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07 ottobre 2014

Spezia Polis -Porto Tolle e le altre: sappiamo bene cos'è nocivo, anche senza contare i morti

Tratto da SpeziaPolis


segue da qui 

Porto Tolle e le altre: la pubblica incolumità prima del business


"In caso di conflitto tra due beni di rango costituzionale quali l'iniziativa economica ed il diritto alla salute, deve necessariamente prevalere il secondo".
Così è scritto nella sentenza con cui sono stati condannati i vertici Enel  - Francesco Tatò e Paolo Scaroni - per la mala-gestione della centrale a olio combustibile di Porto Tolle che ha causato un disastro ambientale doloso.
"agli imputati è stato contestato di avere, mediante l'emissione di sostanze inquinanti, cagionato un pericolo per la pubblica incolumità, consistente nel pericolo di insorgenza o di aggravamento di malattie respiratorie e cardiovascolari nella popolazione pediatrica tra O e 14 anni, dal 1998 al luglio 2009; con l'aggravante, dal 1998 al 31.12.2002, che il disastro avvenne, essendosi verificato, per i bambini tra O e 14 anni residenti nei comuni di Porto Tolle, Rosolina, Taglio di Po, Porto Viro, Ariano nel Polesine, Loreo, Mesola, Corbola e Coro, un aumento dei ricoveri ospedalieri per patologie respiratorie".
Contrariamente a quanto cercano di fare coloro che contestano la validità scientifica delle stime di  patologie e morti aggiuntive (vedi qui) - causate dalle maggiori emissioni dovute a violazioni e deroghe delle norme ambientali - il tribunale di Rovigo ha ritenuto che
"in applicazione dei principi stabiliti dalla sentenza Franzese, una volta rapportate ad eventi collettivi, le inferenze epidemiologiche possono reputarsi accreditate da un'alta probabilità logica o da un'elevata credibilità razionale nella misura in cui sono congruenti con i dati analizzati e non vengono smentite da ipotesi alternative."
La valenza scientifica degli studi epidemiologici deve essere sufficientemente coerente e non smentita da studi che dimostrino il contrario. Quanto basta, dunque. Anche perchè, ed è ciò che più importa, finalmente si è riconosciuto che le evidenze scientifiche che testimoniano della nocività di alcune produzioni e di alcuni agenti inquinanti - queste sì riconosciute  e sostenute dalla comunità scientifica internazionale - sono di per sè sufficienti ad attestare
"un collegamento eziologico fra remissione delle sostanze inquinanti prodotte dalla CTE di Porto Tolte {ossidi di zolfo, ossidi di azoto, polveri, particolato, metalli tra cui il vanadio) ed il pericolo di insorgenza o di aggravamento di malattie respiratorie (meglio elencate nel capo di imputazione) e cardiovascolari nella popolazione dell'area circostante, ed in particolare in quella pediatrica".
La consulenza citata nella sentenza, e che avvalora questa tesi, è del 2007 ed era stata redatta da Lorenzo Tomatis, noto epidemiologo e oncologo impegnato nella prevenzione primaria (vedi qui) della cui scuola fa parte Paolo Crosignani, epidemiologo e perito che ha contato gli eccessi di patologie  e morti sia a Porto Tolle sia a Vado Ligure.

Tomatis e le leggi scientifiche di copertura 

Richiamando numerosi studi svolti a livello internazionale il dott. Tomatis aveva evidenziato che

