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15 aprile 2015

L'ecologia nella prossima Enciclica di Papa Francesco:"L'energia del Creato"

La Chiesa Cattolica e l'ecologia nella prossima Enciclica di Papa Francesco


Dobbiamo, sì, chiederci: “quale pianeta lasceremo ai nostri bambini?” ma anche: “quali bambini lasceremo al pianeta?”.
Produzione e consumi sostenibili, ambiente, energia, pace e giustizia sociale fanno parte di uno stesso scenario che coinvolge tutto il creato, spiega il Cardinale Peter Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, intervistato dalla rivista QualEnergia. Turkson è incaricato di coordinarne i lavori della nuova Enciclica sull'ambiente voluta da Papa Francesco.
Da tempo la Chiesa cattolica guarda con attenzione all'ambiente, ma le tematiche energetiche sono, per ora, rimaste sotto traccia. Alla vigilia della nuova Enciclica sull'ambiente voluta da Papa Francesco abbiamo intervistato il Cardinale Peter Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che è stato incaricato dal pontefice di coordinarne i lavori. Per la Chiesa l'energia non è marginale e deve essere incardinata in uno scenario più complessivo.
Da cosa nasce l'esigenza della Chiesa di occuparsi di energia?
L’interesse della Chiesa per l’energia non c'è perché la Chiesa sia esperta in tali argomenti, ma piuttosto perché, compiendo la vocazione dell’amore che Cristo ha lasciato alla Chiesa, essa si interessa alla «intera famiglia umana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa vive; il mondo che è teatro della storia del genere umano» ...... In questi ultimi anni, pervengono al Pontificio Consiglio numerosi input concernenti le risorse energetiche o più generalmente l’energia nel quadro complesso dello sviluppo. Da parte di missionari preoccupati per l’inquinamento nel suolo di villaggi o campi dei loro Paesi di missione; alcuni di questi Paesi li ho visitati recentemente, come la Nigeria e il Sud Sudan. Da parte di dirigenti di multinazionali del petrolio o del settore minerario confrontate a determinate sfide sociali, economiche, politiche o ecologiche. Da parte di Conferenze episcopali testimoni di soprusi e violenze, di casi di violazioni di diritti, del conflitto con la politica di energia nucleare, del degrado ambientale o ancora del cattivo uso che certi Stati fanno delle loro risorse naturali o delle loro royalties. Da parte di associazioni, cattoliche e non, nazionali e a dimensione internazionale, che studiano l’impatto delle politiche commerciali concernenti l’energia sull’agricoltura, la natura, la finanza, sul tenore di vita dei più poveri. Da parte di università, gruppi di riflessione e centri di ricerca vari che studiano una determinata questione connessa all’energia o che si preparano a un qualche evento....Da parte di singoli esperti in svariati settori. Insomma, una serie di “coincidenze”, se vogliamo chiamarle così: numerosi attori che dialogano col Pontificio Consiglio per condividere preoccupazioni, proporre progetti, chiedere consigli, cercare un orientamento da parte della Chiesa. La convinzione che l’energia e la sua gestione avranno importanti ripercussioni per tutti è d'attualità. In questo spirito, si è avvertita la pertinenza di offrire un contributo alla riflessione collettiva, cioè dare un’espressione eloquente della solidarietà da parte della Chiesa per la famiglia umana riguardante un tema cruciale: l’energia.
Giustizia, pace e sviluppo sono concetti che, quando parliamo d'energia, sono spesso in contrapposizione nei fatti. Qual è secondo la Chiesa la soluzione per fare sì che non siano più in conflitto?
Cambiare la visione dominante e adottare valide definizioni per ciascun concetto. Non ci si può preoccupare di uno sviluppo meramente economico, che consideri solo tassi di produzione e consumo: sarebbe un’ingiustizia riguardo a come viene impostata la società, a come viene percepita la persona umana. Non si può nemmeno cercare una pace che sia il soddisfacimento dell’immensa domanda di energia di una minoranza maggiormente progredita tecnologicamente ed economicamente, convincendo o forzando il resto dell’umanità a vivere in condizioni di povertà e scarsità energetica: questa non è pace........ Papa Benedetto XVI ha identificato il vero sviluppo come essendo alla volta "integrale" e "umano". La questione dell'energia per lo sviluppo integrale umano implica dunque una riflessione sulle forme di energia, il loro sviluppo, il loro accesso e la loro disponibilità, il loro costo e la loro sostenibilità.....
Circa i cambiamenti climatici, come pensa che si possa coniugare il contenimento delle emissioni con le legittime aspirazioni dei Paesi in via di sviluppo?
La Chiesa indica punti di riferimento etici, esorta all’attenzione verso i più poveri e svantaggiati e incoraggia i comportamenti responsabili e solidali dal livello individuale a quello della comunità internazionale. I delicati negoziati sui cambiamenti climatici da anni sono incentrati su montaggi finanziari, architetture istituzionali, meccanismi di monitoraggio, trasferimento di tecnologie; e il mio auspicio, che non limito alla discussione sui cambiamenti climatici, è che governanti e negoziatori agiscano meno nell’ottica dell’interesse nazionale e più nell’interesse dell’intera famiglia umana che necessita di un pianeta vivibile gestito equamente. .....
Oggi si assiste a una contrapposizione sempre più netta tra fonti fossili e fonti rinnovabili. Qual è la vostra posizione?
Bisogna tenere presente lo slogan "produzione e consumi sostenibili"In questo spirito, le fonti di energia rinnovabile sono preferibili, rappresentano una direzione in cui far convergere la ricerca. Difatti, la tecnologia propone risposte ai problemi intrinseci delle fonti alternative a quelle fossili. Riguardo alla contrapposizione di cui parla: mi pare, piuttosto, che molti attori, famiglie, imprese, Governi, stiano puntando verso mix diversificati di energie. La “nostra posizione” è quella di favorire lo sviluppo di energie che siano per quanto possibile le più adatte al contesto locale......
All'interno del processo di globalizzazione, che ha profonde implicazioni su ambiente, risorse ed energia, si nota un "affaticamento" della politica di fronte alle ragioni della finanza. Come pensa la Chiesa che si possa affrontare il problema, che porta anche a una grande differenza nella distribuzione della ricchezza?
La sfida di riportare l’economia e soprattutto la finanza al servizio della persona umana è fondamentale. Occorre coraggio e determinazione per una rapida risoluzione dei problemi che lei accenna, specialmente riguardo al fatto che le ineguaglianze nella distribuzione della ricchezza così come quelle di opportunità offerte a ciascun nascituro aumentano nei singoli Paesi come a livello internazionale. ......
Papa Francesco in che maniera, secondo lei, proseguirà il lavoro fatto dai suoi due predecessori in materia d'ambiente? E soprattutto pensa che coniugherà ancora in maniera maggiore ambiente e tematiche sociali?
Si parla molto di una prossima Enciclica alla quale, come Sua Santità ha avuto la bontà di spiegare in occasione del suo volo di rientro dalla Corea, ho partecipato assieme ai miei collaboratori. L'intento del Santo Padre è di interessarsi all'ecologia naturale e a quella umana. In questo, Papa Francesco si colloca nel lungo solco d'insegnamenti dei suoi predecessori. ......Un assaggio ci è stato dato in occasione del recente incontro al Parlamento Europeo, dove Papa Francesco ha esortato ripetutamente a occuparsi dell’ambiente, a essere “custodi” della natura. Ha esortato anche la Chiesa su questa strada, e ha collegato la tematica ambientale a quella della schiavitù e delle migrazioni, alla cultura dello scarto e del diritto al cibo tuttora spesso non applicato. Occorre, dunque, adoperarsi in materia di ambiente a 360 gradi. Senza dimenticare che, oltre all’ecologia ambientale, esiste anche un’ecologia umana. Le due preoccupazioni vanno di pari passo. Dobbiamo, sì, chiederci: “quale pianeta lasceremo ai nostri bambini?” ma anche: “quali bambini lasceremo al pianeta?”.
L'articolo è stato pubblicato sul n.1/2015 della rivista bimestrale QualEnergia, con il titolo "L'energia del Creato".

