Ttip. Il cammino della vergogna
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(www.StudioCataldi.it)
Prefazione. - E' propria del nostro tempo una esigenza vitale: la massima attenzione ad accadimenti che sembrano lontani e poco leggibili ma che, a ben guardare, sono destinati invece, per vie traverse, a stravolgere il nostro stesso modo di vivere.
Parliamo, tra gli altri, del Trattato TTIP (Trans Atlantic Trade and Investment Partnership), (gemello dell'analogo TPP (Trans Pacific Partnership) che riguarda l'area del Pacifico, con esclusione, ovviamente, della Cina).
Presentato sotto la benevola mascheratura di facilitatore del commercio con l'abbattimento dei protezionismi occulti è in realtà qualcosa di molto diverso e insidioso.
Da analizzare, per l'appunto, con la più grande attenzione.
........ Inutile sottolineare di quale sovvertimento si tratti dei più elementari principi di diritto costituzionale, comportando la destituzione degli organi legislativi, l'abolizione del principio della separazione dei poteri e la consegna della sovranità statale alle società private.
In nessun caso è possibile accettare che un Trattato - quale che sia - esautori il Parlamento nazionale eletto dal popolo (ed espressione della sua volontà) sostituendolo con organismi estranei allo Stato italiano ma illegittimamente abilitati a dettare le regole del vivere alla comunità italiana.
Questi anomali Trattati - che non possono avere cittadinanza in una società civile - sono una invenzione degli Usa, che li hanno imposti praticamente in tutto il mondo, avvantaggiando in misura determinante le loro imprese.
.......Costoro, con il cavallo di Troia dei Trattati di cui sopra, puntano a modificare profondamente l'ordine sociale ed economico delle nazioni in modo da conferire alla finanza un dominio assoluto sulla vita delle popolazioni.
I più attenti analisti hanno già sottolineato il processo di finanziarizzazione dell'economia in atto da tempo.
Non è stato tuttavia evidenziato che questa finanziarizzazione sta avvolgendo come un sudario ogni espressione individuale di operosità lavorativa. A poco a poco, tutto il mondo del lavoro faticherà solo per riempire le tasche di ignoti speculatori finanziari nullafacenti.
Con questi pseudo-Trattati - emblema di una regressione trogloditica della civiltà e del Diritto - la Costituzione, frutto di un travaglio costato sacrifici e sangue, viene surrettiziamente e silenziosamente modificata, anzi, viene addirittura cancellata nelle sue basi essenziali. E tutto al di fuori delle procedure previste e stabilite.
Si tratta di uno scandaloso e vergognoso raggiro, indegno di un Paese civile e di un popolo civile e di antica cultura giuridica, che viene ignominiosamente ingannato e vilipeso.
Le istituzioni e i partiti dovranno rendere conto di questa ignobile abiezione.
Angelo Casella
Leggetevi attentamente l' articolo integrale da analizzare, per l'appunto, con la più grande attenzione..... : Ttip. Il cammino della vergogna
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Tratto da qualenergia
TTIP, un disastro per clima e rinnovabili
Il Trattato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) tra UE e Usa più che rimuovere le barriere commerciali sembra voler allineare al ribasso le norme ambientali e sul lavoro, consentire la privatizzazione dei beni comuni e creare un'Europa più "fossile".
In nome della competitività, dunque, si calpestano le capacità fisiche del Pianeta, si ignorano le disastrose conseguenze sul clima, si ipoteca il futuro per un immediato piatto di lenticchie. Strano come questa enorme partita ancora non susciti allarme e reazione nell’opinione pubblica.......
Hermann Scheer sosteneva che la sfida energetica del XXI secolo si sarebbe giocata tra atomo e sole, in un anticipo ridotto all’essenziale dello scenario entro cui la geopolitica deve far i conti con la sfida per la sopravvivenza della biosfera....
Nel secondo decennio del nuovo millennio la realtà è assai più complessa di quanto Hermann presagiva e presenta già tutte le turbolenze di un cambiamento profondo del paradigma energetico. La sorpresa cui ci troviamo di fronte sta nel crescente successo delle fonti naturali accompagnate da un’ostinata ricerca di efficienza. Risultato non più ascrivibile al solo progresso tecnologico e alla raggiunta convenienza economica, bensì alla consapevolezza che la stabilità e il futuro di un modello di produzione e consumo non debba più passare dall’accaparramento delle risorse fossili.
La verità è che quello che i Governi trascurano - la responsabilità di assicurare salute, riproduzione e conservazione della specie - sta prendendo piede in una coscienza diffusa di cui abbiamo quotidianamente riscontro e che desidera cooperazione politica, riorganizzazione sociale e convergenza di 'stili di vita'. .......
Sono le maggiori imprese euro-americane che si sono mosse, formalmente per avviare negoziati per un accordo di libero scambio che aumentasse ulteriormente "la generazione di ricchezza monetaria legata al commercio".
Gli obiettivi non dichiarati esplicitamente stanno però altrove: non tanto rimuovere le barriere commerciali fra i due partner per facilitare la vendita di merci e servizi, quanto allineare al ribasso le norme ambientali e sul lavoro, consentire la privatizzazione dei beni comuni, affidare i contenziosi che si apriranno in tema di diritti a un arbitrato di natura privata, in cui le multinazionali e i loro interessi avranno ruolo decisivo. Nel caso specifico dell’energia, la cosiddetta "coerenza nei regolamenti" e una "più stretta cooperazione" minano alle fondamenta la cultura di cui l’Europa è stata a lungo leader nel mondo.
Business Europe, la più grande federazione di datori di lavoro europei che rappresenta le maggiori multinazionali d’Europa, ha accusato la normativa ambientale europea di aver posto le imprese continentali in una situazione di svantaggio rispetto ai loro concorrenti globali, e ha evidenziato la "necessità di ridurre il differenziale UE-USA".
Sotto tiro ancora il Protocollo di Kyoto, che in attesa della COP di Parigi entrerebbe in una nuova fase critica, dato che i grandi emettitori di CO2 avrebbero strada libera per aumentare l’inquinamento e, quindi, gli accordi sul clima troverebbero una sintonia di opposizioni sul fronte 'atlantico'.
L’eliminazione di qualsiasi restrizione all’export di materie prime fossili in Europa è la richiesta di un’industria europea che, consapevole dell’esaurimento delle risorse del Vecchio Continente (la produzione domestica di petrolio è stimata in calo del 57% al 2035 e quella del gas del 46%), ignora la possibilità della rivoluzione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza e rimane ancorata a carbone, gas e petrolio.
Interessante in questo quadro è notare la predisposizione del nostro Governo ad anticipare le avances americane e a offrirsi come l’approdo (hub) europeo del gas.
Federica Mogherini, Alto rappresentante UE per gli affari esteri e certo non estranea alle posizioni italiane al riguardo, ha fatto pressioni a dicembre sul Segretario di Stato americano John Kerry per inserire il capitolo sull’energia nel Trattato e, con esso, aprire un canale di importazione per lo shale gas americano. Mogherini ha sostenuto che un capitolo sull’energia nell’accordo di libero scambio potrebbe rappresentare "un punto di riferimento per il resto del mondo" in fatto di mercati energetici....
Per le rinnovabili si profila il divieto assoluto di 'domestic content nelle energie alternative' (quindi addio a ogni connessione tra sviluppo locale e green economy), con stretti limiti alla possibilità in uso in Europa di incentivare le fonti naturali. In particolare, l’articolo O della bozza al comma a) vieta ai Governi di far valere 'requisiti relativi al contenuto locale' nei programmi per le energie rinnovabili. Uno strumento che alcuni Paesi hanno adottato per favorire la creazione di industrie nazionali....
Mercato vs ambiente
In nome della competitività, dunque, si calpestano le capacità fisiche del Pianeta, si ignorano le disastrose conseguenze sul clima, si ipoteca il futuro per un immediato piatto di lenticchie. Strano come questa enorme partita ancora non susciti allarme e reazione nell’opinione pubblica.......
La libertà intesa come possibilità di fare ciò che economicamente risulta più conveniente, così da favorire solo gli oligopoli della ricchezza e danneggiare chi purtroppo non ha reddito sufficiente per difendere i propri diritti elementari.
L’astrazione del mercato è un danno per il Pianeta, l’economia deve rientrare nell’ecosistema perché le leggi della fisica non sono negoziabili.
Questo andrebbe ricordato ai negoziatori del TTIP. È urgente sempre più un trattato sulla biosfera che gli ultimi sussulti della geopolitica imperniata sulla guerra (militare, economica, sociale) cercano di allontanare nel tempo.
L’appuntamento di Parigi a Dicembre potrebbe dare una chance a questo percorso nuovo, socialmente e ambientalmente desiderabile, ma forse impraticabile se da qui ad allora si concludessero TTIP e TTP, due trattati che rappresenterebbero un nefasto canto del cigno di un liberismo che stiamo già ora pagando duramente.
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