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23 luglio 2015

1)LA REPUBBLICA: le nuove accuse della magistratura sulla centrale di Vado .2)IL SECOLO XIX:La perizia che incastra Tirreno Power. L’accusa: «Centinaia di morti».

Tratto da  La Repubblica

“I dati sulle ceneri sono stati falsificati”, le nuove accuse della magistratura sulla centrale di Vado

AVER falsato i dati relativi alle emissioni nascondendo anche le quantità delle ceneri e poi le manovre per ottenere dai ministeri e dagli ambienti romani trattamenti di favore in relazione alle autorizzazioni per la ripresa dell’attività. Sono questi i due cardini attorno ai quali ruotano le accuse della procura di Savona nei confronti degli 87 indagati dell’inchiesta sulla centrale di Vado Ligure Tirreno Power. Contestazioni che emergono ancor più chiaramente dagli atti depositati in queste ore e a disposizione delle parti.....

Ampio e inquietante il capitolo delle perizie.
«Non quadrano i dati tra materie prime ( carbone e calcare) impiegate e rifiuti solidi (ceneri pesanti, rifiuti fangosi) prodotti». Sia conferiti agli impianti di smaltimento, sia realmente smaltiti. Lo scrivono i consulenti della Procura di Savona, per quanto riguarda i rifiuti prodotti dallo stabilimento tra il 2004 e il 2012. Sempre il perito Stefano Scarselli evidenzia che la “correlazione tra quantità di rifiuti prodotti e quantità di carbone impiegato, come ben si può apprezzare dai grafici di confronto, appare confermata solo per le ceneri leggere e, parzialmente, per i gessi, mentre i rifiuti fangosi e le ceneri pesanti presentano andamenti totalmente disgiunti, sia tra loro, sia con il dato riferito al consumo di carbone”.
Secondo i dati forniti da Tirreno Power il rapporto tra la produzione di ceneri leggere e pesanti tra il 2006 e il 2013 sarebbe di 100 a 1. «Invece dovrebbe essere di 4 a 1- scrivono i consulenti - : lascia perplessi il dato quantitativo, eccessivamente basso rispetto all’atteso e del tutto irrealistico se raffrontato con quello relativo alle ceneri leggere». Se si bruciano 100 chili di carbone, si dovrebbero avere 25 chili di ceneri: 24 chili in più di quello che avrebbe dichiarato l’azienda.
Sulla relazione tecnica del 18 giugno 2014, ordinata dalla Procura, su una richiesta presentata dall’avvocato Paola Severino, sia per il dissequestro degli impianti, sia per ottenere una nuova Aia, i due periti , Stefano Scarselli e Paolo Franceschi, sono categorici: «Atteggiamento contraddittorio di Tirreno Power, non coerente con le disposizioni normative... nessun miglioramento ambientale nel nuovo piano industriale presentato».
E la fiscalista Roberta Pera, sempre chiamata dai magistrati ad esprimere un parere, ribadisce che l’azienda di Vado Ligure «Per anni non ha approntato o fatto seguire modifiche alcuna al piano industriale».
L’analisi epidemiologica mette in luce il deterioramento della qualità dell’aria (soprattutto dovuta alle emissioni di anidride solforosa in atmosfera) negli ultimi tre, quattro anni, ad un chilometro dalla sorgente, cioè dagli stabilimenti di Vado. L’indagine è stata fatta in 23 comuni della zona e prende in esame la mortalità tra il 2000 e il 2007, inoltre i ricoveri ospedalieri dovuti a malattie polmonari e cardiovascolari......
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Tratto da Il Secolo XIX

La perizia che incastra Tirreno Power. L’accusa: «Centinaia di morti»



