Tratto da Greenreport
Il carbone è un morto che cammina?
di Umberto Mazzantini
Tom Kenworthy, Senior Fellow di American Progress, su ThinkProgress fa un bilancio delle prospettive del carbone nel 2014 e dice che «King Coal si è imbattuto in un cumulo di scorie di cattive notizie». La peggiore è sicuramente l’accordo Usa-Cina per tagliare le emissioni di carbonio, poi c’è l’odiato (dai repubblicani e industrie energetiche Usa) progetto dell’Environmental Protection Agency (Epa) di imporre limiti alle emissioni di CO2 alle centrali elettriche a carbone esistenti ed ancora di più a quelle nuove, lo sfarinamento delle prospettive per le esportazioni di carbone made in Usa verso l’Asia ed il prepensionamento e la chiusura di diverse centrale a carbone nei prossimi anni. Insomma, con il Natale che si avvicina, i giganti del carbone statunitensi hanno davvero poco da festeggiare.
Kenworthy dice che questi sviluppi riportano alla mente un rapporto sul futuro del carbone presentato nel 2011 dall’asset management della Deutsche Bank Kevin Parker che disse: «Il carbone è un morto che cammina. Le banche non lo finanzieranno. Le compagnie di assicurazione non lo assicureranno. L’Epa è arrivata dopo di loro … E le economie per renderlo pulito non funzionano».
Una bocciatura su tutti i fronti che ricorda quanto detto nel 2013 dall’ex sindaco di New York Michael Bloomberg: «Anche se l’industria del carbone non lo sa ancora del tutto o non è pronta ad ammetterlo, il suo tempo è finito … Sono felice di dire che, qui negli Stati Uniti, il re è morto. Il carbone è un morto che cammina»......Leggi tutto qui
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