power, le “omissioni” di chi doveva controllare, i dati già noti sulla mortalità nei comuni presi “scientificamente” in esame dai periti di parte, la volontà di dire che quell’autorizzazione integrata ambientale concessa due anni fa era già “lacunosa” in partenza.
E che, per questo, per “tutelare la salute della popolazione” quell’impianto andava temporaneamente fermato: fino a nuovo adeguamento. Perché, si legge a pagina 17, secondo i dati raccolti dalla perizie non solo i danni si sono verificati fino al 2007, ma pure in quelli successivi, “attraverso una proiezione razionalmente attendibile, in quanto basata su dati oggettivi e certi”.
Quindi il passaggio che secondo i pm e il giudice sancisce l’impossibilità di continuare l’esercizio per i due attuali gruppi a carbone. Pagina 24: “La stessa Tirreno Power, nel procedimento Aia, dichiarava che i vecchi gruppi a carbone non sarebbero stati ulteriormente migliorabili in termini di prestazioni ambientali”. Ancora: “Per questo, il pubblico ministero, date le modeste e assolutamente insufficienti performance conseguibile per biossido di zolfo e monossido di carbonio, alla luce delle migliori tecniche disponibili, a rigore i predetti gruppi non avrebbero potuto continuare a esercire”.
Invece l’AIA viene rilasciata, sul presupposto della costruzione di un ulteriore gruppo a carbone. Uno “specchietto per le allodole”? Così scrivono i magistrati, che nel decreto di sequestro allegano anche un eloquente tabella riassuntiva, già contenta nell’AIA. Dove, per esempio, si legge che per il monossido di carbonio (C0) le prestazione MTP vanno a 30 a 50 milligrammi per ogni metro cubo d’aria. Mentre il limite prescritto dall’autorizzazione è superiore di ben cinque volte rispetto al massimo: 250 milligrammi per ogni metro cubo d’aria.
Poi la chiave di volta che ha portato al provvedimento più duro, la chiusura temporanea dei due impianti a carbone, spenti due sere fa, alle 22. Scrive il gip: “Ciò che preme evidenziare è che il gestore, certamente agevolato da una quasi assoluta carenza di controllo, ha di fatto violato la quasi totalità delle prescrizioni imposte e ha gestito in quasi assoluta autonomia e senza alcuna verifica, uno Sme”. Sme, un sistema di monitoraggio che doveva essere montato entro il 14 settembre 2013 sulla ciminiera, in alto, dove poteva catturare tutti i fumi. E che invece è stato sistemato in basso e solo dopo la data stabilita.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso”, ha spiegato il giudice. Che a pagina 45 indica una via d’uscita: “Se Tirreno Power provvedesse all’installazione di un sistema di controllo adeguato, da calibrare e monitorare a opera di uno o più tecnici nominati da questo giudice, ai quali andrebbe anche affidato il compito di accertare, attraverso i controlli giornalieri dello Sme, che i gruppi a carbone siano gestiti in modo da mantenere le emissioni nei limiti delle migliori tecnologie disponibili, potrà provvedersi al dissequestro dei detti impianti”.
Alla Tirreno Power ci stanno pensando. Per salvare 200 posti di lavoro e la vita di una città.
Su Il Secolo XIX l'articolo integrale
Due immagini molto eloquenti tratte da
"La Stampa "oggi in edicola
"La Stampa "oggi in edicola
14 marzo
Su Il Secolo XIX e' pubblicato il link per leggere l'ordinanza del Gip Fiorenza Giorgi.
Nelle quarantacinque pagine del decreto ci sono i dati raccolti dai periti nominati dalla Procura di Savona e il lavoro investigativo dei procuratori Francantonio Granero e Chiara Maria Paolucci.
Quello che sembra aprire nuovi scenari sono l’analisi e la sintesi di Fiorenza Giorgi, il giudice per le indagini preliminari che due giorni fa ha messo la firma sulle 45 pagine del decreto di sequestro preventivo . Giudizi netti.
Chi volesse leggere l'ordine di sequestro
ecco il link
Da una prima lettura ci sono aspetti veramente eclatanti per chi vuole essere adeguatamente informato sulla problematica che ha portato al sequestro della centrale e sugli aspetti che emergono sul rispetto delle norme e su chi doveva farle rispettare.
