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29 novembre 2014

Tirreno Power la Procura smonta la relazione dell’Ist

Tratto da Il Secolo XIX 

Tirreno Power la Procura smonta la relazione dell’Ist: dati approssimativi.

Vado - Nei mesi scorsi avevano inviato una serie di pareri sulle considerazioni della procura a riguardo delle presunte irregolarità di Tirreno Power in un paio di protocolli che non portavano in calce neppure la firma del responsabile. Ieri mattina il dirigente dell’istituto superiore tumori di Genova, Franco Merlo è stato chiamato a renderne conto in un’audizione davanti al procuratore Francantonio Granero, al sostituto Chiara Maria Paolucci e ai consulenti della procura che hanno redatto la consulenza alla base dell’inchiesta per disastro ambientale doloso che vede indagati cinque dirigenti di Tirreno Power.
E a guardare i volti sorridenti dell’accusa al termine della riunione videoregistrata è parsa evidente la soddisfazione per i risultati ottenuti.
Nonostante la fitta cortina di riserbo che ha coperto il contenuto del faccia faccia tra l’accusa e il dirigente dell’Ist (ente al quale si è rivolto nelle scorse settimane anche il comune di Vado per saperne di più sulla vicenda della centrale vadese) infatti la validità della consulenza del pool di esperti della procura sarebbe uscita consolidata a fronte di un continuo vociare di approssimazione e inconsistenza.
Dubbi e perplessità che avrebbe sollevato anche l’Ist genovese nelle considerazioni presentate al procuratore Granero e che ieri invece sarebbero stati cancellati da ammissioni di superficialità e margini di errore pronunciati da Franco Merlo nella relazione fatta dall’Ist e sulla quale si basano molti dei dubbi sulla disparità di risultati tra la perizia della procura savonese e i dati in possesso della Regione Liguria e degli enti sanitari locali e che consentivano alle varie componenti in gioco di poter dare il benestare all’attività della centrale senza pericoli per la comunità.
Il no comment del diretto interessato all’uscita dall’ufficio al sesto piano di palazzo di giustizia e quello più sorridente dei pubblici ministeri ha fatto segnare un momento storico nella delicatissima inchiesta sui presunti danni provocati alla salute pubblica da parte delle emissioni dei due gruppi a carbone (VL3 e VL4) sequestrati dal giudice delle indagini preliminari Fiorenza Giorgi nel marzo scorso.
Se da una parte la consulenza della procura ne sarebbe uscita consolidata dal confronto di uno dei maggiori esperti regionali, dall’altra gli atti in mano alla Regione si sarebbero rivelati inconsistenti.
La mossa a sorpresa della procura savonese di inviare a comuni, Regione provincia a Asl 2 l’intero pacchetto delle consulenze di parte ad inizio di novembre ha rappresentato una nuova era sulla vicenda Tirreno Power. Una volta ritrovatisi con i dati ufficiali tra le mani, i responsabili degli enti locali hanno dovuto rivedere le rispettive posizioni.
Una svolta che ha avuto l’effetto più clamoroso nella retromarcia del Ministero e della Asl 2 al momento di fornire il parere per la concessione della nuova Aia quando di fronte ai dati forniti dall’accusa hanno chiesto di poter prendere tempo per una decisione definitiva.
E se il filone principale sul presunto disastro ambientale sembra ormai consolidato e vicino alla conclusione, non si può dire la stessa cosa per quello che concerne l’individuazione di eventuali responsabilità dei pubblici amministratori nelle concessioni delle varie autorizzazioni e quello economico finanziario. E già, perché nonostante le grandissime capacità manageriali del nuovo direttore generale di Tp, Massimiliano Salvi, la procura savonese ha puntato l’attenzione anche su alcuni filoni della vita economico-finanziaria dell’azienda.

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