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14 maggio 2015

SPEZIAPOLIS : Carbone, ceneri a altri disastri............

Tratto da Speziapolis

distribuzione della concentrazione di vanadio nei licheni - 1994
Quando si tratta di carbone il vanadio non tradisce: l'elevato contenuto di questo elemento chimico tossico presente nelle ceneri della discarica di Borghetto Vara  conferma, per chi ne sentiva ancora la necessità, che si tratta di ceneri provenienti dal carbone della centrale Enel della Spezia. A Borghetto il vanadio rilevato è quattro volte il limite consentito.
Lo stesso vanadio aveva permesso di correlare le emissioni in atmosfera della centrale Enel della Spezia alla maggiore incidenza di cancro al polmone nelle donne di PortoVenere nel 2004
A Borghetto il vanadio l'hanno portato con i camion delle ceneri dell'Enel, a dispetto dei venti prevalenti che salverebbero la Val di Vara dal malefico influsso delle emissioni della centrale spezzina. La discarica in riva al Vara era stata scoperta e denunciata pubblicamente dal Comitato SpeziaViaDalCarbone il 20 marzo scorso.

Il SecoloXIX
Il vanadio nelle ceneri e nel Vara. Le ultime notizie in arrivo da Arpal confermano che la discarica di ceneri - che fin dagli anni '70/80 si trova abbandonata a se stessa in riva al fiume Vara - non è in sicurezza perchè - scrive Laura Ivani su Il SecoloXIX - "il deposito... supera il limite stabilito dalla legge per presenza di vanadio, metallo pesante considerato tossico per la salute". Secondo la direttrice dell'Arpal della Spezia - scrive Ivani - "questo genere di rifiuto può essere utilizzato per fondo stradale e nel campo dell'edilizia. Questo se non contiene, in quantità oltre il limite consentito, elementi tossici". Che non è evidentemente il caso delle ceneri stoccate a Borghetto.

Ceneri rifiuti non pericolosi? Sulla circostanza per cui le ceneri sarebbero davvero rifiuti non pericolosi ci sono parecchi dubbi nella comunità scientifica: da chi su Scientific American ha scritto che "le ceneri del carbone sono più radioattive delle scorie nucleari" ai diversi altri studi scientifici pubblicati e bellamente ignorati dai più, ma non da tutti
E ancora: chi può dire delle tonnellate di ceneri che ogni anno partono dalle centrali a carbone italiane e finiscono nel cemento delle case e nell'asfalto delle strade? Sono controllate, sì. Come è stato fin qui per la discarica di Borghetto?

La Nazione
I danni causati dalle ceneri abbandonate? Non è chiaro se le ceneri dovranno essere rimosse o se la discarica dovrà essere "solo" messa in sicurezza. "La presenza di vanadio - specifica Matteo Marcello su La Nazione - è risultata essere quattro volte superiore ai limiti stabiliti dal ministero dell’Ambiente... "Nell’immediato - si apprende ancora da La Nazione -  il Comune chiuderà ogni accesso al sito in via cautelativa. Si tratta di ceneri seppellite già negli anni Settanta, quando ancora non esisteva forma autorizzativa. Le ceneri venivano conferite come fosse materiale di riempimento, con la sensibilità del tempo».

Disastro ambientale? Dovrà invece essere chiarita l'entità del danno ambientale e sanitario arrecato da quella discarica: a causa del materiale in sé e a causa dell'incuria da parte di chi si sarebbe dovuto occupare di monitorare la discarica. .....

Il vanadio disperso in atmosfera e i licheni. La "sensibilità" degli anni '90 aveva però già detto tanto, tutto, su carbone-ceneri-vanadio-ambiente-salute. Attraverso l'analisi della distribuzione dei metalli tracciati dai licheni, l'ormai famoso biomonitoraggio lichenico pubblicato su rivista scientifica nel 1995  aveva concluso che:
- numerosi elementi presentano un picco di concentrazione nelle vicinanze della centrale Enel
- per alcuni elementi (zinco, piombo, cromo) questi picchi sono il segnale più evidente di inquinamento dovuto alle ricadute
- Cadmio e mercurio sono presenti in un'ampia area vicino alla centrale e mostrano tendenza a diffondere verso nord, nord est (Carozzo, San Venerio, ...)
- Il Vanadio presenta un particolare pattern di diffusione simile al cadmio e al mercurio

L'impatto dall'inattività della centrale Enel dal Settembre 1991. Dopo un lungo periodo caratterizzato da "deserto lichenico" in alcune aree interessate alle ricadute delle emissioni della centrale - si legge nella ricerca  - "l'accelerazione del fenomeno di ricolonizzazione del territorio spezzino da parte di questi organismi vegetali [i licheni ndr] può essere ricondotto alla drastica riduzione della emissione di gas fitotossici conseguente alla chiusura della centrale ENEL dal settembre 1991 al maggio 1994 (-7700 kg/h di SO2 e 1799 Kg/h di NOx)".

A proposito delle ceneri, si legge che nella prima campagna d'indagine del 1989 "in alcuni siti di campionamento le concentrazioni di piombo, cadmio, nichel, arsenico e zinco risultarono 5-10 volte più alte dei valori minimi trovati nell'intera area dei valori medi di background riportati in letteratura". E si conclude che "questo fenomeno fu correlato alla ricaduta dei metalli contenuti nelle ceneri volanti rilasciate insieme alle emissioni gassose dei camini della centrale ENEL".

A proposito della provenienza del carbone, si legge che il carbone americano comporta maggiore immissione nell'ambiente di metalli e che negli ultimi anni (rispetto al 1995) "questo carbone sostituì progressivamente quelli a minor tenore di arsenico, cadmio e zinco provenienti dal Sud-Africa e Polonia". Vogliamo ricordare che uno dei punti contestati dal Comitato SpeziaViaDalcarbone in sede di AIA e negli esposti alla Procura della Repubblica è proprio la completa assenza di informazioni circa la provenienza del carbone bruciato nella centrale Enel della Spezia? Recentemente abbiamo saputo che proviene anche dalla Colombia: le miniere USA e quelle sudamericane saranno molto differenti dal punto di vista della composizione del carbone?

In conclusione, il biomonitoraggio lichenico stabilì che l'inattività della centrale determinò la riduzione delle immissioni di arsenico e cadmio mentre lo zinco rimase invariato a causa - è scritto - dell'uso "di fitofarmaci contenenti questo elemento nei vigneti associati alle colture di Olea sativa". Certo, la sensibilità dei tempi era diversa anche in agricoltura. E oggi?

Tratto da   Speziapolis

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