Tratto da Merateonline.it
Calusco: 500 persone in sala civica per ascoltare medici e esperti su Italcementi
..... i comitati sono tornati a far sentire la loro voce e quella di moltissimi cittadini con una assemblea medico-informativa sulle possibili conseguenze sanitarie dell'incenerimento dei rifiuti.
L'azienda spinge tanto sull'abbattimento degli NOx grazie ai Css, ma si è guardata bene dal fare rilevazioni su contaminanti molto più importanti come i metalli pesanti: l'incremento di un milligrammo di mercurio, ad esempio, in termini di tossicità equivale a più di 3 tonnellate di ossidi di azoto. Mettersi a bruciare rifiuti introduce dunque nel processo produttivo del cemento elementi che non hanno niente a che fare con il materiale e che hanno un impatto sul territorio e sul prodotto finito. Le scorie finiscono nel cemento e, quindi, nelle nostre case; ed è per questa ragione che Medicina Democratica si è rivolta al Ministero della Sanità perché anche il cemento prodotto con la combustione dei rifiuti sia sottoposto ad analisi sulla tossicità come qualunque altra sostanza chimica immessa sul mercato europeo".
La parola è poi passata alla dottoressa Patrizia Gentilini che ha affrontato il tema dell'incenerimento dei rifiuti in base alle ricadute sulla salute. Partendo dalle analisi condotte nell'area del forlivese, l'oncologo ha poi citato le più recenti ricerche in ambito medico scientifico. "Dati che preoccupano notevolmente noi oncologi sono quelli riguardanti la probabilità di diagnosi di cancro nel corso della vita: un uomo su due, oggi, si ammala di tumore e lo stesso avviene per un terzo delle donne. 30 anni fa i dati erano molto diversi e nella mia carriera professionale ho visto ammalarsi persone sempre più giovani", è stata l'amara considerazione della dottoressa Gentilini. "Nei registri dei tumori italiani, considerando la fascia di età da 0 a 14 anni, per ogni milione di bambini 190 si ammalano di cancro ed è riscontrato un aumento del 2% all'anno dei casi durante l'adolescenza. Sono dati strettamente legati alle polveri sottili e alle diossine, sostanze classificate come certamente cancerogene dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, prodotte dai processi di combustione. Le esposizioni ambientali portano ad una rottura dell'equilibrio metabolico che avviene attraverso il respiro, la pelle, il cibo e l'acqua, condizionando la funzione di organi delicatissimi come il pancreas, il fegato, i polmoni ed il cervello".
L'attenzione del medico si è rivolta in particolare ai bambini e alle donne in gravidanza, i soggetti più esposti agli inquinanti: "Con i processi di combustione le sostanze tossiche che si formano passano dalla madre al feto nel momento più delicato nello sviluppo del nascituro. Sostanze estranee si trovano anche nel cordone ombelicale ed il New England Journal of Medicine analizzando il problema dell'incremento dei tumori nei bambini lo ha messo in relazione a queste esposizioni prima e dopo il parto". "Negli studi che come ISDE abbiamo svolto in Emilia Romagna nelle aree interessate dalla presenza degli 8 inceneritori della regione abbiamo rilevato nei soggetti residenti entro 4 km dagli impianti un aumento del 70% dei nati prematuri ed un rischio del 44% in più dell'abortività spontanea", ha continuato la dottoressa Gentilini.
"Gli effetti della presenza di particolato e polveri sottili nell'aria non si fermano qui: la letteratura medica recente ne ha infatti evidenziato il legame con possibili gravi problemi durante lo sviluppo cognitivo nell'infanzia". "Per quanto riguarda alcuni inquinanti i limiti di legge sono un compromesso tra le conoscenze scientifiche e gli interessi economici, e soprattutto non sono pensati su soggetti in via di sviluppo come i neonati", ha detto la dottoressa al termine del suo intervento.
"In proposito medici per l'ambiente ha pubblicato documenti molto duri contro le scelte dell'attuale governo che, secondo il nostro parere, non vanno nell'interesse della popolazione".
Per tutte queste ragioni i comitati stanno agendo per informare i cittadini sui potenziali rischi per la salute e per evitare che un nuovo flusso di rifiuti sia destinato ad essere bruciato in un'area, la vicina bergamasca, già sottoposta ad un forte stress ambientale.
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