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16 aprile 2015

La nuova Sardegna : Inquinamento industriale, un delitto senza castigo.


Tratto da La nuova Sardegna

Inquinamento industriale, un delitto senza castigo.


C’è una verità scomoda che tutti fingono di non conoscere: i reati ambientali sono spesso un delitto senza castigo. È l’esperienza che porta purtroppo a questa amara constatazione, a questa frustrante presa d’atto. Infatti, frugando negli archivi poco o nulla si trova su inchieste e processi che si sono conclusi inchiodando alle loro responsabilità, morali giuridiche, coloro che hanno fatto della Sardegna la regione italiana che ospita la maggiore estensione di aree inquinate: complessivamente 447.144 ettari rientrano infatti nei due siti di interesse nazionale (Sin) per le bonifiche ambientali del Sulcis-Iglesiente-Guspinese e di Sassari-Porto Torres.
C’è quasi una specie di afasia politica, di incapacità di denuncia e di mancanza di rigore, che porta a un’omissione gravissima. E cioè il non riconoscere che esiste un vizio di sistema, un’architettura normativa e di garanzie inadeguata che non è capace di legare un filo etico tra la devastazione ambientale e le sue drammatiche conseguenze sulla salute. E così troppo spesso non si denuncia chi aggredisce, ferisce e umilia l’ambiente, fino a corromperlo con veleni che poi si insinuano silenziosamente nelle nostre vite, alimentando una strage dolorosa, ma non riconosciuta. La desolante consuetudine è quella del limite del dibattito che si sviluppa su chi debbano ricadere gli oneri delle bonifiche, sulle estenuanti ricerche di fondi per guarire la natura ferita, sulle caratterizzazioni e sulle procedure amministrative. 
E questa evidenza chiama direttamente in causa la politica. La sua ignavia e la sua debolezza, prima di tutto. E in alcuni casi, forse, addirittura la sua complicità. Perché troppo spesso, mentre tragedie ambientali e umane si consumavano, la politica ha preferito nascondersi dietro le infinite dispute su metodi di rilevamento, in risultati di analisi non coerenti e quindi controversi, in silenzi sospetti e in minimizzazioni inquietanti.
Dietro questa foglia di fico si nasconde una verità catastrofica che studi scientifici autorevoli hanno già raccontato. Documenti che non possono essere ignorati o rimossi. Uno dei primi è sicuramente la mappatura fatta nel 1994 dall'istituto di Igiene dell'Università di Sassari sulla mortalità da tumore in Sardegna. Una fotografia cruda dello stretto rapporto tra inquinamento industriale e crescita dei decessi per cancro. Uno studio nato senza la pretesa di scoprire il nesso causale tra agenti patogeni e malattia. Fissava semplicemente uno scenario che non aveva bisogno di essere spiegato. Da quello studio è emersa la mappa dell'inquinamento e della morte: Porto Torres, il Sulcis (soprattutto Portoscuso), Sarroch......
Questi numeri, e il dolore che si portano dentro, sono la conseguenza dell’inquinamento industriale. E nessuno oggi può dire di non sapere.

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