Savona - Il perno dell’inchiesta su Tirreno Power, la perizia dei consulenti della Procura per la quale centinaia di morti e migliaia di malati savonesi sarebbero stati causati esclusivamente alle emissioni della centrale di Vado, occupa solo una piccola parte delle decine di migliaia di pagine degli atti.
Ma oltre a essere l’ossatura dell’inchiesta, l’indagine epidemiologica firmata da Paolo Crosignani e Paolo Franceschi è anche la chiave che ha portato al sequestro dei gruppi a carbone nel marzo dello scorso anno. A leggerla completa, nella sua interezza, produce un effetto dirompente, con numeri che pesano come un macigno su qualsiasi lettore.
Ma esprime anche un giudizio durissimo, sul fronte sanitario, nei confronti di due ministeri, quello della Salute e quello dell’Ambiente, e dall’Asl 2 savonese, che – al tempo della concessione della prima Aia – avevano motivato con diversi studi il proprio parere favorevole al progetto. Ma, secondo gli esperti, «né il Ministero dell’Ambiente, né il Ministero della Salute e neppure la Asl 2 hanno tenuto conto della assoluta inadeguatezza di questi studi per quantificare i danni alla salute prodotti dalla centrale termoelettrica nei loro giudizi».
Tutto parte dal quesito che la Procura sottopone al duo. «Quale incidenza abbiano avuto ed abbiano tuttora sulla salute le emissioni derivanti da una centrale termoelettrica a carbone, definendone l’area da prendere in esame, i dati epidemiologici attribuibili, la loro riferibilità ed utilizzabilità all’area di riferimento della centrale termoelettrica di Vado-Quiliano Tirreno Power».
Per rispondere Crosignani e Franceschi, come primo passo, restringono l’area di riferimento, circoscrivendo la perizia a una popolazione residente in 23 comuni della provincia: da Varazze a Pietra, compresa una buona porzione dell’entroterra savonese ma lasciando da parte i comuni della Valbormida «perché fortemente interessati anche dalle emissioni della cokeria di Cairo Montenotte». In tutto 156.745 residenti, per i quali i consulenti vagliano la mortalità e la morbilità attraverso tre “fonti”: l’anagrafe assistiti e le schede di dismissione ospedaliera nel primo caso, il registro regionale dei decessi della regione gestito dall’Ist di Genova, nel secondo.
Poi la perizia circoscrive il campo sanitario, valutando «come effetti sulla salute sia i ricoveri per patologie cardiache e respiratorie associabili a priori con le esposizioni della popolazione alle emissioni della centrale Tirreno Power, sia la mortalità per patologie cardiache e respiratorie».
Infine, sceglie due distinti “traccianti”: in pratica i tecnici utilizzano due metodologie per trovare, nelle persone ammalate o decedute, le tracce che possano collegarle alle emissioni della centrale. Il primo si basa sul biossido di zolfo (SO2), attraverso una mappa «prodotta utilizzando un modello matematico sviluppato dall’Università di Genova, e che rappresenta una stima verisimile – si legge ancora nella perizia – delle immissioni dovute esclusivamente alla centrale».
Il secondo metodo è basato sulle tracce lasciate da cinque elementi: arsenico, piombo, selenio, cadmio e antimonio che, combinati, danno una miscela che rivelerebbe le impronte del carbone. Le conseguenze del metodo di lavoro adoperato per la perizia sono note solo nel calcolo totale ma non nel dettaglio, e variano di poche decine a seconda di quale dei due modelli si considerano. Secondo i consulenti i ricoveri per patologie respiratorie nei bambini (under 14), tra il 2005 e il 2010, sono stati tra i 353 (modello SO2) e i 457 (metalli); i ricoveri per asma nei bambini tra i 94 e i 129; i ricoveri per malattie respiratorie e cardiache negli adulti tra 1.675 e 2.097.
I morti, invece, dal 2000 al 2007, sono stati tra i 251 e i 335 per malattie cardiache e tra i 103 e i 92 per malattie respiratorie, con un aumento percentuale mai inferiore al 10%. A tirare la macabre somme, i morti sarebbero nel migliore dei casi 354, nel peggiore 427. I bambini ricoverati per malattie respiratorie o asma tra i 531 e i 715

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