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14 maggio 2015

PROBLEMATICA TIRRENO POWER:BREVE PROMEMORIA

PROBLEMATICA TIRRENO POWER:BREVE PROMEMORIA

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Tratto da Savona News

Tirreno Power, un anno dopo il sequestro
e le indagini di un procuratore contro i     "poteri trasversali".

L’11 marzo 2014 venivano posti i sigilli

 alla centrale termoelettrica di Vado Ligure. 

Il gip Giorgi aveva disposto il sequestro preventivo dei due gruppi a carbone, 
ponendo così un freno all’attività
Precisamente un anno fa, l’11 marzo 2014, venivano posti i sigilli alla centrale termoelettrica di Vado Ligure. Il giudice 
per  le indagini preliminari Fiorenza Giorgi aveva disposto il sequestro preventivo dei
 due gruppi a carbone della Tirreno Power, ponendo così un freno all’attività della 
centrale.

La centrale ripartirà quindi solo per le attività di manutenzione richieste dall'azienda, si tratta di attività di conservazione che non avranno alcun riferimento a possibili riprese anche parziali
delle attività e non ci saranno fuoriuscite di fumi a camino.

Dal giorno del sequestro, in esecuzione dell’ordinanza del gip, si è aperta un’inchiesta giudiziaria per disastro ambientale ed omicidio colposo che, ancora in corso, non lascia scampo a nessuno. Nella vicenda giudiziaria sono coinvolti infatti amministratori locali e dirigenti dell’azienda. Oltre ai vertici di Tirreno Power, tra i quali Giovanni Gosio, ex direttore generale, Pasquale D’Elia ex direttore dello stabilimento e Massimiliano Salvi attuale direttore, ad essere iscritte nel registro degli indagati risultano 47 persone tra cui il presidente della Regione Claudio Burlando, l’assessore regionale Renzo Guccinelli e i funzionari regionali responsabili dei procedimenti dell’Aia che hanno partecipato alle
 delibere con cui l’ente ha dato il suo via libera per
 fare operare i gruppi a carbone prima e dopo il 2012. 
Nella lista ci sono anche i sindaci di Vado Ligure, Monica Giuliano e di Quiliano, Alberto Ferrando. Secondo la procura della Repubblica di Savona, "avrebbero 
permesso di inquinare e provocare danni alla salute
 e all'ambiente".
Tutti gli amministratori e gli enti locali sono coinvolti. 
Lo stesso procuratore ha affermato alla commissione parlamentare sugli illeciti ambientali lo scorso 22 gennaio: "La vera controparte sono diventati
 la Regione, i Comuni, la Provincia. Io non mi meraviglio che l'amministratore delegato di Tirreno Power ce la metta tutta per dimostrare la sua innocenza, ma anche per riaprire l'azienda. Se, invece, questo lo fanno le Istituzioni, mi crea un certo imbarazzo"....
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Leggi anche 


I VERTICI DELL' ISS ASCOLTATI DAL PROCURATORE ,MA NON C' E' TRACCIA DEL DOCUMENTO CHE NEGA L' INQUINAMENTO DELL'ARIA.
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Il decreto AIA in edizione integrale.

L'azienda invitata a presentare un piano di bonifica e ripristino    dei luoghi. Sospesa anche la certificazione EMAS. 

Pubblichiamo integralmente l'ultimo decreto AIA sulla

 centrale a carbone di Vado / Quiliano

Il documento in versione integrale scaricabile
 QUI
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Tratto da Uomini Liberi 


Per TIRRENO POWER il nodo principale  è il misuratore SME a camino. Se il governo impone che il misuratore venga messo a camino come vuole la Procura e  non altrove (tipo alla base della ciminiera) le emissioni di zolfo, con questi impianti, non riescono a stare nei limiti di legge. 
Possono far costruire il carbonile tra 150 anni, ma se mettono il misuratore a camino, con controllo delle emissioni non fatto dall'azienda in regime di autocontrollo, ma sotto regia pubblica le possibilità che possa riaprire sono prossime allo zero.... 
Quindi massima attenzione sul Ministero  .......... , la tutela della salute dei cittadini non è più rimandabile.
 Il Decreto legislativo 267/2000 parla di funzioni di "indirizzo e controllo": i politici di Vado e Quiliano, provincia e regione che cosa hanno controllato?? 
Tutti i cittadini si augurano che un giorno (più vicino possibile) qualcuno possa rispondere delle azioni o omissioni compiute....
Riportiamo  l' ultimo comunicato stampa della Rete Savonese Fermiamo il carbone.......che ben chiarisce la situazione .

Comunicato Stampa della 

Rete Savonese  Fermiamo il carbone 



Le normative per il rilascio dell’AIA non ci risulta contemplino un ruolo del Consiglio dei Ministri per la "correzione" dei contenuti dell'autorizzazione definiti dai competenti organismi tecnico-scientifici, allo scopo di venire incontro alle esigenze dichiarate dal richiedente l'autorizzazione stessa.

Vengono meno le tesi sostenute ripetutamente in questi giorni dai sostenitori della riapertura della centrale e che hanno condotto alla convocazione di oggi presso la Presidenza del Consiglio, la quale di fronte ai dati sanitari e ambientali allarmanti non può quindi che allinearsi alle decisioni prese dagli organismi tecnici in sede di AIA a tutela della cittadinanza.

A tal proposito, trascriviamo alcuni punti della lettera inviata  al Sottosegretario Delrio: 

Nel merito della vicenda ricordiamo che l’Autorità Giudiziaria (il GIP presso il Tribunale di Savona) nel marzo scorso ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo, tuttora vigente, delle due sezioni a carbone di questa centrale ritenendo configurato il delitto di cui all’art. 434, comma 2, c.p., ossia il disastro consumato, a fronte di una situazione di gravissimo danno ambientale e sanitario.
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Ha evidenziato  l' avvocato Matteo Ceruti in  sede di Conferenza dei servizi "Gli esiti davvero drammatici, sul piano ambientale e ancor più su quello sanitario, delle ricerche condotte dai tecnici incaricati dalla Procura di Savona sono evidentemente conseguenti alla collocazione della centrale Tirreno Power in piena area urbana densamente popolata: un rapido sguardo alle fotografie pubblicate sul sito web del Comitato Uniti per la Salute rende evidenza di questa ubicazione assolutamente fuori da ogni logica.

Quest'ultima è la ragione di assoluta particolarità che contraddistingue quest'impianto industriale e che dovrete necessariamente tenere presente al momento di decidere.”
"Ribadiamo quindi che NON è compito delle amministrazioni locali quello di appellarsi a scelte strategiche nazionali che sono di competenza governativa, il problema, e già di per sé notevolissimo, su cui hanno responsabilità e competenza è qui, e riguarda i valori di emissione di questo impianto e in questo contesto."

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