Consigliamo a tutti i cittadini consapevoli una attenta ed istruttiva lettura.
Riportiamo nuovamente il link e le prime due pagine
-------------------Tratto da La StampaTIRRENO POWER, LE CARTE DEL DECRETO DI SEQUESTRO: «PRESCRIZIONI VIOLATE SISTEMATICAMENTE DALL’AZIENDA»
“Uno specchietto per le allodole”
Il gip Giorgi: senza la promessa di un nuovo gruppo l’Aia non sarebbe mai stata concessa
Le ciminiere della centrale spente ormai da alcuni giorni
Secondo il giudice Fiorenza Giorgi, il magistrato che martedì scorso ha sequestrato i gruppi a carbone della centrale elettrica di Vado Ligure,Tirreno Power avrebbe ottenuto dal ministero dell’Ambiente un provvedimento di Aia (l’autorizzazione integrata ambientale, grazie al quale ha continuato a operare dal 5 gennaio 2013) «estremamente vantaggioso e frutto di un sostanziale compromesso» in cambio della costruzione di un nuovo gruppo a carbone «che si presenta come meramente ipotetica, priva di qualsivoglia garanzia da parte del gestore».
In altre parole, rileva il giudice, «sembra essersi trattato del tipico specchietto per le allodole». È uno dei concetti espressi nel decreto richiesto dalla Procura di Savona per fermare l’attività dei gruppi a carbone che, secondo pm e gip, «con la violazione programmatica da parte dell’azienda delle regole di prudenza e corretta gestione dell’impianto, non fanno che incrementare, giorno dopo giorno, le proporzioni del disastro».Quarantacinque pagine in cui il gip Fiorenza Giorgi non solo motiva il dispositivo di sequestro, ma nelle quali spiega, raccontando anche come sono stati condotti, i risultati degli studi dei consulenti. In mezzo a numeri e tabelle, che tracciano un bilancio delle persone colpite da patologie, dei valori superati, il giudice del tribunale di Savona inquadra nel dettaglio quali sono le responsabilità attribuite a Tirreno Power. Le «colpe» che, secondo la Procura, bastano per affermare che il danno ambientale e alla salute è provocato dalla centrale.E così il gip, «alla luce delle motivate e condivisibili argomentazioni addotte nella consulenza epidemiologica ed in quella ambientale», parla di una raggiunta «certezza processuale» del nesso di causalità tra l’evidenziato aumento di morbilità e mortalità e l’esercizio della centrale».Nel dispositivo di sequestro si punta il dito sull’«abnorme ritardo (pari ad oltre cinque anni) nella conclusione del procedimento amministrativo volto al rilascio dell’Aia ha di fatto consentito a Tirreno Power di esercitare attenendosi ai limiti emissivi previsti dai pregressi - ed assai risalenti - provvedimenti autorizzativi, senza vincolare il gestore alle Bat (le migliori tecnologie disponibili, ndr)». «Le indagini espletate - si legge ancora nel provvedimento - hanno consentito altresì di chiarire che la società non avrebbe potuto ottenere il rilascio dell’Aia con la previsione delle condizioni in essa contenute, se non avesse prospettato la realizzazione di un nuovo gruppo a carbone, VL6, con caldaia supercritica, della cui realizzazione non c’è peraltro alcuna garanzia».Una delle contestazioni mosse a Tirreno Power, oltre a quella sull’installazione non corretta dello Sme (la centralina di monitoraggio imposta dall’Aia), è quella relativa al parco carbone. Per il giudice Giorgi il gestore «ha sistematicamente violato le prescrizioni impostegli sulle emissioni e non ha nemmeno adottato un’altra misura, l’unica veramente adeguata a contenere l’inquinamento diffuso derivante dal trasporto e dallo stoccaggio del carbone, e cioè la copertura del parco carbone, informalmente e pressantemente richiesta dalle amministrazioni locali e regionali».Una struttura che sarebbe stata da realizzare entro il marzo 2015 («termine che non potrà essere rispettato - scrive il gip - non risultando ancora avviati i lavori»).Sui valori limite a Tirreno Power si contesta di non aver puntato sull’utilizzo dei sistemi che avrebbero garantito il minor impatto possibile: «In definitiva, seppure non sia possibile affermare, che il gestore abbia violato i valori limite di emissione previsti dalla legge, va tuttavia rilevato che l’esercizio della centrale è stato caratterizzato da una sistematica violazione delle prescrizioni imposte nei provvedimenti autorizzativi sotto gli ulteriori aspetti e dall’adozione di inadeguate soluzioni tecniche in merito al contenimento delle emissioni diffuse.
