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16 novembre 2015

Così il vento spegne le centrali a carbone negli Usa

Così il vento spegne le centrali a carbone negli Usa 

Risultati immagini per vento  centrali a carbone Usa
Mentre nei primi nove mesi dell’anno la Cina ha rilasciato permessi per realizzare 155 nuove centrali a carbone per una capacità complessiva di 123 gigawatt, negli Stati Uniti - che con Pechino condividono il primato di Paese più inquinante al mondo - si registra sempre più netto il declino delle risorse fossili per alimentare la rete elettrica nazionale.
Secondo una ricerca condotta dall’associazione americana dei Produttori di energia eolica, nel 2005 erano state installate negli Stati Uniti pale eoliche per una potenza di 9 gigawatt, a fronte degli attuali 69,4 gigawatt più i 13,2 in fase di installazione. In particolare, il vento spazza via il carbone nella regione delle Grandi Pianure e nel Texas - storicamente il maggior consumatore di carbone negli States, che tuttavia negli ultimi 10 anni ha decuplicato la presenza dell’eolico e lo scorso aprile ha registrato, per la produzione di energia, il più basso ricorso al carbone da 14 anni a questa parte.
In base ai calcoli della società di consulenza Doyle Trading, se il vento soffiasse a velocità costante tutto l’anno sugli impianti eolici collocati in Iowa, Kansas, Minnesota, Missouri, Nebraska e i due Dakota, si eviterebbe il consumo di 96,5 milioni di tonnellate di carbone. 
Si tratta di un calcolo teorico, data la variabilità del vento, ma l’apporto dell’energia rinnovabile costituisce negli Stati Uniti più dell’11% della produzione energetica totale, il 13,2% della produzione domestica. Una quota in ascesa, che negli Stati delle Grandi Pianure ha fatto scendere la quota di energia prodotta dal carbone del 13% lo scorso anno, anche grazie al calo del prezzo del gas.
In media, sulle Grandi Pianure americane, il vento soffia tra i sei e gli otto metri al secondo. Quando questa forza cala, viene immessa sulla rete elettrica l’energia delle centrali a gas, e solo in seconda battuta quello degli impianti a carbone, più lenti nelle fasi di accensione e spegnimento. Il risultato di questa situazione, è che l’industria del carbone si trova in difficoltà: ancora recentemente hanno portato i libri in tribunale due importanti produttori industriali di questo combustibile, la Walter Energy e la Alpha Natural Resources. Secondo i dati della Energy Information Agency, a fine 2015 in tutti gli Stati Uniti verranno installati complessivamente 20 gigawatt di potenza in più a disposizione della rete elettrica nazionale, a fronte però della chiusura di impianti per 16 gigawatt di potenza.
Proprio le turbine eoliche rappresentano il grosso dei nuovi impianti in arrivo, con 9,8 gigawatt, seguiti da 6,3 gigawatt di centrali a gas e 2,2 gigawatt di fotovoltaico, pari al 91% del totale. La maggior parte dell’eolico installato sarà proprio sulle Grandi Pianure (Nord Dakota, Minnesota, Texas e Nuovo Messico): 8,4 gigawatt, pari all’85% del totale. Dei 16 gigawatt di potenza che invece saranno dismessi, 12,9 (o l’81%) è rappresentato da centrali a carbone, in linea con le politiche ambientali promosse dall’amministrazione Obama.

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