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04 settembre 2015

Ceneri fino a 10 volte più radioattive del carbone di origine........

Tratto da SpeziapolisCeneri fino a 10 volte più radioattive del carbone
di origine: quante le
discariche abbandonate?

Foto: Duke University
Le ceneri del carbone possono essere da cinque a dieci volte più radioattive del carbone da cui derivano. Gli USA si apprestanto a inserire la radioattività nei consueti piani di monitoraggio, per prevenire conseguenze sulla salute e sull’ambiente derivanti soprattutto dai rilasci delle discariche nel suolo e nell'acqua. Che le scorie delle ceneri fossero radioattive non è una novità, l’elemento nuovo consiste nella predicibilità del loro livello di radioattività, facilmente misurabile nel carbone da cui originano.

Da dove proviene il carbone che bruciamo nelle nostre centrali e qual è il suo livello di radioattività? Quali sono i controlli effettuati nelle discariche in Italia e quali quelli sulle ceneri utilizzate nel cemento per l’edilizia? Il recente caso della discarica della Val di Vara dovrebbe aprire la porta a un censimento delle discariche sul territorio, quelle note e quelle non autorizzate, e aumentare la preoccupazione dei cittadini. Oltre che per la capacità di diffusione delle emissioni dalla combustione, in atmosfera e in acqua, se le ceneri della Spezia sono state stoccate nelle valli circostanti e quelle di Savona nel basso piemonte, l'ubicazione di una centrale a carbone rischia di non essere significativa rispetto all'ampiezza del territorio che impatta......

LA RICERCA della Duke University
I ricercatori della Duke University hanno recentemente scoperto alte concentrazioni di contaminanti radioattivi in ​​ceneri di carbone derivanti da tre grandi bacini di produzione di carbone degli Stati Uniti. Rispetto al terreno normale, i ricercatori hanno scoperto che questa cenere è cinque volte e fino a 10 volte più radioattiva rispetto al carbone da cui proviene. Questa scoperta solleva preoccupazioni rispetto al modo in cui le ceneri di carbone possono incidere sulla salute umana e sull'ambiente.
Secondo quanto si legge, i ricercatori hanno raccolto campioni di carbone e cenere di carbone da tre principali aree produttrici di carbone della nazione – l’Illinois, l’Appalachia e i bacini del Powder River - per confrontare la loro radioattività.

"Fino ad ora, i metalli e contaminanti come il selenio e arsenico sono stati i principali contaminanti notoriamente problematici nelle ceneri di carbone" ha scritto nel comunicato Avner Vengosh, docente di geochimica e della qualità dell'acqua alla Duke's Nicholas School of the Environment. "Questo studio solleva la possibilità di dover anche cercare elementi radioattivi, come gli isotopi del radio e il piombo-210, per includerli nei nostri monitoraggi."

Dal loro studio, i ricercatori hanno scoperto che il bacino dell’Illinois aveva i più alti livelli di radioattività, il bacino degli Appalachi il secondo più alto, seguito dal fiume Powder, che si trova in Wyoming e Montana. Secondo il loro studio, il rapporto del radio e uranio nel carbone di origine era coerente con quello riscontrato nelle ceneri di carbone residue.

"Ciò significa che possiamo prevedere quanta radioattività potenziale si avrà nelle ceneri di carbone misurando il contenuto di uranio facilmente individuabile nel carbone di origine" ha spiegato Vengosh nel comunicato. "Questa analisi può essere applicata a tutte le ceneri di carbone in tutto il mondo, ed è utile per chi gestisce l’informazione, le industrie e gli scienziati."

I ricercatori hanno anche scoperto che quando il carbone viene bruciato il radio si concentra nelle ceneri di carbone, mentre il piombo si riattacca alle ceneri leggere, rendendole più radioattive.

"Radio radioattivo e piombo-210 finiscono per concentrarsi in queste minuscole particelle di ceneri volanti, che seppur singolarmente piccole, compongono insieme il maggior volume di rifiuti di ceneri di carbone che vengono stoccate in stagni e discariche," ha detto Nancy Lauer, autore principale della ricerca e PhD nel laboratorio di Vengosh. "A causa della piccola dimensione delle particelle di ceneri volanti, che hanno maggiori probabilità di essere sospese in aria se sono disposti in una forma secca, le persone che respirano quest'aria possono andare incontro a maggiori rischi, soprattutto perché le minuscole particelle tendono a essere più ricche di radioattività".

Se le centrali elettriche possono limitare la quantità di tossine che sfuggono nell'aria quando il carbone viene bruciato con l'installazione di filtri, nulla si piò fare contro il rilascio o i versamenti dalle discariche, che rappresentano le principali minacce.

Finora negli USA le discariche di ceneri di carbone non sono state monitorate per la radioattività. Tuttavia, la US Environmental Protection Agency ha programmato l'attuazione delle norme sullo smaltimento delle ceneri di carbone per la prima volta il prossimo mese di ottobre.

LE RICERCHE PRECEDENTI E IL CASO DELLA SPEZIA 
In Italia si parla poco di ceneri e ancora meno di discariche. 

GLI STUDI - Il Ministero dell’Ambiente (DM 5 febbraio 1998) dichiara che le ceneri provenienti dalla combustione del carbone possono essere riutilizzate nei materiali edili e nell’asfalto. Ma un precedente studio spagnolo (Mortality due to lung, laryngeal and bladder cancer in towns lying in the vicinity of combustion installations) metteva in evidenza il rischio causato dalle ceneri del carbone per il loro elevato contenuto di sostanze tossiche e per la radioattività causata da uranio e torio. Tale pericolosità viene paragonata a quella delle scorie nucleari. (Science of the Total Environment. 2009:407;2593–2602). 
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Speziapolis

Leggi anche
 :E.On, allarme per le ceneri di carbone. Vincenzo Migaleddu: “Rischio radioattività” - 
Lo stabilisce la Comunità Europea per l’energia atomica (Euratom) e lo ricorda il presidente Isde – Medici per l’ambiente Sardegna, Vincenzo Migaleddu. “Sebbene la radioattività sia diffusa in natura – dice – la produzione di energia da carbone innesca un’abnorme concentrazione di radionuclidi naturali come l’uranio 238 e 235, il torio 232 e il radon, sia nei residui della combustione che nelle emissioni”. - “La pericolosità del processo di concentrazione di isotopi radioattivi è ampiamente riconosciuta dalla normativa europea, che non a caso impone agli stati membri l’adozione di piani di radioprotezione verso i lavoratori delle centrali alimentate a carbone e la cittadinanza esposta ad emissioni e ceneri.
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