Condotta certamente correlata causalmente al danno ambientale e sanitario evidenziato e al pericolo per la pubblica incolumità».
MARCO RAFFA
Ancora alcune immagini tratte dai quotidiani di oggi
15 Marzo
Tratto da Il Giornale
...........Se la gravità degli addebiti era in parte nota, a colpire è la decisione con cui il gip affronta il tema delle coperture di cui Tirreno Power ha goduto: «il gestore, certamente agevolato da una quasi assoluta carenza di controlli, ha di fatto violato la quasi totalità delle prescrizioni imposte (...) non può tacersi la circostanza che tutti i dati sono stati registrati e monitorati dal gestore in assoluta autonomia e nella totale carenza di controlli da parte delle autorità preposte; ed invero non vi è traccia del protocollo condiviso con le autorità di controllo locali (provincia di Savona) e/o Arpa Liguria, né di ispezioni effettuate da quest'ultime all'impianto ai fini di controllo di tale aspetto, previsto dai provvedimenti autorizzativi della centrale».
Insomma, alla centrale è stato permesso per anni di inquinare ............: «i dati forniti dallo stesso gestore sono ritenuti inattendibili da tutti i consulenti del pm (...) i valori di concentrazione misurati manualmente risultano mediamente assai più alti di quelli contemporaneamente forniti dal sistema di monitoraggio».
Per valutare l'impatto delle emissioni di fumi, ma anche della polvere del carbone trasportato e stoccato a cielo aperto, i periti della procura hanno interrogato testimoni che non mentono: i licheni, i primi a soffrire per l'inquinamento, e che intorno alla centrale si sono diradati sino a sparire (la perizia parla di «deserto lichenico») e le cartelle cliniche dei malati e dei morti. Che le conseguenze siano stati devastanti non c'è dubbio: «Non può che concludersi nel senso che l'evidenziato incremento dell morbilità e della mortalità nelle aree di media e alta ricaduta delle emissioni della centrale rispetto alle aree di bassa ricaduta è certamente attribuibile all'esercizio della medesima centrale». Ancora: «deve ritenersi raggiunta la certezza processuale del nesso di causalità tra l'evidenziato aumento di morbilità mortalità e l'esercizio della centrale».
..........dice il giudice: «Deve ritenersi provato, a fronte di valori emissivi sovrapponibili agli anni considerati, un danno alla salute (intendendosi per tale un aumento della mortalità e della morbilità) costante anche negli anni successivi a quelli oggetti di specifico esame». «Quanto sin qui evidenziato - dice il gip - induce a ritenere verificato un danno alla salute nelle aree di ricaduta della centrale di entità tale da integrare senza dubbio la nozione di disastro nonché un pericolo per la pubblica incolumità da individuarsi nel rischio di incremento di morbilità e mortalità correlato alla protrazione dell attività della centrale termoelettrica ai medesimi livelli emissivi mantenuti sino ad oggi».
Per questo, per fermare la strage, è stato necessario intervenire con la forza, e spegnere per legge i forni della centrale dei De Benedetti: «I dati riportati inducono a concludere che per ogni anno di funzionamento della centrale, a parità di emissioni, si avrà un aumento del numero di casi di ricoveri e di decessi sostanzialmente costante», scrive il giudice, parlando di «pericolo attuale per la pubblica incolumità».
Superficialità, caso? Niente di tutto questo, scrive il giudice, che parla esplicitamente di «precise scelte gestionali» della società: «La gestione dell'impianto a livelli nettamente superiori a quelli imposti dalle Bat (le migliori tecniche possibili, ndr) è certamente attribuibile ad una precisa scelta gestionale della società. Tale scelta volontaria è stata adottata e tenuta nonostante la consapevolezza del danno arrecato all'ambiente e alle rilevanti dimensioni dello stesso», si legge a pagina 37 dell'ordinanza. Ed invero il gestore era certamente a conoscenza delle potenzialità lesive della attività svolta».
