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18 giugno 2014

1)ENERGIA : La "distrazione" di Renzi ............2) Una centrale a carbone nel Sulcis? Solo di incentivi costerà 1,2 miliardi


Tratto da Huffingtonpost

La "distrazione" di Renzi e la resistibile rivincita.... dei fossili

                                     
Ci sono questioni che nel governo Renzi rimangono ai margini della discussione pubblica, non sono parte del furore riformatore e restano, così, preda delle lobby più retrive e nella più totale linea di continuità con i precedenti governi....... Sono questioni che, peraltro, senza un radicale "cambio di passo", ci porteranno dritti ad una Presidenza europea molto "inquinante".
L'esempio più chiaro è la politica energetica. Dopo il successo del pacchetto Clima Energia 20/20/20, l'Ue deve ora decidere su cosa puntare in vista dei negoziati sul clima di Parigi nel 2015: efficienza energetica e rinnovabili attraverso la fissazione di obiettivi vincolanti a livello Ue entro il 2030, o soldi pubblici al gas di scisto, al fantomatico carbone "pulito", al nucleare e a nuove e costose infrastrutture per trasportare il gas, attraverso la fissazione di un solo target poco ambizioso di riduzione di emissioni. Questa è la discussione in corso a Bruxelles, con una decisione prevista nel bel mezzo della Presidenza italiana: al Consiglio europeo di ottobre.

L'Italia non ha al momento una posizione ufficiale, ma è stata messa in piedi una "cabina di regia" coordinata da Palazzo Chigi. Pare comunque che il Presidente del Consiglio non abbia ancora considerato la questione, mentre il Ministro Guidi e il sottosegretario De Vincenti, corifei di Confindustria, spingono per la posizione più retriva e conservatrice, il Ministro Galletti, poi, non pare disposto a fare una vera battaglia su questo tema, diversamente dal suo predecessore oggi Ministro alla Giustizia, Orlando. Insomma, nel gioco dell'energia del futuro, l'Italia potrebbe scegliere nella più grande discrezione di stare con Polonia e Ungheria, invece che con Francia, Germania, Belgio e Danimarca, che hanno dichiarato il loro sostegno a tre target ambiziosi, di riduzione di emissioni, efficienza energetica e rinnovabili entro il 2030. Sappiamo che scadeva ieri il termine di una richiesta esplicita di Germania e Danimarca all'Italia di sottoscrivere un appello per target ambiziosi per l'efficienza energetica, non è chiaro, però, se sia già stata data una risposta.
Nel governo italiano la lobby fossile è forte e approfitta in pieno della sostanziale eco-indifferenza del Presidente del Consiglio. Non si spiegherebbero altrimenti le decisioni prese dal governo il 13 giugno sul metodo scelto per ridurre le bollette delle PMI: punitivo nei confronti delle rinnovabili. 
Il Governo ha deciso di obbligare le imprese produttrici di rinnovabili a scegliere tra il pagare una tassa o il ridurre retroattivamente gli incentivi, spalmandoli su più anni. Tutto questo naturalmente in un contesto di zero dibattito pubblico, incentivi immutati per i fossili - che sono ingenti - e nessuna considerazione per le proposte alternative, che pure sono state presentate. È bene, inoltre, ricordare che se da una parte si colpiscono le rinnovabili in modo retroattivo, si conferma la decisione di sostenere con 1,2mld di euro in 20 anni una centrale a carbone nel Sulcis, con tecnologie per ora del tutto virtuali, ma già costosissime, come il CCS (nel decreto Destinazione Italia). 
Ma perché mai, contro ogni logica economica e "climatica", la riduzione delle bollette per le PMI deve passare attraverso la penalizzazione dell'unico settore energetico (insieme a quello dell'efficienza) che ci prepara all'uscita dalla dipendenza dei fossili, che ci aiuta a diminuire la nostra dipendenza energetica e le emissioni e che non inquina?
La ragione è che questo settore è una vittima facile. La lobby "fossile" è attiva, unita, ricca e organizzata ......
Dietro a questi argomenti apparentemente ovvi (non possiamo diventare "rinnovabili" in 2 mesi, la transizione richiede tempo) si nasconde in realtà la partita sulle scelte strategiche dei prossimi anni in Italia e in Europa, con il loro inevitabile corredo di investimenti e sussidi pubblici..... 





L'Italia, nonostante tutto, rimane uno dei paesi con il maggiore potenziale in termini di efficienza energeticacon la produzione di energie rinnovabili tra le più importanti d'Europa e con un basso livello d'intensità energetica del sistema produttivo. Negli anni scorsi sono stati creati centinaia di migliaia di posti di lavoro nell'industria delle rinnovabili e, come spiega il rapporto Green Italy 2014 di Symbola, le imprese che investono e assumono sono in buona parte imprese che utilizzano tecnologie "verdi". Oggi sappiamo con certezza che l'intensità di "lavoro" nelle tecnologie verdi è maggiore rispetto ai settori tradizionali.
..... Ecco perché è indispensabile fare emergere la posta in gioco a Bruxelles e il significato di decisioni apparentemente tecniche come il finanziamento della riduzione della bolletta alle PMI, cercando di riorientare e rendere meno "fossile" l'azione del Governo Renzi.
Questo obiettivo presuppone un'azione forte e coordinata delle forze sociali e politiche "ambientaliste"  e un ampio dibattito pubblico: bisogna che l'industria "sostenibile" si organizzi e passi al contrattacco.
In Italia e in Europa, per rispondere alle false verità che dominano i conciliaboli nei corridoi di governo e parlamento, possiamo dimostrare che un nuovo modello di sviluppo è alle porte e che può dare un contributo positivo all'uscita dalla crisi.

L’INCHIESTA
17/06/2014

Una centrale a carbone nel Sulcis?
Solo di incentivi costerà 1,2 miliardi

ANSA

In tempi di calo della domanda energetica, crisi da sovraccapacità produttiva del sistema energetico italiano e centrali a carbone sull’orlo di una crisi finanziaria , in Sardegna, nell’area del Sulcis Iglesiente, si pensa di costruire una nuova centrale a carbone: il decreto “Destinazione Italia” del dicembre 2013, convertito in legge nel febbraio scorso, prevede infatti una nuova forma di incentivo specifico per l’elettricità prodotta dalla nuova centrale. Il progetto sarebbe assegnato tramite bando: al vincitore della gara sarà assicurato per venti anni, a partire dal primo anno di esercizio della centrale, un incentivo parti a 30 Euro/MWh, rivalutato sulla base dell’inflazione calcolata sull’indice ISTAT, fino ad un massimo di 2100 GHh/anno. I conti son presto fatti: 63 milioni di Euro all’anno, per 20 anni, per un totale di 1 miliardo e 260.000, più la rivalutazione ISTAT.
L’incentivo sarà spalmato e addebitato nelle bollette dell’energia elettrica. E pensare che il titolo del decreto era “decreto recante interventi urgenti […] per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas”. 

L’Europa, intanto, sta valutando se sussista il caso di violazione delle norme sugli aiuti di Stato .
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