Tratto da QualEnergia
Prezzo dell'elettricità all'ingrosso (PUN) ai minimi storici, domanda che continua a calare, termoelettrico in crisi e rinnovabili sempre più determinanti. Sole e vento hanno azzerato i prezzi per 300 ore nel 2013 e già per 430 nel 2014. Si riduce il distacco sui prezzi del gas tra Italia e resto d'Europa. La relazione annuale del Gestore dei Mercati Energetici (GME).
Consumi ancora in calo, contributo delle rinnovabili sempre più centrale e influenza dello shale gas hanno portato il prezzo dell'energia all'ingrosso in Italia ai minimi dal 2005. Il mercato elettrico sta cambiando e uno dei principali motori dello sconvolgimento sono solare ed eolico. I sintomi sono chiari: incominciano a manifestarsi momenti in cui il prezzo dell'energia in Borsa scende a zero e la diminuzione dei prezzi è concentrata nelle ore diurne, quando è maggiore il contributo del fotovoltaico. Intanto la crisi del termoelettrico si aggrava.
Sono questi alcuni dei trend in atto sul mercato elettrico che emergono dall'ultimarelazione annuale del GME, il gestore dei mercati energetici (vedi allegati in basso).
Come detto, i consumi sono in discesa: con un -3%, a 317 TWh, nel 2013 sono tornati ai livelli di 10 anni fa. A crescere è il contributo delle fonti rinnovabili: 41 TWh, cioè un +21% sul 2012. Il PUN, prezzo unico nazionale, ossia il prezzo dell'elettricità in Borsa, nell'anno appena concluso interrompe la tendenza rialzista degli ultimi 3 anni e scende ai minimi. Nel 2013 in media è stato di 62,99 €/MWh, il 16,6% in meno sul 2012. Solo nel 2005 era sceso tanto e va notato come il trend calante stia accelerando anche in questa prima metà del 2014: con un prezzo medio di 52,39 €/MWh nel primo trimestre, mai registrato prima (a giugno è arrivato a poco più di 47 €/MWh).
Questo calo dei prezzi all'ingrosso – ricordiamo ancora un volta – non si sta riflettendo sulla bolletta: la differenza tra il PUN e la componente energia (PE) che finisce in bolletta è superiore ai 20 €/MWh. Semplificando, questo risparmio potenziale non viene trasferito ai consumatori, ma finisce nelle tasche di chi vende energia sui mercati a termine (abbiamo provato a spiegare qui quel che sta succedendo).
Tornando al report GME, va evidenziato (vedi grafico sotto) che il decremento del PUN sul mercato del giorno prima (MGP) è molto più marcato nelle ore del picco diurno, per via del contributo del fotovoltaico, che abbassa i prezzi, producendo così a costi marginali nulli (dato che non si devono sostenere costi di combustibile per produrre un kWh in più)....
In questo quadro il termoelettrico continua ad essere in crisi. I cicli combinati a gas (ccgt) si mantengono al margine, ma perdono altri 6 punti percentuali scendendo al 32% dell'offerta sul mercato. Sul MGP le fossili sono sempre meno competitive e già in diverse ore del 2012 la loro offerta è risultata fuori 'ordine di merito'. Pertanto nel 2013 si è direttamente ridotto l’ammontare dei volumi messi sul mercato in risposta alle aspettative fortemente ribassiste dei prezzi: -14 TWh, per i ccgt, -11 TWh per le centrali ad olio combustibile e -5 tWh per i turbogas.
La crisi dei cicli combinati a gas si fa sentire anche sul mercato del gas, dove i consumi sono crollati al minimo dal 2006 (per 729 TWh, -7%) fortemente condizionati anche dalla crisi economica. .....
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