Tratto da Bliz Quotidiano
Sorgenia, banche rispondono a Cir e Verbund: riparte confronto sul piano.
MILANO – Riparte il negoziato tra i soci e le banche creditrici di Sorgenia sulla ristrutturazione del debito del gruppo energetico. Gli istituti, esposti per 1,9 miliardi di euro, hanno scritto a Cir e Verbund dicendosi disponibili a un incontro per offrire chiarimenti sul contenuto del piano di salvataggio e rispondere ai rilievi mossi dai soci in due distinte lettere spedite circa una settimana fa.
La proposta delle banche, su cui il confronto dovrebbe partire a breve, prevede un taglio di 600 milioni al debito di Sorgenia attraverso l’emissione di un convertendo da 200 milioni e un aumento di capitale da 400 milioni che, in assenza di sottoscrizione da parte dei soci, verrebbe versato dalle banche conferendo i propri crediti.
In tal caso, le quote di Cir (52,9%) e Verbund (46%) nel gruppo elettrico verrebbero di fatto azzerate.
La trattativa che si sta per aprire – e che corre parallela a quella tra Sorgenia e le banche - non sarà facile.
I creditori, nella missiva scritta dall’advisor Rothschild,
sottolineano che il patrimonio netto di Sorgenia è ormai negativo, divergendo dalle valutazioni di Cir e Verbund che, seppur con sfumature diverse, chiedono in sostanza la stessa cosa: e cioè che le loro quote non siano considerate carta straccia ma si vedano riconosciuto un valore patrimoniale.
Gli austriaci nella loro lettera, oltre a chiedere chiarimenti ed esprimere perplessità, hanno ribadito che il loro obiettivo è uscire da Sorgenia.”Verbund offre di vendere la sua quota a Cir o alle banche o a un terzo soggetto” ha spiegato una portavoce degli austriaci.
Una proposta che non sembra avere molte chance:Cir non è intenzionata a salire oltre il 52,9% già in portafoglio e le banche, che già dovranno sacrificare molti dei loro crediti, non intendono soccorrere Verbund (il cui investimento in Sorgenia, costato circa 650 milioni, è stato svalutato a zero lo scorso 30 settembre). Viste le difficoltà di sfilarsi è possibile che gli austriaci decidano di fare asse con Cir cercando di strappare alle banche una valutazione più generosa di Sorgenia e delle sue prospettive di ripresa.
Ma l’arma di un no nell’assemblea di Sorgenia, che dovrà approvare il piano, potrebbe rivelarsi a doppio taglio per i soci: in assenza di una soluzione alternativa la società è destinata a portare i libri in tribunale. Mentre Verbund ha da tempo dichiarato conclusa la sua sfortunata avventura italiana, Cir si è detta disponibile a versare 100 milioni per ricapitalizzare Sorgenia a patto di mantenerne il controllo.
Troppo poco per le banche, che chiedevano almeno 150 milioni e la rinuncia al comando. Per uscire dallo stallo è così arrivata la proposta degli istituti ora sul tavolo.
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