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22 ottobre 2014

Cambiamenti climatici: addio fossili, scatta il disinvestimento globale.....

Tratto da Greenbiz

Cambiamenti climatici: addio fossili, scatta il disinvestimento globale


divest campaign uk
Il movimento globale di disinvestimento non si ferma e fa registrare nuove iniziative. 
Mentre inAustralia cresce il numero degli atenei in cui ci si interroga sulla possibilità di cedere gli investimenti in fonti fossili, nel Regno Unito è nata la campagna "Divest!", per evitare che i risparmi dei correntisti servano a finanziare le industrie responsabili dell'inquinamento.
Sulla scia della decisione presa di recente dalla Australian National University (ANU) - che ha cessato di investire in sette compagnie del settore delle fossili, attirando le ire di esponenti del Governo australiano - studenti e docenti di altri atenei del Paese si sono mobilitati per ritirare ogni sostegno finanziario alle fonti di energia più inquinanti, onde evitare gli effetti disastrosi che i cambiamenti climatici potrebbero avere su economia, salute e ambiente.
Nelle Università più prestigiose sono nate petizioni e gruppi di pressione affinché si segua l'esempio dell'ANU, tagliando in modo razionale e ragionato gli investimenti alle fossili. Nella petizione che circola all'interno della University of South Wales, ad esempio, si legge che "l'impegno in favore della sostenibilità non è confinato alla ricerca ma deve essere al centro dei nostri affari".
Allo stesso modo, i sottoscrittori del testo indirizzato all'Università di Melbourne - studenti, educatori, professori e ricercatori - definiscono "cruciale per l'integrità del nostro lavoro che le istituzioni che ci sostengono non danneggino [con le loro attività economiche, ndr] i nostri progetti volti al miglioramento della salute".
Nel frattempo, nel Regno Unito il movimento Move your Money, che si batte per una riforma in senso etico del sistema bancario, ha lanciato la campagna "Divest!", chiedendo ai titolari di conti correnti di comunicare alle banche in cui hanno depositato i propri risparmi di essere pronti a ritirarli, se gli istituti di credito non cesseranno di investire nelle fonti fossili entro il prossimo mese di gennaio.
La campagna va a toccare una questione importante e delicata: basti pensare che, fino ad oggi,le cinque banche più importanti della City (Barclays, HSBC, Lloyds, Santander e RBS) hanno investito oltre 66 miliardi di sterline (quasi 84 miliardi di euro) in prodotti finanziari collegati al petrolio, al fracking, al gas, al carbone e alle sabbie bituminose.
"L'investimento nei combustibili fossili non è mai stato accettabile dal punto di vista ambientale". – ha commentato Charlotte Webster, direttore della campagna "Divest!" – "Ora non è più accettabile neppure dal punto di vista sociale e, ben presto, diventerà anche economicamente inaccettabile."
È la prima volta che l'esortazione ad abbandonare le fonti fossii viene rivolta a degli istituti di credito. In precedenza, il movimento aveva avuto come obiettivi principali le università e leistituzioni religiose, riscuotendo diversi successi (come nei casi della già menzionata ANU e della Glasgow University) e alimentando il dibattito globale sull'opportunità di continuare a sostenere economicamente delle forme di energia inquinanti che, oltre ad essere pericolose per la salute umana, sono la causa principale dei cambiamenti climatici.
                                                                                        Lisa Vagnozzi

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