"dagli anni '90 è emerso in modo incontrovertibile un ruolo causale dell'inquinamento atmosferico nell'aumento di frequenza di patologie cardio-circolatorie e respiratorie, sia acute che croniche. In particolare, determinante negli effetti negativi sulla salute è la parte più piccola del particolato atmosferico (e specialmente il PM10 e il PM2.5, ovvero le particelle di diametro inferiore ai 10 micron e ai 2,5 micron), derivante dalla condensazione nell'atmosfera di numerose sostanze generate dai processi di combustione, soprattutto di combustibili fossili (quale quella attuata nella CTE di Porto Tolle)."
Tomatis già nel 2007 aveva confermato che "all'aumento dell'inquinamento, aumentano altresì le patologie respiratorie ed i decessi e ciò è assodato nella letteratura scientifica" 
mentre un'altra consulenza (Di Marco e Maggiore) confermava che
"le particelle inferiori a 10 micron possono penetrare nell'organismo umano, assorbendo e portando con sé sostanze tossiche o cancerogene, così aggravando le malattie croniche come l'asma, la bronchite e l'enfisema, soprattutto nei soggetti più vulnerabili come gli anziani ed i bambini".
E ancora l'Ing Arru, di Ispra, nel 2013 aggiunge agli effetti acuti gli effetti a lungo termine "osservabili dopo esposizioni di lunga durata ed a distanza di anni dall'inizio (aumento dell'incidenza di malattie respiratorie e cardiovascolari croniche, variazioni permanenti nella funzione respiratoria, tumore polmonare, mortalità respiratoria e cardiovascolare).

E ancora, dice

"il biossido di zolfo ha effetti sul metabolismo umano e, già a basse concentrazioni, è irritante per gli occhi, per la gola ed il tratto superiore delle vie respiratorie; a concentrazioni elevate, può dar luogo ad irritazioni delle mucose nasali, bronchiti e malattie polmonaril'esposizione prolungata ad alcuni milligrammi al metro cubo di SO2 può indurre l'insorgere di faringiti, affaticamento e disturbi a carico dell'apparato sensorio. In presenza di nebbia, il biossido di zolfo, solubile in acqua, può penetrare più a fondo nell'apparato polmonare, inducendo patologie gravi quali la bronco costrizione, l'irritazione bronchiale e la bronchite acuta.
Il monossido di azoto (NO) ha effetti dannosi sull'emoglobinail biossido di azoto (NO2) è fortemente irritante per gli occhi, le mucose ed i polmoni; è responsabile di molteplici patologie dell'apparato respiratorie, quali bronchiti, allergie, irritazioni, edemi polmonari, soprattutto sui soggetti più esposti come i bambini e gli asmatici."
Tutte queste valutazioni - considerate finalmente all'interno di un procedimento giudiziario, anche a prescindere dagli effetti puntuali dell'inquinamento nel contesto considerato - sono infine state accettate e sostenute anche ai livelli istituzionali più elevati. Alla fine del 2013 la IARC ha finalmente inserito lo smog tra le sostanze cancerogene certe e la UE ha infine accertato che prevenire le malattie - riducendo le emissioni inquinanti - è più economico che curarle. Che non è poco considerato che ogni anno circa 400.000 persone muoiono in Europa per l'inquinamento atmosferico (qui); che è tantissimo considerando che l'aumento delle patologie ambiente correlate - dei relativi costi - è proporzionale all'aumento dei profitti delle imprese che non fanno gli investimenti in MTD e manutenzioni (vedi qui).
E comunque, oltre alle leggi scientifiche generali, ci sono poi circostanze di contesto che amplificano i danni causati dalle produzioni inquinanti:l'ubicazione in centro abitato (Vado Ligure e Spezia); la forza e direzione dei venti; l'inversione termica; barriere naturali che impediscono la dispersione degli inquinanti.
Tutte considerazioni che dovrebbero essere fatte in fase di autorizzazione iniziale e ri-considerate ad ogni rinnovo, chiedendo alle imprese di monitorare e ri-dimostrare la non-nocività dell'impianto e non - al contrario - pretendendo che i cittadini o i magistrati presentino il conto dei morti perchè si possa valutare se davvero è il caso di sospendere la produzione

Peraltro, come previsto dalle stesse leggi vigenti citate nelle primissime pagine di ogni autorizzazione e disattese in quelle immeditamente successive (vedi qui).
 Nel dubbio, vale sempre l'applicazione del principio di precauzione.

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