COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

17 ottobre 2014

17 ottobre 2014 Lettera aperta di 22 scienziati a Renzi: «La Strategia Energetica Nazionale è sbagliata»- Settembre 2011 : 24 scienziati svizzeri “mettono una croce” sopra il progetto della centrale a carbone .

Tratto da Greenreport
Lettera aperta di 22 scienziati a Renzi: «La Strategia Energetica Nazionale è sbagliata»

[17 ottobre 2014]
se renzi vince
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi
e, p.c.,
al Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi
al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gianluca Galletti
al Ministro dell’Economia e Finanze, Pietro Carlo Padoan
al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin
al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini
Lettera Aperta - La Strategia Energetica Nazionale
Caro Presidente,
siamo un gruppo di docenti e ricercatori dell’Università e dei Centri di ricerca di Bologna. In virtù della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione della letteratura scientifica internazionale, sentiamo il dovere di esprimere la nostra opinione sulla crisi energetica e sul modo di uscirne.
Definire le linee di indirizzo per una valida Strategia Energetica Nazionale è un problema complesso, che deve essere affrontato congiuntamente da almeno cinque prospettive diverse: scientifica, economica, sociale, ambientale e culturale. I punti fondamentali dai quali non si può prescindere sono i seguenti:
1) E’ necessario ridurre il consumo di energia, obiettivo che deve essere perseguito mediante un aumento dell’efficienza energetica e, ancor più, con la creazione  di una cultura della parsimonia, principio di fondamentale importanza per vivere in un mondo che ha risorse limitate.
2) La fine dell’era dei combustibili fossili è inevitabile e ridurne l’uso è urgente per limitare l’inquinamento dell’ambiente e per contenere gli impatti dei cambiamenti climatici. Ridurre il consumo dei combustibili fossili, che importiamo per il 90%,  significa anche ridurre la dipendenza energetica del nostro Paese da altre nazioni.
3) E’ necessario promuovere, mediante scelte politiche appropriate, l’uso di fonti energetiche alternative che siano, per quanto possibile, abbondanti, inesauribili, distribuite su tutto il pianeta, non pericolose per l’uomo e per l’ambiente, capaci di colmare le disuguaglianze e di favorire la pace.
4) Le energie rinnovabili non sono più una fonte marginale di energia, come molti vorrebbero far credere: oggi producono il 22% dell’energia elettrica su scala mondiale e il 40% in Italia, dove il fotovoltaico da solo genera energia pari a quella prodotta da due centrali nucleari.
5) La transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili sta già avvenendo in tutti i Paesi del mondo. In particolare, l’Unione Europea ha messo in atto una strategia basata sui punti sopra elencati (il Pacchetto Clima Energia 20 20 20, l’Energy Roadmap 2050).
L’Italia non ha carbone, ha pochissimo petrolio e gas, non ha uranio, ma ha tanto sole e le tecnologie solari altro non sono che industria manifatturiera, un settore dove il nostro Paese è sempre stato all’avanguardia. Sviluppando le energie rinnovabili e le tecnologie ad esse collegate il nostro Paese ha un’occasione straordinaria per trarre vantaggi in termini economici (sviluppo occupazionale) e ambientali dalla transizione energetica in atto.
Purtroppo la Strategia Energetica Nazionale, che l’attuale governo ha ereditato da quelli precedenti e che apparentemente ha assunto, non sembra seguire questa strada. In particolare, il recente decreto Sblocca Italia agli articoli 36-38 facilita e addirittura incoraggia le attività di estrazione delle residue, marginali riserve  di petrolio e gas in aree densamente popolate come l’Emilia-Romagna, in zone dove sono presenti città di inestimabile importanza storica, culturale ed artistica come Venezia e Ravenna, lungo tutta la costa del mare Adriatico dal Veneto al Gargano, le regioni del centro-sud e gran parte della Sicilia.
Il decreto attribuisce un carattere strategico alle concessioni di ricerca e sfruttamento di idrocarburi, semplifica gli iter autorizzativi, toglie potere alle regioni e prolunga i tempi delle concessioni con proroghe che potrebbero arrivare fino a 50 anni. Tutto ciò in contrasto con le affermazioni di voler ridurre le emissioni di gas serra e, cosa ancor più grave, senza considerare che le attività di trivellazione ed estrazione ostacolano e, in caso di incidenti, potrebbero addirittura compromettere un’enorme fonte di ricchezza certa per l’economia nazionale: il turismo. D’altra parte il decreto non prende in considerazione la necessità di creare una cultura del risparmio energetico e più in generale della sostenibilità ecologica e non semplifica le procedure che ostacolano lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Il mancato apporto, quantitativamente marginale, delle nostre riserve di combustibili fossili potrebbe essere facilmente compensato riducendo i consumi. ..........Continua  a leggere qui
Il Comitato Promotore Energia per l’Italia
Vincenzo Balzani (coordinatore), Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Nicola Armaroli, Istituto ISOF-CNR
Alberto Bellini, Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università
Giacomo Bergamini, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Enrico Bonatti, ISMAR-CNR
Alessandra Bonoli, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, dell’Ambiente e dei Materiali, Università
Carlo Cacciamani, Servizio IdroMeteoClima, ARPA
Romano Camassi, INGV
Sergio Castellari, Divisione servizi climatici, CMCC e INGV
Daniela Cavalcoli, Dipartimento di Fisica ed Astronomia, Università
Marco Cervino, ISAC-CNR
Maria Cristina Facchini, ISAC-CNR
Sandro Fuzzi, ISAC-CNR
Luigi Guerra, Dipartimento di Scienze dell’Educazione «Giovanni Maria Bertin», Università
Giulio Marchesini ReggianiDipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università
Vittorio Marletto, Servizio IdroMeteoClima, ARPA
Enrico Sangiorgi, Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università
Leonardo Setti, Dipartimento di Chimica Industriale, Università
Micol Todesco, INGV
Margherita Venturi, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Stefano Zamagni, Scuola di Economia, Management e Statistica, Università
Gabriele ZaniniUTVALAMB-ENEA
Per ulteriori informazioni:http://www.energiaperlitalia.it/

Riportiamo inoltre l'articolo dell'  8 settembre 2011
CENTRALI A CARBONE:24 scienziati svizzeri “mettono una croce” sopra il progetto della centrale a carbone 
Chiarimento sulla redditività e compatibilità ambientale di nuove centrali a carbone all’estero

I gestori di centrali sono sempre più confrontati con difficili decisioni inerenti i loro investimenti. Se da una parte la pianificazione di grandi centrali esige un investimento ambientale stabile e a lungo termine, dall’altra i cambiamenti a livello politico e di mercato causano insicurezze a livello di costi e profitti delle diverse tecniche di pro-duzione d’energia. Questo concerne particolarmente le centrali a carbone che, non solo a causa del loro impatto climatico e ambientale sono causa di critiche, ma che anche in confronto a fonti energetiche più flessibili e meno dannose per l’ambiente si profilano economicamente infruttuose .
Con questa dichiarazione i firmatari desiderano indicare le prospettive economiche della produzione elettrica tramite carbone e ammonire dall’investire in nuove centrali a carbone.
In conclusione si può affermare che l’insicurezza relativa ai costi e ai ricavi futuri sia un grave rischio per la redditività di nuove centrali a carbone.
La costruzione e l’esercizio di centrali a carbone è così non solo contropro-ducente dal punto di vista di politica ambientale e climatica, ma anche dubbio-sa a livello economico.

Nessun commento: