Inchiesta Tirreno Power, ecco i nomi e le accuse
Queste le contestazioni della procura e i nomi degli 86 indagati
Savona. Disastro ambientale colposo aggravato e disastro sanitario colposo aggravato per gli amministratori e i dirigenti dell’azienda. Abuso d’ufficio e disastro colposo aggravato per i pubblici amministratori ed i funzionari di Comuni, Provincia, Regione ed altri Enti che si sono occupati della vicenda. Infine, omicidio colposo plurimo e abuso d’ufficio per i responsabili aziendali e gli amministratori pubblici.
Sono queste le accuse contestate agli 86 indagati nell’ambito dell’inchiesta su Tirreno Power portata avanti dalla procura della Repubblica di Savona. Stamattina a tutti gli indagati sono state recapitate le notifiche di avviso di conclusione indagine.
Molti i nomi eccellenti contenuti nelle carte della procura: tra questi figurano quelli di responsabili e dirigenti che hanno fatto parte dei vari Cda di Tirreno Power dal 1999 ad oggi e anche quelli di amministratori pubblici locali e regionali che si sono occupati della vicenda nel corso degli anni.
Ci sono i dirigenti dell’azienda Massimiliano Salvi, Pasquale D’Elia, Emilio Macci, Giovanni Gosio, Stefano La Malfa, Gianni Biavaschi, Massimo Orlandi, Andrea De Vito, che si sono succeduti negli anni a capo della centrale vadese; i manager Ugo Mattoni, Maurizio Prelati, Claudio Ravetta, Guido Guelfi.
Ancora, gli amministratori e funzionari degli enti locali e regionali: l’ex governatore della Liguria Claudio Burlando, gli ex assessori della sua giunta Claudio Montaldo, Renzo Guccinelli, Marylin Fusco, Giovanni Barbagallo, Angelo Berlangieri, Giovanni Boitano, Gabriele Cascino, Raffaella Paita, Lorena Rambaudi, Sergio Rossetti, Renata Briano (ora europarlamentare), Enrico Vesco, Matteo Rossi, il dirigente del settore ambiente Gabriella Minervini.Molti i nomi eccellenti contenuti nelle carte della procura: tra questi figurano quelli di responsabili e dirigenti che hanno fatto parte dei vari Cda di Tirreno Power dal 1999 ad oggi e anche quelli di amministratori pubblici locali e regionali che si sono occupati della vicenda nel corso degli anni.
Ci sono i dirigenti dell’azienda Massimiliano Salvi, Pasquale D’Elia, Emilio Macci, Giovanni Gosio, Stefano La Malfa, Gianni Biavaschi, Massimo Orlandi, Andrea De Vito, che si sono succeduti negli anni a capo della centrale vadese; i manager Ugo Mattoni, Maurizio Prelati, Claudio Ravetta, Guido Guelfi.
Ancora, ci sono i sindaci di Vado Attilio Caviglia, Carlo Giacobbe e Monica Giuliano e gli assessori Fabio Falco, Mirella Olivieri, Sergio Verdino, Ennio Rossi; i sindaci di Quiliano Nicola Isetta e Alberto Ferrando e l’assessore Mara Giusto, Massimo Rognoni, Pierluigi Lavazzelli, Katiuscia Giuria.
Infine, tra gli altri, c’è anche Mariano Grillo, direttore della divisione valutazioni ambientali al ministero dell’ambiente.
La procura savonese indaga su 427 morti ‘anomale’ tra il 2000 e il 2007.Secondo le perizie in mano agli inquirenti, tra il 2005 e il 2012 sono stati oltre duemila i ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari, che i magistrati temono dovuti alle emissioni della centrale a carbone di Vado Ligure. Nello stesso periodo sono stati 586, sempre secondo la procura, i bambini ricoverati per patologie respiratorie. La centrale è sotto sequestro dall’11 marzo 2014 per violazioni all’Aia.
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