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24 luglio 2015

L' incredibile storia di una centrale a carbone tra le case.

Tratto da pag 6 di  Arcireport


Tratto da Noodls

L’incredibile storia di una centrale a carbone tra le case 22/07/2015 (ARCI Liguria)

ARCI Liguria) Da Arcireport 23 luglio, rilanciamo volentieri questo articolo di Giovanni Durante, portavoce Rete savonese Fermiamo il carbone e vice presidente di Arci Liguria, sulla agghiacciante vicenda della Tirreno Power...
"La Regione Liguria decise di rilasciare comunque l'intesa per il nuovo gruppo a carbone da 460 MW e questo nonostante le ferme prese di posizione dell'Ordine dei Medici, di importanti associazioni e comitati, e nonostante le molte evidenze di seguito riportate"
 
"La centrale di Vado Ligure-Quiliano funziona da oltre quarant'anni in un contesto densamente abitato, vicinissima a Savona, su un tratto di costa con insediamenti abitati ininterrotti. Nonostante sia un complesso di notevole potenza (due gruppi a carbone da 330 MW ciascuno ed un gruppo a gas da 760 MW) situato in pieno centro abitato, nel 2007 la centrale chiese un potenziamento: ancora altro carbone (460 MW). Trovò l'opposizione di associazioni, di medici, comitati, partiti e cittadini e di ben 18 comuni del territorio....

La situazione generale dell’inquinamento è stata riassunta dalla stessa Regione Liguria nel ‘Piano di risanamento e tutela della qualità dell’aria’ a pag. 126: «La Regione Liguria decise di rilasciare comunque l’intesa per il nuovo gruppo a carbone da 460 MW e questo nonostante le ferme prese di posizione dell’Ordine dei Medici, di importanti associazioni e comitati, e  nonostante le molte evidenze di seguito riportate». 
Quindi nel marzo 2012 il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso il decreto autorizzativo, contro il quale sono stati depositati ricorsi amministrativi da parte di associazioni e movimenti. Per questo si è costituita la Rete savonese Fermiamo il carbone, proprio per collegare tra loro le associazioni, rafforzando i movimenti che da anni si battono per la salute e la verità: numerose organizzazioni locali con il fondamentale sostegno di associazioni nazionali, come Arci, Greenpeace, WWF, Legambiente. 
Con molto impegno e grande fatica è stata acquisita un’imponente documentazione, approfondito studi, consultato medici, scienziati, tecnici, legali,  docenti universitari  in Italia e all’estero, sono state  organizzate decine di iniziative pubbliche con interventi di personalità  mediche e scientifiche, sono stati presentati numerosi ricorsi amministrativi ed esposti, facendosi carico, in piena libertà ed autonomia, degli ingenti costi con l’autofinanziamento,  svolgendo un ruolo di informazione e tutela della comunità.  
Si è giunti comunque alla emissione del decreto AIA del Ministro dell’Ambiente 227 del 14 .12. 2012 a firma Corrado Clini.....
 L’11 marzo 2014 il Giudice per le indagini preliminari di Savona Fiorenza Giorgi ha disposto il sequestro dei gruppi a carbone della centrale.  Nelle 45 pagine del documento  tra l’altro si legge  «È stato ampiamente evidenziato nei paragrafi che precedono, che la condotta tenuta dalle società che si sono succedute nella gestione della centrale di Vado Ligure (Interpower S.p.A. e Tirreno Power S.p.A.) è stata costantemente e sistematicamente caratterizzata da reiterate inottemperanze alle prescrizioni, sia negli anni antecedenti al rilascio dell’AIA, sia nel periodo successivo al rilascio della stessa». 
In altre parole, appare dimostrato che il gestore, in tutti questi anni e fino alla data odierna, ha sempre fatto quello che gli tornava più vantaggioso, il tutto nella neghittosità degli organi pubblici chiamati a svolgere attività di controllo, e che, lungi dal sanzionare le dette inottemperanze, hanno ritardato in modo abnorme l’emissione dei dovuti provvedimenti ed emesso alla fine una AIA estremamente vantaggiosa e frutto di un sostanziale compromesso in vista della costruzione di un nuovo gruppo a carbone che si presenta come meramente ipotetica, non preoccupandosi da ultimo di imporre l’adempimento delle prescrizioni in ordine alla collocazione dello SME.
Non si può poi dimenticare – e anzi è l’elemento di maggior rilievo –  che il reato contestato prevede, come sua ipotesi sicuramente più grave, l’ingente danno alla salute provocato dal dimostrato aumento dei ricoveri ospedalieri e del numero dei decessi riconducibile direttamente alla presenza della centrale.
Oggi gli aspetti penali riguardano ben 86 imputati, dirigenti e soci di capitale della azienda, amministratori pubblici come l’ex presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, i sindaci che si sono avvicendati negli ultimi 15 anni, l’ex presidente della Provincia Angelo Vaccarezza, funzionari dei vari enti. 
Una pagina ‘sporca’ che coinvolge politica, istituzioni, azienda e purtroppo anche le organizzazioni sindacali, non sul piano penale, ma di certo su quello etico e morale.

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