Alcuni articoli tratti dai Quotidiani oggi in edicola .
Tratto da La Stampa a pag 43
Vista la particolare importanza dell' argomento trattato consigliamo a tutti un' attenta lettura .
Tratto da Infiltrato
......E, in effetti, non possono che saltare all'occhio le similitudini della vicenda Tirreno Power con quella dell'Ilva.
"UNA TRAGEDIA DI DIMENSIONI IMMANI" - "La Centrale termoelettrica a combustibili fossili (...) ha violato le prescrizioni imposte nei provvedimenti autorizzativi (...) con valori emissivi nettamente superiori a quelli resi possibili dalle migliori tecniche disponibili (...), nonostante i dati in possesso della società documentassero già un diffuso danno all'ambiente circostante, così commettendo fatti diretti a cagionare un disastro ambientale e sanitario, evento effettivamente verificatosi nelle aree di ricaduta delle emissioni della centrale, come provato dalle indagini ambientali ed epidemiologiche espletate, che hanno evidenziato un aumento della morbilità e della mortalità, esclusivamente attribuibile alle emissioni della centrale".
E' questo il duro inizio della ancor più dura ordinanza firmata dal gip di Savona Fiorenza Giorgi sul caso Tirreno Power. Una tragedia ambientale e sanitaria di "dimensioni immani", come viene definita dal gip, che ricorda molto quella di Taranto. Ambiente e salute sono state, secondo il gip, il prezzo da pagare per l'attività della centrale Tirreno Power.
I NUMERI - I numeri riportati nell'ordinanza e derivanti dalle perizie epidemiologiche messe in atto dalla Procura sono drammatici. Numeri di normali malattie che, secondo il gip, sarebbero aumentati, nel periodo preso in esame dai periti, a causa delle emissioni della centrale. Si parla di 354 morti, derivanti da 251 malattie cardiovascolari e 103 malattie respiratorie, più un alto numero di ricoveri di adulti e bambini per malattie respiratorie e cardiache. Numeri ai quali, sottolinea il gip, "sono stati eliminati tutti i casi dubbi o non rigorosamente muniti di tutti i requisiti epidemiologicamente validabili". Non solo. Oltre alle perizie sanitarie la Procura ha disposto anche quelle ambientali, che hanno evidenziato "un quadro di grave rarefazione della flora lichenica nei dintorni della centrale".
Un quadro attribuibile "a una pluralità di fattori" tra i quali "la centrale (...) è sempre individuata come una delle maggiori cause determinanti". Secondo il gip la centrale non funziona come dovrebbe e non ha approntato le misure indicate dall'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) rilasciata dal ministero. "Il gestore", scrive il gip, "agevolato da una quasi assoluta carenza di controlli, ha di fatto violato la quasi totalità delle prescrizioni imposte dalla legge", disattendendo per ora, ad esempio, alla costruzione di una caldaia supercritica oppure alla presentazione di un progetto di rinnovamento del parco carbonile per contenere le emissioni di polveri diffuse.
"PRECISE SCELTE GESTIONALI" - Resta da capire se il disastro ambientale e sanitario ipotizzato dai pm e dal gip sia colposo, doloso, o nessuno dei due. Scrive il gip: "Secondo il Pubblico Ministero gli elementi acquisiti inducono a ritenere configurabile l'ipotesi dolosa quanto meno in relazione al danno ambientale. A tale conclusione la pubblica accusa è giunta rilevando come la gestione dell'impianto a livelli nettamente superiori (almeno per alcuni parametri) a quelli imposti dalle Bat e l'inidoneità delle misure volte al contenimento delle emissioni non convogliate sia certamente attribuibile a una precisa scelta gestionale della società. Tale scelta volontaria è stata adottata e tenuta nonostante la consapevolezza del danno arrecato all'ambiente e delle rilevanti dimensioni dello stesso".
