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06 agosto 2015

I civitavecchiesi lo sperano, i grandi del mondo lo scrivono :Dal Papa a Obama la forza per dire addio al carbone

Tratto da Ideanews24
Dal Papa a Obama la forza per dire addio al carbone 
I civitavecchiesi lo sperano, i grandi del mondo lo scrivono e lo annunciano con prese di posizione che fanno tremare anche le lobby più potenti. Sì, perché ora in prima fila contro l’utilizzo dei combustibili fossili, carbone in primis, ci sono nientedimeno che Papa Francesco, con la sua rivoluzionaria enciclica verde “Laudato si”, e Barak Obama, primo presidente nero d’America, che ha lanciato il suo monito per un pianeta più a misura d’uomo, dando anche un obiettivo concreto: «Ridurre del 32% entro il 2030 le emissioni di diossido di carbonio rispetto a dieci anni fa».

Due testamenti etico-politici, quelli di Papa Francesco e Barak Obama, fondamentali soprattutto per lo spessore dei personaggi. È proprio il caso di dire, almeno per quanto riguarda il Pontefice, che stavolta la predica viene da un pulpito attendibile e coerente. Bergoglio e Obama probabilmente non sanno che a Civitavecchia è in esercizio da ormai 6/7 anni una centrale a “carbone pulito”, ossimoro brillantemente coniato dall’Enel per rendere più digeribile, ai tempi, il suo progetto. E il Papa e il presidente Usa non sanno neppure che, in base all’ultima Aia (Autorizzazione integrata ambientale), quest’impianto dovrà restare in funzione fino al 2034, quattro anni oltre la data indicata da Obama per abbattere le emissioni inquinanti derivanti dai combustibili fossili. Non è certo chiudendo Torre Nord che si salverà l’ambiente mondiale, ma di sicuro è “anche” chiudendo centrali come quella di Torre Nord che si contribuirà a raggiungere l’ambizioso traguardo, peraltro non fallibile se si vuole dare ossigeno alla Terra e a chi la abita. Ed è in questo senso che gli appelli di Bergoglio e Obama vanno raccolti a Civitavecchia. Subito. ......
La battaglia è epocale, ma mai come ora merita di essere combattuta. E stavolta c’è anche la speranza di vincerla.
Plinio il Vecchio
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Obama a tutto ‘green’ sul clima, ma non è Francesco
06 agosto 2015, 
Obama a tutto ‘green’ sul clima, ma non è Francesco
di Alessandro Corneli 

Ridotto alla sua dimensioni filosofica, il piano di Barack Obama per ridurre l’innalzamento della temperatura dell’atmosfera è un atto di fede nella razionalità del capitalismo che si manifesta nella sua capacità di correggersi in base a un calcolo utilitaristico: “Se non interveniamo adesso – dice in sostanza il presidente americano – dalla prossima generazione saranno guai seri per tutti”. 

Si tratta di una doppia sfida. Anzitutto all’establishment economico-industriale, cioè alle imprese che fondano la loro forza sul carbone e sull’energia di origine fossile (petrolio e gas naturale); e poi alla democrazia dal bassoquella dei minatori e degli occupati nelle industrie energetiche tradizionali, che già si sono mobilitati, ai quali il Presidente contrappone la logica della scienza (e futuri vantaggi)

Invece c’è un’apertura alla finanza: per i possessori di capitali, investire in un settore anziché in un altro dipende solo dal profitto che si attendono. Certo, le pale eoliche non valgono le centrali a carbone ma, se tutta l’economia si converte al “verde”, gli affari si moltiplicheranno, in America e altrove.....

Comune a Obama e Francesco è il rispetto per la ricerca scientifica; l’uno e l’altro sono partiti da una ricognizione dei fatti nella convinzione che la scienza può e deve essere alleata dell’essere umano, non una forza che sfugge dalle sue mani.

Soprattutto è diversa l’impostazione filosofica: per Papa Francesco, che ne ha parlato subito dopo l’elezione, Dio è il creatore dell’universo e l’uomo è il “custode” della Terra, non il padrone. E se il custode non deve essere meno razionale del capitalista, non deve farlo per uno scopo utilitaristico, bensì per un atto di gratitudine da cui scaturisce un dovere morale che è di tutti verso tutti e travalica le generazioni.....

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