Tratto da Brindisi Report
Processo Enel: inquinanti come nichel in concentrazioni 10 volte superiori alle metropoli
Roberta Grassi28 Aprile
BRINDISI - "A Roma e Milano sono stati rilevati al massimo 15 o 20 nanogrammi per metro cubo di nichel". Sono città contraddistinte da una certa intensità di traffico veicolare, una delle fonti più rilevanti di inquinamento ambientale.
E a Brindisi, nei pressi della centrale Enel di Cerano? "Concentrazioni fino a 230 nanogrammi per metro cubo". Ed è ormai un dato assodato, per quanto si esigano ulteriori studi per appurare un eventuale nesso di causalità tra inquinamento da centrali e cancro, che vi siano comunque effetti sulla salute derivanti dalla vicinanza a impianti industriali.
Giuseppe De Nozza, il pm che sostiene l’accusa nel processo a carico di 15 persone, di cui 13 dirigenti Enel, per la dispersione di polveri di carbone dal carbonile e dal nastro trasportatore della centrale di Cerano, ha depositato stamani un’integrazione alla documentazione già prodotta, ossia la consulenza del tossicologo Claudio Minoia che ha deposto in qualità di esperto-testimone oggi in aula, durante una delle ultime udienze dedicate ai testi dell’accusa. Si passerà poi alle parti civili.
Anche l’importante fascicoletto di circa cento pagine in cui è riportato un aggiornamento del dato di letteratura scientifica sugli effetti dell’esposizione ambientale e occupazionale a particelle ultrafini e agli effetti sulla salute, è stato oggetto della trattazione odierna. Minoia, tossicologo, oltre all’attività di consulenza per diverse procure e tribunali d’Italia, tra cui anche la procura di Savona per il caso della centrale di Vado Ligure, della Tirreno Power, ha insegnato in diverse scuole di formazione e specializzazione oltre che in master di diverso livello. E’ il responsabile di un laboratorio di misure ambientali e tossicologiche.
Nel 2009 inizia il suo lavoro, su incarico del pm De Nozza. Il compito è verificare se vi è dispersione di polveri di combustibile fossile nei pressi della centrale. Con riferimento anche alla possibilità che vi siano fenomeni di aero-dispersione e quindi di possibile inalazione. Ha eseguito due tipologie di campionamento: una all’esterno, l’altra all’interno dei fabbricati circostanti. Per poi porre in relazione dei livelli di metalli misurati, con i livelli di concentrazione degli stessi metalli in aree urbane.
“L’obiettivo di qualità secondo il decreto che ha fissato a livello europeo lo standard per metalli come il nichel, il mercurio, il cadmio e via dicendo, per il nichel è di 6 nanogrammi per metro cubo. Abbiamo osservato sia all’interno, che all’esterno, fino a 200 nanogrammi di nichel per metro cubo, pur in assenza di fenomeni ventosi o meteorologici di altro genere”.
“Il carbone – ha spiegato Minoia – per i tecnici è un po’ come la tavola periodica degli elementi. Contiene molti metalli. C’è l’arsenico che è un cancerogeno del gruppo uno, il nichel che è un elemento che ha sue caratteristiche di tossicità. L’antimonio”.
.......... “Vi è una correlazione tra l’esposizione a particelle ultrafini, le malattie respiratorie e cardiologiche. Sono stati rilevate conseguenze nelle persone ospedalizzate, anche nell’incremento di infarti, quando aumentano le PM10 (simbolo che indica le polveri sottili)”.
“Non è particolato da traffico veicolare – ha specificato – da circa 20 anni studiamo il particolato ambientale, conosciamo bene i livelli che si riscontrano in città. Abbiamo anche effettuato un confronto con la letteratura nazionale e mondiale. A Cerano c’erano livelli sette otto volte il limite di una grande città. Naturalmente si tratta di campionamenti durati una settimana”.
Tutto ciò se non è utile a provare che vi siano stati a Brindisi effetti per la salute delle persone, è comunque importante per supportare una delle principali tesi dell’accusa, cioè che gli abitanti del luogo siano stati costretti in qualche modo a modificare le proprie abitudini di vita. Perché esposti a fenomeni, per altro raccontati in aula dai diretti interessati, di infiammazione, allergia. Fastidi provocati, secondo l’impostazione della procura, proprio dal contatto con il carbone.
......ha detto Minoia – che la combustione crea un arricchimento di materiali tossici. I vapori inorganici formano sostanze ultrafini”. Le ceneri, insomma. Le cosiddette “fly ash”. Poi c’è la “molestia” provocata dall’imbrattamento dei prodotti, di frutta e ortaggi.....Tornando allo studio sull’esposizione ambientale e occupazionale alle particelle ultrafini (Puf), c’è un capitolo interamente dedicato alle centrali termoelettriche.
Quanto alle centrali a carbone: “costituiscono una significativa sorgente antropogenica di particolato fine, i cui componenti sono noti per la capacità di creare l’insorgenza di effetti avversi per la salute”.
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