Continua il gip: "Il gestore era certamente a conoscenza delle potenzialità lesive dell'attività svolta (...) era inoltre a conoscenza dei dati reali della zona in cui insiste la centrale". Non è tutto: "Il gestore era inoltre a conoscenza del significativo danno ambientale cagionato dalla centrale". Dopo aver richiamato direttamente la vicenda Ilva per motivare il sequestro della centrale, il gip conclude con una considerazione molto dura:
"Appare dimostrato che il gestore, in tutti questi anni e fino alla data odierna, ha sempre fatto quello che gli tornava più vantaggioso, il tutto nella neghittosità degli organi pubblici chiamati a svolgere attività di controllo e che, lungi dal sanzionare le dette intemperanza, hanno ritardato in modo abnorme l'emissione dei dovuti provvedimenti ed emesso alla fine una Aia estremamente vantaggiosa e frutto di un sostanziale compromesso". Il gip è così arrivato al sequestro, nel tentativo di scongiurare, o almeno limitare quello che definisce un "pericolo attuale per la pubblica incolumità".
16 marzo
Aluni interessanti articoli sui Quotidiani
oggi in edicola .
Immagini tratte da IL SECOLO XIX
Dalla prima pagina
da pag 17
Riteniamo grave e penoso il tentativo di Burlando di scaricare la colpa su associazioni e cittadini.
A nostro avviso il Governatore dovrà rispondere politicamente, moralmente (e se anche giuridicamente lo dirà la Magistratura ) della pesante situazione evidenziata dagli atti della Magistratura.
E' grave che il governatore Burlando dichiari che l'ammodernamento è stato frenato dai ricorsi dei cittadini.
Burlando, gli assessori regionali Montaldo e Briano, e i funzionari del Ministero a nostro avviso dovranno rispondere alla nostra comunità della carenza per anni di controlli, dovranno rispondere politicamente, moralmente (e se anche giuridicamente lo dirà la Magistratura) sul perchè si è preferito in modo ottuso e arrogante chiudere un occhio e continuare una produzione estremamente dannosa, eseguita spesso in regime di autocontrollo e per troppi anni senza senza autorizzazione ambientale all'esercizio, salvo poi accordarsi au un'Autorizzazione AIA con diversi valori emissivi ben sopra i livelli consentiti dalle normative MTD.
A nostro parere dovranno rispondere ai cittadini di errori e di omissioni che secondo noi hanno comportato una mancanza di tutela non solo della vita e della salute dei cittadini, ma anche del lavoro e dei lavoratori, anch'essi vittime incolpevoli di questa situazione.
E' la stessa Magistratura che parla delle responsabilità di amministratori a vari livelli.Ricordiamo che in un primo tempo la Regione si oppose al progetto di ampliamento avvalendosi di significative e forti motivazioni, quindi non riusciamo a capire perché le Regione abbia concesso poi l'accordo per l’ampliamento, data che permanevano forti ed evidenti motivazioni che avevano fatto respingere in un primo tempo il potenziamento.
Il Presidente ben conosceva la situazione del territorio evidenziata anche da nostre ripetute lettere e diffide (a cui non ricordiamo risposta) dove venivano evidenziati i gravi segnali come i livelli di inquinamento nei licheni (studio effettuato a cura della stessa centrale), l’inquinamento nei sedimenti marini documentato da Arpal, le precise segnalazioni dell’Ordine dei Medici,tutti studi che a nostro parere non legittimavano alcun progetto comportante una ulteriore sofferenza sanitaria e ambientale. .
Il 26 settembre 2011 il sindaco di Quiliano affermava “il presidente Burlando ha tenuto in considerazione per un 20% il territorio e per l’80% le esigenze dell’azienda”.
Nonostante ciò, lo stesso Presidente ha optato per un “piano di ampliamento e adeguamento” ancora a carbone che prevede il funzionamento per molti anni dei vecchi e altamente inquinanti gruppi 3 e 4 con quei livelli emissivi evidenziati e approvati in sede di AIA (ricordiamo ad esempio per il monossido di carbonio ben cinque volte il valore massimo previsto dalle normative MTD). E non basta: Il presidente cita i cosiddetti “gruppi nuovi“ omettendo di precisare che questi gruppi “NUOVI” prevedono un limite per il monossido di carbonio più che doppio rispetto alle norme MTD. E’ questa l’innovazione?
Dobbiamo constatare con amarezza che nelle dichiarazione del presidente della regione non abbiamo trovato nemmeno un accenno ai pesanti numeri di morti e ammalati riportati dalla Magistratura: non sono anche questi cittadini?
