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16 maggio 2014

SU GREENREPORT - Ilva shock, i legali negano «ogni contaminazione e criticità ambientale».

Tratto da GreenReport


Ilva shock, i legali negano «ogni contaminazione e criticità ambientale»
ilva sigarette
I vertici dell’Ilva tornano nel centro della bufera. Carsicamente, sembrano non riuscire a farne a meno, sfidando stavolta la giustizia e l’opinione pubblica con una memoria difensiva redatta dai legali commissario straordinario dell’impianto siderurgico, Enrico Bondi.
Resa nota nelle ultime ore, ma redatta in occasione del giudizio amministrativo programmato il 5 di giugno dal Tar di Lecce, la memoria difensiva contiene passaggi che visti da lontano somigliano molto all’ennesima arrampicata sugli specchi. Al suo interno, si sostiene come l’azienda debba adempiere a prescrizioni «che non hanno alcun fondamento normativo, nonostante che Ilva abbia già autonomamente assunto adeguati criteri precauzionali».
I legali, infatti, fanno riferimento a aree dell’Ilva qualificate come fortemente inquinate «senza alcuna analisi effettiva e solo in dipendenza della loro utilizzazione industriale», ribadendo infine nel ricorso presentato «la completa assenza di qualsiasi indicatore che evidenzi una situazione di criticità ambientale per le aree in questione», ma sottolineando anzi la «presenza di concrete analisi che hanno escluso per dette aree ogni contaminazione». La ciliegina sulla torta, infine, gli avvocati la posizionano riferendosi alla necessaria bonifica dell’Ilva come condita da «oneri e prescrizioni sempre più onerose ed eccessive», volte «ad alimentare ingiustificatamente il business ambientale a spese dell’operatore economico di turno». Ossia, in poche parole, dell’Ilva stessa.
Nel complesso, l’allucinato quadro della situazione tracciato dai legali, com’era prevedibile non ha mancato di attirarsi immediatamente addosso feroci critiche, tra le quali spicca quella di Angelo Bonelli. Il coportavoce dei Verdi definisce la notizia come «semplicemente stupefacente e scandalosa: l’avv. Perli ....... ha ricevuto il mandato dal commissario Bondi a presentare un ricorso legale per chiedere al Tar di Lecce che Taranto non sia zona Sin, ovvero da zona da bonificare». Un’area che, lo ricordiamo, copre ad oggi indicativamente una superficie pari a 1.000 ettari di terreno.
Bonelli, sarcastico, chiosa ricordando come «un anno fa circa Bondi, sempre in una memoria difensiva, affermava che l’aumento dei tumori è dovuto al fatto che i tarantini fumano troppo: ormai siamo al negazionismo e al paradosso che un commissario nominato dal governo che presenta un ricorso contro un atto del governo che perimetra il territorio entro il quale devono essere fatte le bonifiche».
Ricara la dose Roberto Della Seta, candidato con Green Italia Verdi Europei nell’Italia meridionale, che aggiunge «L’affermazione di Enrico Bondi per cui Taranto va tolta dall’elenco dei siti inquinati perché pulita è letteralmente delirante».......Continua qui

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