COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

29 dicembre 2015

Qualenergia:Il settore delle fossili impreparato alla sfida del clima

Tratto da Qualenergia

 

Il settore delle fossili impreparato alla sfida del clima

Le aziende del settore dei combustibili fossili appaiono impreparate alla transizione imposta dalla variabile climatica. Le strategie dei grandi gruppi energetici sono state finora solo sfiorate dal rischio climatico, come dimostrano i 950 miliardi $ investiti nei fossili nel 2013. Ma cosa succederà da qui in avanti? Un articolo di Gianni Silvestrini.
L’attenzione nei confronti delle aziende e degli Stati che basano le loro fortune sui combustibili fossili, in particolare sul greggio e sul carbone, si dovrà accentuare dopo la COP21. Infatti, visto che larga parte delle riserve fossili dovrà rimanere nel sottosuolo, il valore dei giacimenti sarà sempre più a rischio. Nella battaglia contro i rischi dei cambiamenti climatici occorrerà rifocalizzare l’attenzione sul fronte dei consumi energetici e accentuare gli sforzi sul versante dell’estrazione dei combustibili fossili.....
Occhi puntati sulla produzione dei fossili
Nella prossima fase si dovrà poi prestare una crescente attenzione all’estrazione dei combustibili fossili. Le azioni di Greenpeace per bloccare le esplorazioni artiche della Shell, come pure la decisione di Obama di bloccare il progettato oleodotto Keystone, proprio con motivazioni climatiche, vanno in questa direzione. E la campagna internazionale “Divest Fossil”, che invita a dismettere le azioni delle aziende impegnate nel petrolio e nel carbone, è destinata a espandersi. Si tratta di un impegno globale, con un riflesso anche nel nostro Paese. Il referendum sulle trivellazioni che si potrebbe tenere nel 2016 rende utile l’approfondimento di questi temi.
Le strategie dei grandi operatori sono state finora solo sfiorate dal rischio climatico, come dimostrano i 950 miliardi $ investiti nei fossili nel 2013. .......
Ma le perplessità si stanno allargando. Il Segretario generale dell’Ocse ha avvertito che gli investimenti dei decenni passati e quelli programmati rischiano di creare un groviglio di interessi inestricabile. E sia l’Agenzia Internazionale dell’Energia, sia la Banca mondiale non perdono occasione per suggerire la necessità di eliminare progressivamente i sussidi di cui godono i combustibili fossili.....
Basse quotazioni di carbone, petrolio e metano
Per motivi diversi fra loro, le quotazioni dei combustibili fossili in questo momento sono al ribasso e lo saranno prevedibilmente ancora per diversi anni. I prezzi del carbone e del greggio sono tre volte inferiori rispetto ai picchi del 2008 e 2014, mentre quelli del gas naturale si sono dimezzati in Europa e si sono ridotti di quattro volte negli Usa.
Nel caso del carbone, sono i crescenti limiti ambientali e il successo delle rinnovabili a limitarne l’impiego, dagli Usa alla Cina. Petrolio e metano vedono invece una domanda debole sia per il contesto economico di alcuni Paesi che per l’efficacia delle misure di efficienza e la crescita delle rinnovabili. Si aggiunge l’influenza del successo del fracking nelle scelte saudite che stanno determinando un eccesso di offerta di greggio sulla scena mondiale. Quali implicazioni derivano per l’ambiente e il clima?
Si chiudono miniere di carbone e si abbandonano le produzioni di petrolio più a rischio, dall’Artico alle sabbie bituminose. .......
Far cambiare rotta ai transatlantici
...In realtà, la molla che farà cambiare la strategia del settore fossile è intrinsecamente legata ai pericoli che sempre più chiaramente ne mettono in discussione il suo stesso futuro. Il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney, considerando gli enormi rischi legati ai cambiamenti climatici, ritiene che le aziende dovrebbero pubblicizzare le loro strategie per evidenziare i pericoli per gli azionisti connessi con scelte sbagliate.
In effetti, diverse utility elettriche hanno già iniziato questo percorso puntando su efficienza e rinnovabili, un cambiamento di modello di business a portata di mano. Benché molto più complessa, qualcuno potrebbe ritenerla impossibile, la transizione dovrà essere affrontata anche dalle compagnie petrolifere e del carbone. Secondo Fathi Birol, nuovo direttore della IEA che ha sempre avuto a cuore le sorti dei fossili, sbagliano di grosso le compagnie che non includono il clima nelle loro strategie.
Il tutto, in un contesto caratterizzato dalle campagne che incitano a disinvestire dalle fonti fossili e a bloccare le ricerche pericolose per l’ambiente. La prospettiva è quella di apparire sempre più come delle “appestate”, accostandosi nell’immaginario collettivo ai produttori di armi o ai gestori dei giochi d’azzardo. Perché, in fondo, proprio di un gioco d’azzardo stiamo parlando. Nel quale si sa chi perderà, le generazioni future, e nel quale, però, i cittadini/consumatori sono giocatori inconsapevoli. 
In realtà, sempre meno inconsapevoli e sempre più in grado di riappropriarsi delle scelte vitali per il loro futuro, come ci ricordano le manifestazioni nelle piazze di tutto il mondo che si sono svolte il 29 novembre.
L'articolo è stato pubblicato sul n. 5/2015 della rivista bimestrale QualEnergia con il titolo "Fossili impreparati".

Nessun commento: