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26 luglio 2014

SPEZIA POLIS:Tirreno Power: perchè il GIP Fiorenza Giorgi respinge l'istanza di dissequestro della centrale a carbone di Vado Ligure?

Tratto da Spezia Polis
Tirreno Power: perchè il GIP Fiorenza
 Giorgi respinge l'istanza di dissequestro 
della centrale a carbone di Vado Ligure?

Si profila un ILVA bis a Vado Ligure? con la GIP che respinge la richiesta di dissequestro avanzata da Tirreno Power e il Ministero dell'Ambiente che rilascerà una nuova AIA per chetare gli industriali e salvare l'economia locale? Certo questa volta non c'è in ballo nè l'economia nazionale nè la necessità di produrre di energia, di cui come noto disponiamo in sovrabbondanza.

Tirreno Power aveva proposto un piano di interventi per migliorare gli impianti e ridurre le emissioni, ma sembra che questo non dia sufficienti garanzie, nonostante gli sforzi dello staff dell’ex ministro Paola Severino. Come mai? Almeno per due ragioni, che gli industriali hanno forse scordato: la scarsa affidabilità dell'impresa e, forse anche, delle istituzioni e il danno per la salute e per l'ambiente.

Poichè si ha l'abitudine di rimuovere sempre gli snodi che hanno portato alle decisioni, vale la pena di ricordare le ragioni del sequestro: aspetti legali e atteggiamento dell'impresa e delle istituzioni, situazione sanitaria e ambientale.

Aspetti legali: l'impresa e le istituzioni. "Vorrei solo che si comprendesse che il cuore dell’accusa è il non aver fatto nulla per attenuare i danni all’ambiente, violando di fatto una normativa già abbastanza comprensiva" aveva dichiarato il Procuratore di Savona Granero anticipando i successivi macigni della GIP, scritti nero su bianco sull'ordinanza di sequestro 
"... appare dimostrato che il gestore, in tutti questi anni e fino alla data odierna, ha sempre fatto quello che gli tornava più vantaggioso, il tutto nella neghittosità degli organi pubblici chiamati a svolgere attività di controllo, e che, lungi dal sanzionare le dette inottemperanze, hanno ritardato in modo abnorme l’emissione dei dovuti provvedimentied emesso alla fine una AIA estremamente vantaggiosa e frutto di un sostanziale compromesso in vista della costruzione di un nuovo gruppo a carbone che si presenta come meramente ipotetica, non preoccupandosi da ultimo di imporre l’adempimento delle prescrizioni in ordine al collocamento dello SME.  
La GIP Fiorenza Giorgi non dissequestra perchè - come scrive il SecoloXIX - la "riaccensione dei gruppi a carbone comporterebbe sostanzialmente la reiterazione del reato". Quale reato? Quello della mancata applicazione delle prescrizioni di cui ho appena scritto e quello - che tutti tendono a rimuovere -  del danno per la salute. Aveva scritto la GIP
Non si può dimenticare – ed anzi è l’elemento di maggior rilievo – che il reato contestato prevede, come sua ipotesi sicuramente più grave, l’ingente danno alla salute provocato daldimostrato aumento dei ricoveri ospedalieri e del numero dei decessi riconducibile direttamente alla presenza della centrale.”
La situazione sanitaria. La perizia ambiente-salute, debitamente corredata della stima di morti e malattie in eccesso a causa della centrale, deve aver retto molto bene agli attacchi provenienti dai media
Tre perizie-fotocopia per tre casi diversi soltanto in apparenza – scriveva Giliberto sul Sole - la centrale Enel di Porto Tolle, la centrale Tirreno Power di Vado Ligure e l'acciaieria Ilva di Taranto. Le accuse si sono basate su studi uguali e su un assunto convergente. Gli studi sono uguali: vengono studiati i licheni, vegetali sensibili all'inquinamento dell'aria, e vengono censite le malattie e la mortalità nella zona attorno all'impianto”.
e dunque la GIP Giorgi continua a ritenere, come scritto allora, che i contenuti della  "pregevole consulenza tecnica a firma Crosignani – Franceschi, appaiono (oltre che impressionanti) del tutto convincenti e tali da fondare in modo solido l’accusa…”

La situazione ambientale.  Nella sua relazione a conclusione del biomonitoraggio lichenico, il terzo perito, Scarselli, scriveva di  una grave rarefazione lichenica nella zona di ricaduta delle emissioni della centrale”, un dato che era già ricavabile con chiarezza dagli studi sulla biodiversità lichenica svolti in precedenza…” per valutare l’impatto della centrale termoelettrica di Vado Quiliano  e su scala regionale (1990, 1998, 2000, 2003, 2006). Aggiungendo che
“nonostante i predetti risultati siano attribuibili a una pluralità di fattori, la centrale essendo di gran lunga la sorgente preponderante di SO2 e NOx della zona, è sempre individuata come una delle maggiori cause determinanti”.
 E la GIP Forenza Giorgi ci faceva sapere che
“il 28% dei siti monitorati (dodici stazioni su quarantatre) ricade nelle classi di alterazione individuate come “alta” o “massima” (deserto lichenico), mentre in sole tre stazioni, pari al 7%, la biodiversità lichenica è risultata sostanzialmente inalterata". 
Gli industriali, come i politici, elaborano le loro consideraizoni come se si fosse all'anno zero. E così leggiamo che  ritenevano e tuttora ritengono valido il progetto presentato da Tirreno Power e, alla luce dei previsti interventi di ambientalizzazione, avrebbero confidato  in un esito del tutto differente......Continua a  l'articolo leggere qui

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