Leggi anche  l'articolo del novembre 2014 

L’ambiente al centro della prossima enciclica di Papa Francesco

Sarà un anno fitto di appuntamenti quello che aspetta Papa Francesco. Molti settori, dalla politica all’ambientalismo attendono però di sentire che cosa avrà da dire Bergoglio nella sua enciclica sull’ecologia. È la sua seconda enciclica, dopo quella scritta con Benedetto XVI Lumen Fidei, ma certo la prima a trattare direttamente dei temi ambientali.
Un lungo messaggio rivolto a cattolici e a capi di Stato, all’Onu, in un momento cruciale per le decisioni che l’umanità vorrà, dovrà, prendere per abbassare le emissioni di CO2 nel tentativo di rallentare i cambiamenti climatici che incombono. Potrà influenzare Bergoglio l’Onui a cui si rivolge? Secondo il quotidiano «The Guardian» sì. Per «Le Monde» sarà un anno cruciale per la Chiesa e il suo “capo”, perché «quello che vuole questo Papa è veramente rivoluzionario», ovvero «ridistribuire il potere nella Chiesa allargandone la base».
Sull’ambiente, papa Francesco si è espresso più volte ormai, perché la sua salvaguardia passa indissolubilmente da un sistema economico fondato sul profitto senza scrupoli: “Un sistema economico incentrato sul dio denaro ha bisogno di saccheggiare la natura” disse soltanto il passato ottobre a un incontro di contadini senza terra dell’America latina, dell’Asia e dei movimenti sociali. E ancora: “La monopolizzazione delle terre, la deforestazione e l’appropriazione dell’acqua sono alcuni dei mali che allontanano l’uomo dalla sua terra natale. Il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e la deforestazione stanno già mostrando i loro effetti devastanti nei grandi cataclismi di cui siamo testimoni”.
Dopo tra il faticoso meeting di Lima – pressoché inconcludente – e il summit che avrà luogo a Parigi tra il 30 novembre e l’11 dicembre, si interpone quindi questa forte volontà di Bergoglio di spronare, orientare l’assemblea generale delle Nazioni Unite perché giunga ad assumere impegni decisivi dopo 20 anni di trattative. Secondo il «Guardian» l’enciclica vedrà la luce in marzo, dopo la visita nelle Filippine, alla città di Tacloban, gravemente colpita dal tifone Haiyan nel 2012.

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