E infine un aspetto che riteniamo estremamente importante:
Tirreno Power ha sottolineato ancora nel 2012 come “sia del tutto inesatto e strumentale presentare il progetto di Vado Ligure come un’iniziativa dell’ing. De Benedetti, che non ha alcun ruolo in Tirreno Power.” Oggi invece Burlando parla di ripetuti colloqui con De Benedetti per definire il futuro dell'azienda. Dove sta la verità? Ma soprattutto vorremmo sapere a che titolo e in quale ruolo l'ing. De Benedetti sia stato coinvolto dal Presidente della regione: gli incontri sono avvenuti in un contesto istituzionale, amicale o di partito? Essendo l’argomento di enorme rilevanza industriale, economica e ambientale presumiamo che ne esistano i verbali: chiediamo siano subito resi pubblici.
RETE SAVONESE FERMIAMO IL CARBONE
19 marzo
Su Tg Rai 3 delle ore 19 nazionale nuovamente la problematica della centrale a carbone Tirreno Power .
Guardatevi l'interessante video qui .
Dal minuto 23,50 parla della centrale .
20 marzo
E' stata sequestrata l’11 marzo dalla Procura di Savona, perché i suoi fumi tossici avrebbero causato 427 morti in dieci anni: è la centrale di Vado Ligure della Tirreno Power di cui è comproprietaria la Sorgenia. Carlo De Benedetti ha sempre dichiarato la sua estraneità: «Noi con la centrale della Tirreno Power non c’entriamo nulla».
Ma Panorama rivela che a smentire l’Ingegnere è addirittura il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando: « Spiegai di persona all’ingegner Carlo De Benedetti che avrebbero avuto dei rischi se fossero andati avanti solo con i permessi del governo» ha detto il governatore «e Tirreno Power a quel punto cambiò idea».
1 Aprile
Tratto da Savona News
Vado e Quiliano: parla il sottosegretario Velo "l'impatto ambientale interessa tutti".
"Tutte le richieste formulate e che riguardavano la tutela della salute erano state accolte dai due Sindaci”
Silvia Velo, sottosegretario di stato per l'ambiente alla Camera dei Deputati, interviene su Tirreno Power “le verifiche connesse all'effettivo impatto ambientale che la centrale ha sul territorio circostante non interessano esclusivamente il Ministero dell'Ambiente quale Autorità preposta al rilascio dell'AIA, ma devono necessariamente coinvolgere tutti i soggetti pubblici titolari di specifici poteri in materia di tutela dell'ambiente e della salute.
Infatti, la tempistica di ammodernamento degli impianti, è stata definita, in sede di istruttoria di AIA, anche con l'accordo dei sindaci dei comuni di Vado Ligure e Quiliano.
Entrambi hanno dato atto in Conferenza dei servizi che tutte le richieste formulate e che riguardavano la tutela della salute erano state accolte;dunque, il parere NEGATIVO, a cui si riferiscono gli interpellanti, era confermato esclusivamente per ragioni NON attinenti ai profili sanitari.
È bene ricordare comunque che, in presenza di circostanze sopravvenute successivamente al rilascio dell'AIA, il sindaco può chiedere in ogni momento al Ministero di verificare la necessità di riesaminare l'AIA.
Finora – è bene precisare – nulla è pervenuto al Ministero in tal senso…”
Questo confuta definitivamente le posizioni dei due Sindaci, che di fronte all’accusa di aver permesso e accettato (hanno “preso atto”, senza imporre i livelli di legge definiti dalle MTD) i valori emissivi ben superiori alle norme sulle MTD, si sono sempre giustificati dicendo che però nel voto finale hanno poi votato contro (per quanto riguarda i controlli e il terzo gruppo, ma non per i valori di emissioni concessi).
Il sindaco di Vado aveva anche confessato in un incontro pubblico che “Se avessimo dato il limite di 200 mg di Ossidi di zolfo (previsti dalle normative) questa azienda non avrebbe potuto andare avanti…”
Tratto da NiNiN
La risposta dell'On. Silvia Velo, svela alcuni aspetti inediti rilevanti e preoccupanti. Ve la proponiamo qui sotto in video.Il sindaco può chiedere in qualunque monento di riesaminare l'AIA.
Purtroppo però...
Guarda il video su You Tube
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