Tratto da Noalcarbone
LO STUDIO "FUFFA" DI ARPA PUGLIA.
La letteratura scientifica mondiale, da anni ormai, produce studi che riguardano l’impatto negativo delle centrali a carbone sulla salute delle popolazioni circostanti.
Questi impianti, come la centrale Enel Federico II, emettono in aria, acqua e suolo, nonché nel residuo di combustione, svariate sostanze (idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti tra cui l’arsenico, il mercurio, il nichel, il piombo, polveri sottili, ossido di carbonio e anidride carbonica, sostanze radioattive, ossidi di azoto e ossidi di zolfo, diossine e furani), tutte particolarmente tossiche e alcune di esse anche cancerogene.
Le indagini epidemiologiche (già esistenti) da diversi anni segnalano nell’area ad alto rischio ambientale di Brindisi un eccesso di mortalità generale e per alcuni tumori in particolare. Esistono studi recenti sull’aumento di mortalità e di ricoveri per cause cardiovascolari nei giorni in cui si registra innalzamento delle concentrazioni degli inquinanti nell’aria. E’ stato rilevato inoltre un eccesso di malformazioni neonatali e la loro relazione con l’emissione di SO2.
E cioè, si è dimostrato che nelle settimane di gravidanza in cui le malformazioni si generano, le mamme dei bambini malformati hanno respirato, sulla base dei dati delle centraline per il monitoraggio dell'aria, una concentrazione di SO2 superiore a quella respirata dalle mamme che hanno partorito bambini sani. (L’ARPA Puglia certifica che il 90% della SO2 emessa a Brindisi proviene dalla produzione di energia. )
Questo non lo diciamo noi, ma è l’estratto di una lettera aperta dell’Ordine dei Medici su "LA SALUTE DELLA POPOLAZIONE E LA PRODUZIONE ENERGETICA A BRINDISI", pubblicata il 12 marzo di quest’anno.
Ma un rapido excursus delle evidenze sanitarie sulla popolazione brindisina è contenuto nell’intervento, sempre dei medici, il 23 marzo 2014 alla III Commisione Sanità del Consiglio Regionale Pugliese. (leggi quì)
Questi impianti, come la centrale Enel Federico II, emettono in aria, acqua e suolo, nonché nel residuo di combustione, svariate sostanze (idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti tra cui l’arsenico, il mercurio, il nichel, il piombo, polveri sottili, ossido di carbonio e anidride carbonica, sostanze radioattive, ossidi di azoto e ossidi di zolfo, diossine e furani), tutte particolarmente tossiche e alcune di esse anche cancerogene.
Le indagini epidemiologiche (già esistenti) da diversi anni segnalano nell’area ad alto rischio ambientale di Brindisi un eccesso di mortalità generale e per alcuni tumori in particolare. Esistono studi recenti sull’aumento di mortalità e di ricoveri per cause cardiovascolari nei giorni in cui si registra innalzamento delle concentrazioni degli inquinanti nell’aria. E’ stato rilevato inoltre un eccesso di malformazioni neonatali e la loro relazione con l’emissione di SO2.
E cioè, si è dimostrato che nelle settimane di gravidanza in cui le malformazioni si generano, le mamme dei bambini malformati hanno respirato, sulla base dei dati delle centraline per il monitoraggio dell'aria, una concentrazione di SO2 superiore a quella respirata dalle mamme che hanno partorito bambini sani. (L’ARPA Puglia certifica che il 90% della SO2 emessa a Brindisi proviene dalla produzione di energia. )
Questo non lo diciamo noi, ma è l’estratto di una lettera aperta dell’Ordine dei Medici su "LA SALUTE DELLA POPOLAZIONE E LA PRODUZIONE ENERGETICA A BRINDISI", pubblicata il 12 marzo di quest’anno.
Ma un rapido excursus delle evidenze sanitarie sulla popolazione brindisina è contenuto nell’intervento, sempre dei medici, il 23 marzo 2014 alla III Commisione Sanità del Consiglio Regionale Pugliese. (leggi quì)
"Considerato lo status di area ad alto rischio di crisi ambientale, conclude l’Ordine dei Medici nella sua lettera aperta, è necessario sollecitare un intervento legislativo regionale che, con le innovative procedure della Valutazione Integrata di Impatto sulla Salute (Vis), impedisca, per ragioni sanitarie, ulteriori insediamenti che emettono sostanze tossiche e prescrivano rimedi per la riduzione di quelli esistenti in tempi ragionevoli ma compatibili con il valore della vita e della salute".
Assodato tutto ciò, la presentazione dello studio di Arpa Puglia sulla “Valutazione del Danno Sanitario dell’impianto Cerano” che si è svolta ieri presso gli uffici della stessa Agenzia, non può che prendere il valore di una argomentazione “grezza e grossolana”, inconsistente e superflua, insomma, in una parola FUFFA: un mero modello matematico che NON E’ DA RITENERE ASSOLUTAMENTE UN DATO SCIENTIFICO......
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