Tratto da Noalcarbone Brindisi
"USCIAMO DALL'ERA DEI FOSSILI". UN NOSTRO CONTRIBUTO AL SEMINARIO -DAL CARBONE ALLE RINNOVABILI- BRINDISI 16 DICEMBRE 2014
Di seguito riportiamo il nostro contributo al seminario
DAL CARBONE ALLE RINNOVABILI
sfide, opportunità e benefici per il lavoro e la salute.
BRINDISI 16 DICEMBRE 2014
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L’ultimo dato disponibile, relativo al 2013, fa registrare un ulteriore aumento delle fonti rinnovabili (idrico, eolico, fotovoltaico, geotermico e bioenergetico), con un incremento di produzione del 21,5%.
Una dismissione che potrebbe andare molto oltre, se si considera che nello stesso anno la potenza installata risulta di 124.234 MW cioè due volte mezzo quella richiesta nel momento di massimo consumo (picco di domanda), verificato il 26 luglio, con meno di 54.000 MW. Questi dati confermano la nostra convinzione che in Italia sia possibile, oltre che necessario, non solo ridurre da subito il consumo dei combustibili fossili, a cominciare dal carbone, ma programmare la prossima dismissione degli impianti di maggiore impatto e la futura completa eliminazione dei combustibili fossili a favore delle fonti rinnovabili.

E intanto da Vado Ligure giungono dei dati che , invece, quantificano il beneficio, in termini di costi sanitari, che si è avuto durante i 9 mesi di chiusura della centrale ligure. Indicativamente da 40 a 90 persone si sono salvate, e si sono risparmiati costi 'esterni' per almeno 70-100 milioni in termini di danni sanitari e ambientali evitati.
Ma è l’intero “ciclo del carbone”, dall’estrazione in miniera, alla lavorazione, al trasporto, fino alla sua combustione, che ne evidenziano gli effetti dannosi come lo sfruttamento delle popolazioni locali, l’occupazione e la devastazione di ampi territori, la produzione di enormi quantità di emissioni inquinanti e di rifiuti pericolosi, la contaminazione delle acque e dei suoli, scarichi inquinanti, desertificazione e distruzione di interi ecosistemi. Senza contare gli incidenti che coinvolgono i minatori e la puntuale violazione dei diritti delle popolazioni che nelle zone minerarie risiedono. Le scelte politiche nazionali e locali dovrebbero SEMPRE tenere in considerazione tutti questi aspetti.
Nonostante sia ormai chiaro che ci sono GIA’ ORA le condizioni per avviare un radicale cambiamento delle politiche energetiche, assistiamo ancora , a scelte politico-economiche che dietro presunti interessi strategici di sicurezza internazionale e nazionale, continuano a proporre i vecchi modelli basati sulle fonti fossili, come nel caso dei metanodotti (TAP) o delle trivellazioni del suolo e dei fondali marini. Sappiamo come lo Sblocca-Italia, darebbe via libera ad ulteriore devastazione dei territori , principalmente del nostro Sud, togliendo la possibilità alle comunità ed alle istituzioni locali di poter incidere su tali scelte in difesa delle vocazioni della propria terra e della salubrità dell’ ambiente.
Nonostante sia ormai chiaro che ci sono GIA’ ORA le condizioni per avviare un radicale cambiamento delle politiche energetiche, assistiamo ancora , a scelte politico-economiche che dietro presunti interessi strategici di sicurezza internazionale e nazionale, continuano a proporre i vecchi modelli basati sulle fonti fossili, come nel caso dei metanodotti (TAP) o delle trivellazioni del suolo e dei fondali marini. Sappiamo come lo Sblocca-Italia, darebbe via libera ad ulteriore devastazione dei territori , principalmente del nostro Sud, togliendo la possibilità alle comunità ed alle istituzioni locali di poter incidere su tali scelte in difesa delle vocazioni della propria terra e della salubrità dell’ ambiente.

.........Perché quindi continuare a subire sul nostro territorio la presenza di impianti
come quello Enel di Cerano o Edipower, con tutte le conseguenze negative non solo sulla salute delle popolazioni salentine, ma anche sulle possibilità economiche ed occupazionali legate al porto ed ai circa 12 km di costa a sud di Brindisi, allo sviluppo di attività sostenibili, al turismo o all’agricoltura?
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Oltre un anno fa ci siamo posti questa ulteriore semplice domanda: nel quadro dell’attuale produzione di energia elettrica in Italia e delle sue prospettive future è ancora necessario o utile avere una mega centrale a carbone come quella di Cerano?....Contiua a leggere su
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