Tratto da asud.net
Crisi, biocidio e portato sociale delle lotte ambientali
[di M. Di Pierri e S. Altiero
L’eldorado sviluppo-occupazione continua ad essere la principale giustificazione ideologica alla monetizzazione dell’ambiente operata da politica, criminalità ed imprenditoria; a dimostrarlo, gli arresti e le indagini sulla corruzione nelle grandi opere inutili, dall’Expo di Milano, al MOSE di Venezia, al tunnel TAV sotto Firenze.
Tangenti e corruzione, da questo punto di vista, altro non sono che messa a profitto dei territori accompagnati da un attacco feroce alle comunità che si oppongono a scelte imposte attraverso processi decisionali antidemocratici. .....
Tangenti e corruzione, da questo punto di vista, altro non sono che messa a profitto dei territori accompagnati da un attacco feroce alle comunità che si oppongono a scelte imposte attraverso processi decisionali antidemocratici. .....
Ciò che è meno chiaro, invece, è che un altro scambio iniquo e ben più antico, attraverso la devastazione ambientale a costo zero, è stato gradualmente imposto al Paese e riguarda l’intera storia dello sviluppo industriale: assunta la necessità di utilizzare l’ambiente come semplice combustibile dei processi produttivi e ricettore delle emissioni connesse, in una concezione economica in cui massimizzare i costi ambientali significava abbattere quelli di produzione,
è passato un altro scambio, ben più velato e subdolo, quello lavoro-salute.
è passato un altro scambio, ben più velato e subdolo, quello lavoro-salute.
La devastazione ambientale ha significato quindi semplice sfruttamento del territorio attraverso la realizzazione di grandi opere inutili, ad alto impatto ambientale e scarsa utilità sociale, ma anche compromissione della salute umana, come nel caso dell’industrializzazione forzata e deregolamentata. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le evidenze, prima empiriche da parte delle comunità impattate e poi scientifiche, circa le conseguenze sanitarie di questo scambio, tanto da poter tracciare i confini non di una “terra” ma di un intero “Paese dei fuochi”.
In Italia il 3% del territorio è rappresentato da aree vaste contaminate: 9.000 km2 di territorio in cui vive un sesto della popolazione nazionale, circa 6 milioni di persone.
Impianti produttivi altamente nocivi, centrali elettriche alimentate da fonti fossili, discariche, inceneritori, chimica e petrolchimica, qui si scontano le conseguenze di politiche industriali, scelte energetiche e modelli di smaltimento dei rifiuti urbani e industriali impattanti in termini di rischio ecologico e sanitario. .....
Attraverso il Rapporto S.E.N.T.I.E.R.I. – Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento, l’ISS ha rivelato (e dimostrato) l’esistente connessione tra contaminazione ambientale e impatti sulla salute.
Dal 2010 al 2014, nei tre rapporti diffusi, l’incidenza di malattie tumorali e l’eccesso di decessi imputabili a fattori ambientali è stato registrato in tutte le zone sottoposte ad analisi.....
Dal 2010 al 2014, nei tre rapporti diffusi, l’incidenza di malattie tumorali e l’eccesso di decessi imputabili a fattori ambientali è stato registrato in tutte le zone sottoposte ad analisi.....
..... In definitiva, pochi anni di boom economico pagati al prezzo di una contaminazione ben più duratura e di un danno permanente alla salute delle popolazioni.
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