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16 aprile 2014

Un premio Pulitzer dalla parte dell’ambiente, del consumo consapevole delle risorse,del l diritto alla vita dei lavoratori.

Tratto da Greenreport
Se l’ambiente e i minatori del carbone vincono il premio Pulitzer
[16 aprile 2014]
pulitzer carbone
La vittoria del Premio Pulitzer da parte del Washington Post e di The Guardian per le loro rivelazioni sullo spionaggio diffuso della National Security Agency ha purtroppo oscurato gli altri vincitori del prestigioso riconoscimento. Tra questi c’è anche la lunga inchiesta “Breathless and Burdened: Dying from Black Lung, Buried by Law and Medicine” del Center for public integrity sulla pneumoconiosi, il cosiddetto polmone nero, un  termine usato per indicare diverse fibrosi polmonari dovute ad inalazioni di polveri sul lavoro.
Il Pulitzer è andato ad un’indagine a puntate durata un anno e curata dal giornalista del Center Chris Hamby che ha rivelato come medici ed avvocati lavorino per l’industria carboniera per non fornire aiuti ai minatori malati e risarcimenti alle famiglie di quelli morti. Inoltre dall’indagine è venuto fuori che il tasso di pneumoconiosi tra i minatori del carbone statunitensi è in forte crescita e che chi ne viene colpito si rivolge ad un sistema che dovrebbe alleviare le loro sofferenze e che usa ogni trucco per non farlo.
Una delle tre parti dell’inchiesta è stata prodotta in collaborazione con l’ABC News Investigative Unit e presentata sulla Nightline, l’intera serie ha vinto la categoria Investigative Reporting. Del Pulitzer. Si tratta della prima volta in
assoluto che il prestigioso premio della  Columbia University va ad un’associazione come il Center for Public Integrity e per un’inchiesta che parla di ambiente e lavoro e che sta facendo tremare i King Carbon ed i loro complici.
Bill Buzenberg, direttore esecutivo dell’Ong Usa ha detto che «Il Center for Public Integrity, non poteva essere più orgoglioso di questo incredibile onore: il nostro primo premio Pulitzer come una delle principali organizzazioni no-profit di notizie investigative digitali. Voglio dare un tributo speciale al reporter investigativo Chris Hamby per il suo impegno non-stop nel progetto Black Lung durante l’ultimo anno. Senza i suoi sforzi incredibili per conto dei lavoratori malati e morenti delle miniere di carbone, non avremmo vinto questo premio singolare. Un risultato del suo lavoro è che i minatori con il polmone nero stanno finalmente ottenendo i benefici finanziari che meritano».
Quello di Hamby è stato un lavoro certosino di analisi di migliaia di pagine di sentenze che hanno fatto emergere dati originali ignorati e che gli avvocati dell’industria carbonifera nascondevano prove essenziali e che ai minatori i medici dell’istituzioni della John Hopkins Medical negavano l’esistenza di un’avanzata pneumoconiosi, che pure era visibile ai raggi X. Hamby è andato nella terra del carbone, i monti  Appalachi, ed ha intervistato i minatori malati da polmone nero ed i parenti e gli amici  di quelli uccisi dalla malattia polmonare. Una cosa durissima, visto che il reporter in West Virginia ha passato molto tempo con persone che stavano lentamente morendo soffocate mentre osservavano il sistema (che magari avevano difeso contro gli ambientalisti) accanirsi contro di loro e respingere ogni loro ricorso per avere giustizia. «Queste – dice  Hamby  – sono alcune delle persone più senza voce del Paese».
Dopo la pubblicazione dell’indagine la Johns Hopkins  ha sospeso  il suo black lung program  ed il Senato Usa ha iniziato a lavorare ad una riforma della legge, mentre il congresso ha chiesto un’indagine federale. Inoltre, il Dipartimento del Lavoro ha annunciato modifiche procedurali nel sistema di benefici federale che si occupa dei reclami di chi è colpito da polmone nero, modifiche che potrebbero aiutare i minatori a districarsi nel complesso sistema di prestazioni nel quale navigano così bene i ben pagati avvocati dei King Carbon.
Un successo di un giornalismo investigativo che è sempre più raro in Italia, che incrocia ambiente e lavoro, compassione per i malati e lucida rabbia verso un sistema fatto apposta per fregarli, una appassionata e documentatissima indagine dalla parte di chi ha speso la sua vita in miniera arricchendo chi lo guarda morire soffocato senza scucire un dollaro ed intanto continua a sbancare intere montagne e ad inquinare fiumi, laghi e falde sotterranee. 

Un premio Pulitzer dalla parte dell’ambiente, del consumo consapevole delle risorse e della merce che sembra più rara: il diritto alla vita dei lavoratori, che invece vengono scartati come una scoria inutile.

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